All'asta immobili delle Terme di Acireale, ma i bilanci non sono approvati e il patrimonio è sempre vandalizzato


Saro Faraci

ACIREALE – L’opinione pubblica acese è distratta ovviamente dalle vicende giudiziarie che hanno sconquassato in questi giorni l’amministrazione cittadina, in attesa  di conoscere i dettagli a seguito dei primi interrogatori odierni. Ai più sarà sfuggita la notizia che due importanti beni del patrimonio delle Terme di Acireale sono all’asta, come si può evincere dall’allegata foto tratta dalla pubblicazione dell’avviso di vendita su un importante quotidiano regionale. Con un provvedimento di esecuzione immobiliare del Tribunale di Catania, per 9.664.000 euro e 2.694.400 euro sono all’asta rispettivamente l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale, l’uno di fronte all’altro sul viale delle Terme, oggetto negli anni di un lungo braccio di ferro fra la Regione Siciliana, azionista unico delle Terme di Acireale spa, e Unicredit, la banca che aveva originariamente concesso il mutuo ipotecario ma le cui rate scadute non sono mai state pagate. Durante i governi Lombardo e Crocetta, non si è mai riusciti a trovare una composizione amichevole nè giudiziaria della “pratica incagliata” in banca e così, dopo la cessione del credito ad un istituto specializzato, in sostanza dopo che Unicredit se ne è sbarazzata, adesso i beni sono all’asta. Chapeau!

Adesso, albergo e centro polifunzionale potrebbero essere acquistati da chiunque faccia un’offerta congrua che rispetti le condizioni previste dall’avviso. C’è tempo fino al 16 aprile per presentare le offerte. Potrebbe partecipare una cordata di privati, così come potrebbe fare un’offerta di riacquisto la stessa Regione Siciliana, partecipando all’asta secondo quanto si sono sempre affrettati a sostenere nelle stanze del Dipartimento Bilancio. In questo caso, ammesso che all’asta risultasse vincitore, il Dipartimento potrebbe utilizzare buona parte delle risorse previste dall’articolo 2 della legge regionale 29 settembre 2016 n.20, però mai assegnate. Staremo a vedere. La vicenda è piena di bugie, omissioni e mezze verità e non è facile dipanare il bandolo della matassa. Anche perchè nel frattempo gli attori principali di questa grottesca vicenda sono cambiati: non c’è più come assessore all’Economia il dottor Alessandro Baccei uomo di fiducia dell’ex presidente Saro Crocetta, come pure all’Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni non c’è più la dirigente Grazia Terranova, passata adesso a più alto incarico dirigenziale e spostata d’assessorato.

Con la vendita all’asta dei due beni, il patrimonio delle Terme si depaupera ulteriormente. Già di suo si era svalutato nel corso degli anni di oltre 12 milioni di euro dal 2006 al 2013 (che è l’ultimo bilancio ufficiale disponibile). E’ passato da oltre 35 a poco meno di 23 milioni di euro. A ciò si aggiunge il possibile deprezzamento di tutti i beni immobili devastati da atti di vandalismo e ruberie varie. L’ultimo episodio in ordine di tempo è di qualche giorno fa, con i quattro ladri di origine romena colti in flagranza di reato e arrestati durante il Carnevale, mentre erano intenti a portare via oltre 800 chili di rame prelevati dall’ex Hotel delle Terme, ormai in totale stato di abbandono. A fronte di questi continui atti di vandalismo la Regione Siciliana non ha fatto mai nulla per tutelare il patrimonio delle Terme, limitandosi soltanto a mantenere l’unico dipendente con funzioni di custode che da solo non può vigilare su un articolato insieme di strutture ubicate fra gli stabilimenti di Santa Venera e Santa Caterina.

Alla Regione però l’inerzia non si è fermata soltanto alla mancata tutela del patrimonio termalistico. Gli ultimi bilanci della società Terme di Acireale non sono mai stati approvati dal socio pubblico, nè ai tempi in cui commissario era Gianfranco Todaro nè adesso con il triumvirato commissariale composto da Francesco Petralia, Antonino Oliva e Vincenza Mascali. In una recente intervista, il dottor Petralia ha dichiarato al giornalista Davide Sirna che gli inventari sono stati predisposti regolarmente dai tre liquidatori ma la Regione ancora non approva i bilanci. Onestamente, con tutta la buona volontà, le ragioni di questi ritardi, non consentiti a norma di legge, appaiono inspiegabili e non vale l’attenuante che la società sia in liquidazione dal 2010. Anche durante la liquidazione, come è avvenuto per le Terme Sciacca, i bilanci vanno regolarmente approvati, a tutela del patrimonio innanzitutto. Ad esempio, sulla base di quale criterio e con quale atto è stata determinata la valutazione dei due beni appena messi all’asta?

All’orizzonte c’è sempre lo spettro del fallimento, specie se la consistenza debitoria dovesse aumentare ulteriormente e il patrimonio risultasse incapiente. Questo l’ha precisato pure il commissario Petralia. Qualche anno fa, ai tempi di Todaro, questo rischio fu scongiurato perchè il Tribunale di Catania si espresse in favore della continuità della liquidazione, rigettando l’istanza di fallimento. Una prossima volta, però, non è detto che questo succederà nuovamente. Sulla intera vicenda, ripetiamo, la città è completamente assente.

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  1. La ringrazio per l’apprezzamento che manifesta nei confronti della categoria. Aspetto di potermi iscrivere al suo corso di Onniscienza teoria e pratica.

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