Ad Acireale rianimazione chiusa da cinque mesi

ACIREALE – Da anni ormai si moltiplicano i casi di malasanità al presidio ospedaliero gestito dall’Asp 3 di Catania. : l’ospedale di Acireale, infatti, cola a picco. Si registrano gravi carenze in ordine alla struttura, all’igiene e al personale. La goccia che fa traboccare il vaso è una chiusura più che prolungata del reparto di rianimazione.

Il NurSind Catania, sindacato delle professioni infermieristiche, in estate denunciava ai Nas le gravi condizioni in cui versava la rianimazione, da qui l’Azienza Sanitaria Provinciale di Catania disponeva una chiusura di 60 giorni per poter realizzare dei lavori strutturali. I vertici provinciali del sindacato degli infermieri denunciano invece che la rianimazione, necessaria per quel presidio, non è più in funzione da ben 5 mesi anziché 2, come era stato disposto. «È vergognoso sottrarre ben 8 posti letto di rianimazione per così tanto tempo, senza che nessuno intervenga – afferma Francesco Di Masi responsabile Nursind Asp –  Per tale motivo il NurSind chiede che vengano adottati dei provvedimenti nei confronti del direttore dei lavori, del direttore del Presidio Ospedaliero di Acireale e del responsabile del reparto.»

«La gente muore alla disperata ricerca di un posto in rianimazione, i casi di cronaca sono pieni di questi fatti. Nel catanese non possiamo soprassedere su una tale mancanza.» dichiara Vincenzo Neri dirigente provinciale del  NurSind. Mercoledì 13 dicembre alle ore 10.30 i rappresentanti del NurSind, si troveranno davanti le porte del presidio Acese per denunciare pubblicamente le condizioni in cui versa il nosocomio. Parteciperà anche una delegazione del comitato cittadino per l’ospedale di Giarre interessata al buon funzionamento dei reparti di emergenza del presidio di Acireale.

 

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