Femminicidio, non è pazzo il padre assassino

|Katya Maugeri|

CATANIA – Non è affatto semplice razionalizzare e credere che un padre possa compiere “lucidamente” un folle gesto lasciando una ferita aperta nel cuore di una madre che trova il coraggio di combattere per ottenere giustizia. Una giustizia che non le farà riabbracciare sua figlia, ma ne salverà la dignità.

“Non so cosa avrei preferito, quale fosse realmente la conclusione che avrebbe fatto meno male pensando al suo terribile gesto. Lui, il padre di mia figlia era consapevole dell’atto atroce che stava compiendo”, dichiara Giovanna Zizzo, madre di Laura Russo in merito ai risultati dei periti nominati dalla Corte di Assise d’Appello di Catania, presieduta da Maria Concetta Spanto. Per lo psichiatra Domenico Micale e la psicologa José Maria Prezzemolo, infatti, nulla lascerebbe presupporre a elementi di disturbo psichiatrico da incidere sulle sue capacità mentali. Nessuna infermità mentale, quindi, per Roberto Russo.

“Subentra la consapevolezza che il suo gesto era lucido – continua Giovanna Zizzo – e lo sapevo già, dai racconti dei miei figli. È un dolore atroce pensare che una donna possa essere privata dell’amore più grande, quello dei propri figli, solo perché una relazione giunge al termine”. L’uomo, secondo i periti, avrebbe manifestato inoltre “una elaborazione di pensiero organizzato e finalizzato”, tanto da non mostrare – dopo l’omicidio –  turbe dell’area psicotica. “Mi auguro solo che resti in carcere con il massimo della pena, la pena certa – continua la donna – comprendendo le conseguenze del suo brutale gesto: ha distrutto una famiglia, ha rovinato l’adolescenza ai suoi ragazzi. La vita di mia figlia spezzata inutilmente”.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Antonio Patti ha chiesto chiarimenti sui possibili effetti collaterali dovuti all’assunzione di ansiolitici, che Russo racconta di aver ingerito, in quantità non ben precisata, prima di aggredire e uccidere la figlia. Ma per i periti non si sarebbero manifestati né allucinazioni, alterazioni del comportamento, collera o psicosi, nei giorni precedenti al delitto, nemmeno quando l’uomo già assumeva il farmaco, né durante la carcerazione, quando gli è stato somministrato un altro ansiolitico, con un dosaggio più elevato.

Una breve sospensione dell’udienza è stata disposta dalla Corte quando Roberto Russo, dopo aver chiesto di poter rendere dichiarazioni spontanee, è entrato nel merito dei contenuti della perizia, chiedendo come mai nessuna domanda gli fosse stata posta sul periodo di insonnia sofferto. Prontamente redarguito dalla presidente della Corte, l’imputato ha poi rinunciato alle dichiarazioni spontanee. La prossima udienza è prevista il 19 ottobre.

“Non smetterò mai di lottare anche se otterrò giustizia per Laura – conclude Giovanna Zizzo – lotterò per tutte quelle donne, ragazze, bambine uccise in nome di un amore malato, anche se in realtà non esiste un amore malato: chi ti ama non ti uccide, ti lascia libera”.

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