CATANIA – E’ stata eletta all’unanimità, al termine dell’assemblea annuale, la segreteria provinciale di Assostampa Catania, il sindacato unitario dei giornalisti. Nella carica di segretario è stato riconfermato Daniele Lo Porto, vice segretario Monica Adorno, tesoriere Rossella Jannello. L’elezione è stata preceduta dagli interessanti interventi del sindaco metropolitano Enzo Bianco, e dei segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rispettivamente Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza meli e Giovanni Musumeci, moderati dal consigliere nazionale della federazione della stampa, Luigi Ronsisvalle.
“Noi Sindaci – ha detto – siamo controllati da diversi organismi di vigilanza e non lo considero un male se il fine è la trasparenza. Alle Amministrazioni giungono però sollecitazioni ricorrenti da parte di alcuni di questi organismi che ci impediscono, nei fatti, di informare i cittadini, con il massimo della trasparenza possibile, di quanto fa la Pubblica amministrazione. E di farlo impiegando, come è giusto e naturale che sia, professionalità specifiche come quelle dei giornalisti”.
“I Sindaci e i giornalisti – ha concluso Bianco – hanno dunque un interesse comune: rilanciare gli Uffici stampa perché possano diffondere ai cittadini, direttamente e attraverso i mezzi d’informazione, notizie corrette e complete. Sono dunque disponibile, anche come presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, per stabilire forme di collaborazione che possano consentire, non soltanto in Sicilia ma su tutto il territorio nazionale, di rendere più semplice l’applicazione della Legge 150, che nel 2018 compie diciotto anni”.
Enza Meli, della Uil: “Ho accolto con entusiasmo l’invito a partecipare a questa assemblea del sindacato unitario dei giornalisti. Lo voglio sottolineare: sindacato unitario. Noi rivendichiamo con orgoglio la nostra identità e la nostra diversità da Cgil, Cisl e Ugl ma guardiamo alla vostra esperienza con simpatia, stima, ammirazione. Persino con un pizzico di invidia! D’altronde, la Uil di Carmelo Barbagallo ha fatto dell’unità di azione sindacale la propria stella polare. Il nostro leader, che è siciliano come tutti noi e sa quanti guasti ha prodotto nella nostra terra una certa incapacità caratteriale nel fare squadra, persegue ogni giorno la via del ritrovarsi insieme con le altre organizzazioni sindacali. Una strada faticosa, ma vi posso assicurare che è vincente e ha già prodotto risultati con l’avvio di una nuova stagione contrattuale per troppo tempo negata alle lavoratrici e ai lavoratori del nostro Paese. Con l’Assostampa possiamo e dobbiamo procedere anche qui a Catania in un percorso comune. Accanto a voi è più facile affrontare le insidie di una sfida, qui più che altrove prioritaria: la battaglia per la legalità. Se non vinciamo questa sfida, la nostra provincia rischia di non avere futuro mentre già il presente è negato a molti. Ad esempio, ai tanti giovani che sono costretti a fuggire lontano per cercare lavoro e riscoprire la speranza.
la grave situazione di crisi del settore dell’editoria
dalle grandi realtà della carta stampata e della televisione, agli uffici stampa degli enti pubblici. “La rivoluzione tecnologica ha irrimediabilmente alterato tempi, ritmi, modalità produttori e utenti dell’informazione, per come è stato per decenni. Negli ultimi anni – ha sottolineato Lo Porto – si è andati a una progressiva desertificazione dell’offerta televisiva e delle redazioni”.
Il segretario ha ricordato alcune iniziative della sezione provinciale: dall’intensa attività dell’Ussi (i giornalisti sportivi), alla costituzione dell’Unci (cronisti), all’avvio della costituzione del gruppo Ungp (pensionati), alla crisi del quotidiano la Sicilia, con l’applicazione della cassa integrazione prima e dei prepensionamenti poi, fino alla vicenda che vede i corrispondenti che percepiscono la retribuzione con ritardo e in modo sempre più confuso. Un passaggio particolare è stato dedicato alla questione degli
uffici stampa negli enti locali e in modo particolare a quello del Comune di Catania
Ricordando la giurisprudenza esistente, e rimarcando la necessità di applicare le sentenze che stabilizzano i giornalisti, è stato proposto al sindaco Bianco – che l’ha subito accettato – l’avvio di un tavolo tecnico per la definizione dell’organico e la stabilizzazione dell’ufficio stampa del Comune.
Ronsisvalle e il segretario regionale Alberto Cicero hanno sintetizzato le difficoltà del settore e della categoria giornalistica in ambito nazionale e regionale, conseguenza di una normativa sul lavoro che ha drasticamente ridotto, se non azzerato,
le garanzie contrattuali e imposto la precarizzazione del lavoratore
Dopo gli adempimenti statutari, l’assemblea degli iscritti, presieduta dl vice presidente dell’Associazione siciliana della stampa Paolo Licciardello, ha quindi eletto la nuova segreteria che resterà in carica fino al 2022.
Complimenti al direttore Daniele Lo Porto
Dopo aver letto attentamente quanto si sta` verificando,in questi ultimi anni, nel giornalismo italiano,non posso fare a meno di esprimere il mio piu` netto disappunto per l’antiquato andazzo della professione giornalistica in Italia.Quanti nomi nuovi di vecchi giornalisti ho trovato sui giornali e sulle televisioni italiane.Sono solo questi bravi e gli altri non contano un bel niente? .Dopo l’esperienza canadese (che rispecchia in pieno anche quella americana)posso affermare che siete rimasti agli anni del dopoguerra come mentalita`.Il fare il giornalista e` una cosa seria che dovrebbe camminare a braccetto con gli editori. Un bravo giornalista e` colui che con i suoi “reportage” fa vendere piu` giornali.In Canada come in America non esistono associazioni per giornalisti e i bravi giornalisti sono come i bravi giocatori di qualsiasi sport e buon per loro vengono pagati a peso d’oro e cercati con offerte favolose .Non vi siete ancora messi in mente che il mondo e` cambiato con l’arrivo del computer. Perche` i nuovi inviati scrivono il “pezzo” sul computer e pigiando un bottone lo mandano direttamente in tipografia mentre ,ai nostri tempi, finito quello per cui eravamo stati mandati come inviati,dovevamo correre come matti per cercare una cabina telefonica e cominciare a infilare monetine per dettare agli stenografi quanto scritto e alle volte per andare “a braccio” come si era soliti dire e sudare le proverbiali sette camicie quando,dall’altra parte del telefono, ti arrivava la fatidica richiesta : “ripetimi l’ultima frase “.So che adesso mi massacrerete ma penso di essere sul giusto.Buona fortuna a voi tutti.