Anestesisti rianimatori: via libera all'assunzione. Ma solo per pochi


 
 
Riceviamo e pubblichiamo.

PALERMO – Dopo l’approvazione della Rete Ospedaliera col Decreto Assessoriale del 31 marzo scorso sembrava tutto risolto e la lunga rincorsa verso le assunzioni nella sanità siciliana, dichiarata a più riprese nel corso degli anni, appariva prossima alla sua conclusione. Ma, a più di due mesi dalla pubblicazione del piano di riordino della Rete dell’emergenza-urgenza, l’unico atto concreto è stato quello dell’immissione in servizio a tempo indeterminato di una manciata di anestesisti rianimatori e soltanto in alcune Aziende. Mancano però e continuano a mancare tante altre figure specialistiche mediche e soprattutto il personale infermieristico e tecnico-sanitario. L’iter burocratico per la definizione degli Atti Aziendali e delle Dotazioni Organiche di ASL ed Aziende Ospedaliere va, come al solito, a rilento. Passano le settimane e i mesi enon è stato ancora esitato alcun atto amministrativo definitivo.

Finora i vari Direttori Generali si sono limitati a portare a termine il compitino loro assegnato dall’Assessorato della Salute, adempiendo scrupolosamente soltanto alla prima fase indicata nella Circolare assessoriale seguita al Decreto di marzo, quella del riallineamento al Decreto scaturito dall’adozione dell’ormai famoso o famigerato DM 70. Ma gli Atti Aziendali “riallineati” al Decreto Assessoriale sono del tutto provvisori e incompleti e, in alcuni, casi andranno apportate rilevanti modifiche. L’Assessore Gucciardi dal canto suo, si è premurato di esitare un nuovo Decreto per correggere i “refusi” contenuti in quello del 31 marzo, senza però incidere in maniera significativa sui futuri assetti organizzativi delle Aziende sanitarie siciliane. Questo è compito dei Direttori Generali nel rispetto della loro autonomia amministrativa e decisionale. Tradotto in altri termini: “campa cavallo che l’erba cresce”. Si pensava dunque di poter finalmente correre incontro alle tanto attese assunzioni e invece si procede a passo di lumaca, con il persistere delle ataviche carenze di personale rispetto alle quali si continua a far fronte con il solito pannicello caldo della proroga o dei rinnovi dei contratti a tempo determinato, in pratica col mantenimento del precariato.

Lo sbandierato traguardo delle assunzioni e della stabilizzazione dei precari comincia a sembrare come il paradosso di Zenone, quello della gara tra Achille e la Tartaruga, dove nonostante la differenza di velocità tra i due sfidanti, alla fine Achille non riesce mai a raggiungere la Tartaruga. Eppure gli strumenti per risolvere l’impasse esistono, basterebbe soltanto applicarli.

Il primo passo da compiere è quello della rilevazione delle eventuali eccedenze, la cui sussistenza rischierebbe di bloccare tutto il percorso assunzionale a livello regionale. Sì, perché nonostante i dichiarati 9.000 posti da coprire nella sanità siciliana, basterebbero poche decine di eccedenze in una sola Azienda a far entrare in una condizione di stallo tutte le procedure concorsuali. Queste eccedenze (come ad esempio al Papardo di Messina) sarebbero il risultato della riduzione dei Posti Letto, ai quali viene poi commisurata la Dotazione Organica. Non sappiamo però se si tratta di eccedenze vere e proprie o, addirittura, di soprannumero, situazioni che possono apparire simili ma che in realtà (come chiarito da apposita Circolare della Funzione Pubblica nel 2014) sono fattispecie assai diverse tra loro.

Il soprannumero si configura infatti come la situazione in cui il personale in servizio, complessivamente inteso, supera la dotazione organica in tutte le qualifiche e l’amministrazione pubblica non presenta posti vacanti utili alla sua ricollocazione interna. Per eccedenza si intende invece la situazione in cui il personale in servizio supera la dotazione organica non complessivamente ma per singola categoria o profilo professionale di appartenenza. Potrebbero ad esempio esserci chirurghi in più ma medici in Pronto soccorso in meno.

In questo caso l’amministrazione ha l’obbligo di esperire tutti i tentativi per procedere alla ricollocazione interna di questo personale, ove ne ricorrano le condizioni. Il che non è assolutamente pacifico visto che alcuni profili professionali potrebbero non essere equipollenti con quelli in cui sussistono i posti vacanti.

Qualora si venisse a verificare una situazione di personale soprannumerario o eccedentario non ricollocabile all’interno della stessa Azienda si procederebbe alla dichiarazione degli esuberi da parte dell’Azienda, con l’individuazione nominativa del personale soprannumerario o eccedentario e le conseguenti determinazioni previste dalla normativa vigente (art. 33 D. Lgs 165/2001). In pratica questo personale potrebbe essere collocato in prepensionamento o posto in disponibilità, situazione che prelude al licenziamento. In uno scenario di 9.000 assunzioni da effettuare sarebbe quantomeno paradossale che qualcuno rischi di essere mandato a casa dopo anni e anni di servizio sol perché qualcuno ha fatto male i conti sui Posti Letto.

Cimo Sicilia ha quindi chiesto ufficialmente all’Assessore Gucciardi di attivarsi per le dovute verifiche sulle paventate eccedenze e per trovarne le relative soluzioni. Probabilmente basterebbe rideterminare il numero di Posti Letto in maniera tale da rendere residuale l’eventuale sussistenza delle eccedenze e procedere quindi alla loro ricollocazione interna o presso altre Aziende del medesimo territorio.

Abbiamo anche ricordato all’Assessore della Salute che la normativa vigente prevede la priorità dei ricollocamenti rispetto all’espletamento di qualsivoglia procedura assunzionale (art. 36 D. Lgs. 165/2001) e quindi la questione assume rilevanza di carattere generale perché il rischio è il blocco di tutte le altre assunzioni.

Queste dovrebbero prevedere innanzitutto lo scorrimento delle varie graduatorie concorsuali (e di mobilità) congelate e prorogate negli anni, che possono essere utilizzate unicamente per la copertura dei posti già presenti nelle vecchie dotazioni organiche e non per quelli di nuova istituzione.

Successivamente, come previsto dal comma 543 dell’art. 1 della Legge 208 del 2015 (Stabilità 2016), recentemente confermato dal Decreto Attuativo del Ministro Madia relativo alla delega prevista dalla Legge di riforma della P.A., andranno esperite le procedure concorsuali “speciali” relative alla stabilizzazione del personale medico, infermieristico e tecnico-sanitario in servizio con contratto a tempo determinato e con almeno 3 anni di servizio anche non continuativo alla data di pubblicazione del Bando concorsuale. Tali posti potranno essere coperti nella misura massima del 50% della massa finanziaria complessivamente disponibile, mentre il rimanente 50% andrà destinato alle procedure concorsuali ordinarie e quindi anche ai nuovi bandi di mobilità, con priorità a coloro i quali ricoprono già il posto in posizione di comando (comma 2 bis, art. 30, D. Lgs 165/2001).

Insomma le regole e le norme esistono, non resta che applicarle. A questo punto non ci sono più alibi. È solo questione di buona volontà e di darsi, finalmente, una bella mossa. Dopo tante chiacchiere e promesse non mantenute sarebbe veramente ora.

Giuseppe Riccardo Spampinato, segretario regionale Cimo Sicilia

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