Buona Pasqua da un cuore assolato di vita


| Salvo Reitano |

Mentre si dipana lenta la sera del sabato santo e le campane della chiesa del paese suonano a festa la gloria del Signore risorto, mi torna in mente la grande promessa fatta da Dio all’uomo giusto. Nel Libro dei Salmi (XC, 16) sta scritto: “Lo satollerò con lunghi anni di vita”. Sappiamo bene che non va intesa nel suo significato letterale, come certamente la intesero i più quando la prima volta la udirono accompagnata dalla cetra di David.
Domanda che sorge spontanea: chi, all’infuori degli insensati che se la tolgono, è mai sazio di vita? La risposta è semplice. Nessuno. Né i decrepiti e nemmeno quelli che dalla vita non hanno che patimenti e dolori e solo a un’ombra grigia la loro esistenza è ridotta. E la cosa incredibile è che più è avanti con gli anni, tanto meno l’uomo se ne sente satollo. Anzi, è davvero una cosa meravigliosa constatare quanto via via gliene cresca la fame: un’ingordigia insaziabile e golosa. Io, che sono già ben oltre la metà di quello che resta da vivere, so bene che corro a tappe forzate verso il “traguardo finale”, ma codesta fame non ho. Ho fatto indigestione di vita e se non fosse per la collera che lascerei nel cuore di chi mi ama potrebbe anche finire qui, senza rimorsi e senza rimpianti.
Non ho ragione alcuna di lamentarmi di ciò che è stato. Nato da famiglia agiata, ho vissuto la maggior parte della mia vita nel benessere. Oggi mi ritrovo povero, è vero, ma bene o male riesco ancora a rimediare un tozzo di pane e mi basta, tanto più che non ho mai amato il denaro. A parte qualche piccolo acciacco, cosette da nulla, sono ancora sano come un pesce, forse più di tanti pesci che boccheggiano nelle acque putride e inquinate del pianeta. Sono riuscito, fino a questo momento, a scampare alle malattie e qualche volta mi capita di informarmi come sia fatto un mal di testa o lo scricchiolio di un ginocchio. Insomma, mi sa proprio che ho seguito alla lettera il consiglio di quel luminare della medicina a chi gli domandava il segreto per vivere a lungo e in salute: scegliere con accuratezza i propri antenati.
E poi alla mia età si è più pazienti e riflessivi, più grigi ma non domi. Almeno così accade a me. Non sono scontento o deluso dalla vita, come potrei. Sono sazio e vado verso il finale senza patimento alcuno. Non mi affanno alla ricerca del sapere se dopo ci sarà un’altra vita da vivere. Una Resurrezione anche per noi mortali. Ad interrogarsi sui massimi sistemi ci si perde e io non ho alcuna intenzione di perdermi in mezzo a domande senza risposte. Aspetto paziente il giorno che verrà e intanto vivo, senza rinunce.
Certo, non è che mi piaccia questo mondo fatto di ingiustizie, prevaricazioni, tradimenti, violenze, guerre, uccisioni, veleni. Non mi piacciono certi uomini, soprattutto i “potenti” che lo hanno ridotto così. Non mi piace quello che dicono, quello che scrivono, quello che minacciano. Non mi piace che dalle parole sono già passati ai fatti mettendo sotto scacco uomini, cose e animali con i missili pronti al decollo, le testate nucleari innescate.
Io amo, invece, infinitamente la natura in tutte le sue espressioni dove la cattiveria e la cupidigia dell’uomo non l’ha ancora disfatta.
La vita, quanti che siano gli anni che ci toccano, capolavoro assoluto del Creatore, è certamente una cosa meravigliosa. E’ vero che è più bella da giovani quando di essa ci si inebria a grandi sorsi; è vero, però, che vale la pena centellinarla anche negli anni senili. In fondo ogni età ha i suoi piaceri; a ogni età è sufficiente un raggio di sole, un tenero sorriso, un fare gentile, un nulla per farcela apparire bella e incantevole.
Per oggi mi congedo così. Fuori un sole dalla faccia pulita, a cavallo tra due orizzonti, ci accompagna dentro il prossimo giorno. Un altro giro sulla ruota degli anni. Buona Pasqua da un cuore assolato di vita.

 

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *