CATANIA – La presenza di Erika Marco in Consiglio comunale è un insulto ai cittadini catanesi e alla classe politica che opera in piena trasparenza a vantaggio della collettività. Erika Marco non è solo figlia e parente di chi, in maniera continuativa, ha saccheggiato un ente pubblico: ma può essere identificata, infatti, e a mio modestissimo e personale avviso, con il sistema marcio e corrotto che ha allontanato i cittadini dalla “cosa pubblica” e dalle urne. Chi tace e non interviene per interessi politici e personali, o ancor peggio per qualsiasi tipo di tornaconto dettato dalla politica del compromesso utile a non spezzare certi equilibri, si rende complice della legittimazione di un agire fraudolento che non può essere debellato sempre e solo dalla magistratura.
Con la sua permanenza sfrontata e ostinata dimostra la più totale assenza di etica, fondamentale se si rivestono ruoli e incarichi pubblici e istituzionali. Una grave mancanza di rispetto verso gli elettori che continueranno a perdere la loro fiducia nelle istituzioni. Un modo di operare comune tra i diversi esponenti che devono la loro ascesa a Rosario Crocetta.
Ecco di cos’è stato capace il presidente della Regione uscente: raccogliere il peggio che la politica regionale siciliana potesse offrire e garantire una poltrona come se fosse un diritto e non un merito attestato dagli elettori. Il risultato finale per la città di Catania è stato il grave danno che ha interessato l’Istituto Musicale Vincenzo Bellini e il disastro della Pubbliservizi principalmente a opera di Adolfo Messina. Erika Marco deve dimettersi, per dignità personale e per offrire ai cittadini una possibilità di rivalsa immediata.
Debora Borgese, referente nazionale “Terra Nostra – Italiani con Giorgia Meloni”.
Il rossore non è un colore politico. Erika Marco si dimette. Ma solo dal gruppo consiliare