Katya Maugeri
Per cyberbullismo s’intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
Gli sms, le e-mail, i social network, le chat sono i nuovi mezzi della comunicazione, della relazione, ma soprattutto sono luoghi “protetti”, anonimi, deresponsabilizzanti e di facile accesso, quindi perversamente “adatti” a fini prevaricatori come minacciare, deridere e offendere. Ogni giorno, infatti, assistiamo a storie di abusi, minacce, diffamazioni, di suicidi nati da una foto rubata sfuggita, grazie al web e ai social, completamente a qualsiasi controllo.
Genitori e insegnanti hanno un ruolo fondamentale: la difficoltà, soprattutto per i genitori moderni, sta nell’impossibilità di accedere ai canali di comunicazione dei propri figli e superati gli anni della scuola elementare diventa sempre più difficile controllarli, sapere chi frequentano e conoscere il loro stato d’animo. Ecco perché per difendere gli adolescenti dal cyberbullismo bisogna, anche, sfatare il mito dell’eccessiva privacy, cercando di istaurare un dialogo di fiducia e maturo. L’adolescente per sua natura, e ancor più se vittima di bullismo, tende a vergognarsi, a chiudersi, a sentirsi sbagliato. È fondamentale che il giovane senta di potersi affidare e confidare i propri disagi a un adulto.
I genitori hanno la responsabilità di proteggere i propri figli, e controllarli non significa ledere la loro privacy, ma capire cosa sta succedendo in quel mondo chiamato web, e in quelle dinamiche che la società impone e offre.
Quindi occorre interessarsi alle frequentazioni del proprio figlio, soprattutto le frequentazioni “virtuali”, luogo nel quale si manifestano sempre più casi disagi emotivi, ma anche i nuovi luoghi di adescamento minorile.
Il fenomeno della violenza online è sempre più diffuso, e le vittime, purtroppo tendono sempre più a isolarsi: per timore e vergogna, ecco gli adulti hanno un compito importantissimo: il compito e il dovere di non minimizzare o sottovalutare i segnali di bullismo, ma di riconoscere e demonizzare gli atti di bullismo, sia esso fisico che psicologico.