Donne e Impresa, a Catania è il binomio rosa dello sviluppo economico

Saro Faraci

CATANIA – I numeri non renderanno mai conto della complessità e della suggestività del binomio Donne & Impresa. Quelli ufficiali relativi alla Sicilia e alla provincia di Catania dipingono un quadro a tinte fosche, dove ci sono luci ed ombre ed il contorno dei soggetti non è sempre chiaro. Se guardiamo alle imprese, il tasso di femminilizzazione dell’economia locale è niente male. In Sicilia il 24,93% delle imprese si colora di rosa, in provincia di Catania la percentuale si abbassa di un punto ed è del 23,8%. I due valori regionale e provinciale sono financo superiori alla media nazionale che è 22,52%. Se guardiamo alle persone non è tanto diversa la rappresentazione della governance delle imprese, prendendo in esame la presenza di donne nei ruoli di amministratore, titolare o socio delle attività aziendali. A Catania il 26,64%, in Sicilia il 27,55% e in Italia il 27,72% delle cariche aziendali sono femminili. Forse troppo poco per un Paese che ancora, nelle posizioni di potere, è dominato dal genere maschile. Ma il dato è in crescita. Invece, sono severissimi i dati sulla disoccupazione. In dodici anni, dal 2004 al 2016, il tasso di disoccupazione femminile è aumentato: in Italia dal 10,5 al 12,8%, in Sicilia dal 23,3 al 24%, a Catania dal 19,4 al 20,3%. In tutte e tre le rilevazioni, il dato sulle donne è superiore di due-tre punti percentuali rispetto a quello medio sulla disoccupazione totale. Se si guarda poi al segmento delle donne fra 25 e i 35 anni, i numeri sono ancora più crudi. Valga per tutti il confronto Italia-Sicilia: al 2016 la disoccupazione delle donne giovani è pari a 19,6% a livello nazionale, mentre è praticamente il doppio nella nostra isola: 37,1% (a Catania è 27,9%). I valori si innalzano ancora se si considera la percentuale delle donne scolarizzate, in possesso di un titolo di studio, anche laurea e dottorato.

Dunque bisogna andare oltre i numeri per recuperare la varietà cromatica e morfologica del binomio Donne & Impresa. E raccontare storie vere, che mettano da parte una volta per tutte quegli stereotipi dell’immaginario collettivo che non trovano poi riscontro nella realtà. Come quello stereotipo che vede solo bello intorno al mondo dell’impresa al femminile, quando invece anche lì ci sono pagine quotidiane di difficoltà, di sfide, di cadute e di riprese, di lacrime e sangue. Oppure lo stereotipo sulla mascolinità delle “ladies di ferro” alla guida delle imprese di successo. Non è così. La donna rimane donna, e i suoi caratteri di femminilità si apprezzano maggiormente e non si svalutano affatto quando si trova nelle posizioni chiave di aziende ed imprese. Piuttosto, con l’apporto delle donne, c’è una seduzione diversa del “fare impresa” che esalta alcune capacità innate e sviluppate nel genere femminile: la mediazione e la soluzione dei conflitti, la determinazione, l’ascolto e soprattutto quel guardare in avanti, alla next generation, che fa delle imprese femminili quelle a maggiore connotazione generativa.

E così non fa differenza se l’impresa femminile sia una start up, una spin off universitaria oppure un’azienda di famiglia. Come non fa differenza se l’attività aziendale riguardi un settore maturo dell’economia, come l’agricoltura o il turismo, o un business più moderno e di tendenza come la moda, l’hi-tech o l’organizzazione di eventi. Quando ci sono donne al comando di un’impresa, c’è sempre una ventata di novità, insieme ad una buona dose di creatività e ad una pazienza, talora anche certosina, che spesso gli uomini faticano a mantenere. Le storie d’impresa al femminile vanno raccontate e fatte conoscere, facendo parlare le protagoniste, in modo da rimuovere via quegli stereotipi che sono soltanto luoghi comuni, non evidenze scientifiche.

Ieri sera, al Rotary Club Catania Nord, il tema Donne & Impresa è stato affrontato nel corso di una conversazione a più voci con donne imprenditrici del nostro territorio. E’ il binomio rosa dello sviluppo economico quello che unisce le donne all’impresa. E così ciascuna ha raccontato la propria storia, fatta di successi e qualche difficoltà, di intuizione e creatività ma anche di tenacia; storia di numeri (quelli aziendali, a cominciare dal fatturato) ma anche di processi organizzativi e gestione delle risorse umane. Il tutto condito dalla proverbiale abilità delle donne, specie quando mogli e mamme, di fare contemporaneamente più cose.

Tutte belle le storie raccontate. Adriana Santanocito è la co-fondatrice di Orange Fiber, una start up nota a livello internazionale, pluri-premiata, che sviluppa per la moda un tessuto sostenibile dai sottoprodotti degli agrumi. Al G7 di Taormina quest’estate alle first ladies ha presentato la sua prima collezione, realizzata con la nota casa di moda Ferragamo. Erica Aquilìa è un dottore di ricerca in Scienze della Terra, proveniente dal mondo universitario, dove ha realizzato lo spin off Portable Lab insieme alla sua collega Cecilia Spampinato, specializzandosi nella ricerca e nelle soluzioni tecnologiche a tutela dei beni culturali, dell’edilizia e dell’ambiente. Ornella Laneri, amministratrice dall’azienda alberghiera di famiglia Four Points by Sheraton a Catania, è una imprenditrice nota in Sicilia (è stata presidente della sezione turismo di Confindustria Sicilia e oggi è presidente di AIDDA Sicilia, l’associazione delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda), amante del bello e della sostenibilità. Con il marito, lo chef Saverio Piazza, recentemente ha deciso di sostenere una start up innovativa che coniuga etica e mondo green attraverso la realizzazione di orti urbani.

Sono state le tre imprenditrici le ospiti di riguardo della serata rotariana, aperta dagli indirizzi di saluto della presidente Liliana Daidone Piccirillo, un’altra donna imprenditrice operante da tempo in Sicilia nel settore dell’organizzazione di eventi e convegni. Insieme a loro, sono poi intervenute Francesca Maraviglia che ha raccontato la sua esperienza decennale nel settore della lavorazione degli agrumi e dell’olio, prima di dedicarsi ad altro, più recentemente ad iniziative nel campo dell’information & communication technology, e poi Agata Patrizia Saccone, giornalista di moda, che ha inventato TaoModa, partendo dall’esperienza di Talenti e Dintorni, diventando così un punto di riferimento del fashion show di tutto il centro sud Italia che chiude il calendario internazionale degli appuntamenti moda

Ascoltarle è stato un piacere. Decifrare, fra le parole, la loro emozione nel fare impresa è stato ancora più entusiasmante. Per tutto il resto vale la frase di Rita Levi Montalcini, diventata ormai una citazione ricorrente: « Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza ».

(photo credits: Marcello Nicolosi, Catania)

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *