G7, dal discorso di Enzo Bianco ai consorti


 
 
 
 

CATANIA – Pubblichiamo il testo integrale del saluto rivolto dal sindaco Enzo Bianco ai consorti dei capi di Stato e di Governo in visita a Palazzo degli elefanti:

“Desidero porgere un caloroso benvenuto a nome della Città di Catania, nel Palazzo degli Elefanti, da secoli sede del Municipio. Catania, secondo alcuni “Katà Aìtna”, sotto l’Etna. È questo vulcano che caratterizza il nostro territorio, tra  colate e sabbia lavica che rende la terra un giardino lussureggiante.

Così, ventotto secoli addietro, per la precisione nel 729 avanti Cristo, il greco calcidese Teocle sbarcò nella Baia delle colombe.  In questi ventotto secoli a Catania è accaduto di tutto o quasi: innumerevoli eruzioni, terremoti, maremoti e sbarchi di popoli diversi che portarono guerra ma anche il meglio del loro sapere.

In questi secoli la nostra città è stata più volte distrutta e ricostruita, rinascendo sempre, come la fenice, dalle proprie ceneri. E non si è mai fermata.  È ancora il monte Etna, di notte, a guidare idealmente verso questa piccola terra promessa tante famiglie di pellegrini che affrontano il Mediterraneo per sfuggire a guerre, fame e morte. In molti non ce la fanno come pochi giorni fa, in un barcone rovesciato. E spesso sono donne e bambini.

I Catanesi, che hanno conosciuto il dolore lancinante dell’emigrazione, comprendono. Spartendo, pur non essendo ricchi, ciò che hanno.  Catania, la Sicilia, è terra di pace, d’accoglienza, di collaborazione e integrazione tra popoli.  In questa città abbiamo oggi problemi da affrontare tipici delle grandi città europee. Disagio nelle periferie, alta disoccupazione giovanile e femminile, una presenza criminale ancora non debellata.

Ma abbiamo una antica Università fondata nel 1434. Un insediamento industriale Hi-tech , in particolare nella micro-elettronica, che ci fa parlare di Etna Valley; una grande tradizione letteraria e musicale (qui sono nati tra gli altri Vincenzo Bellini e Giovanni Verga). Abbiamo monumenti, quadri, libri, statue, palazzi, castelli, segni di una grande civiltà. Alcuni li vedrete nel breve giro che faremo fra poco.

Abbiamo tracce delle numerose civiltà ospitate anche  nella tradizione gastronomica che è espressione  di un territorio ricco di diversità e di culture. Fra poco ne vedrete i colori e ne scoprirete i sapori e gli odori. Vorrei concludere questo mio breve discorso di benvenuto,  ricordando alcune cose che hanno detto di noi scrittori dei vostri Paesi.

Cominciamo dalla Germania – Joachim Sauer -, con Goethe, che vedeva la Sicilia come “centro meraviglioso di tanti raggi di storia universale” affermando che qui “è la chiave di tutto”;  E poi la Francia – Brigitte Macron-. Con Guy De Maupassant che ci definiva “uno strano e divino museo di architettura”.

Per gli Stati Uniti d’America – Melania Trump -. Truman Capote ha spiegato meglio d’ogni altro come in Sicilia non faccia paura l’arrivo dell’inverno perché ci si può “sedere davanti al fuoco ad aspettare la primavera in cui germoglia la menta sulle rive dei ruscelli, gli alberi morti si inghirlandano di rose canine e persino il brutale cactus mette teneri fiori”.

Per il Giappone – Akie Abe – ci ha incuriosito Kazuo Ishiguro, da Nagasaki sorpreso dalle “cose diverse e inimmaginabili” viste in questa Sicilia terra di meravigliosi scrittori e irresistibili dolci. Per la Polonia come non citare Jaroslaw Iwaszkiewicz che vedeva nella nostra Isola la sua seconda Patria e sosteneva che “Venire in Sicilia significa vivere un’avventura colorata e intellettuale”.

Il Regno unito è rappresentato da Francis Elliot: “Si dice che le dee vergini – Proserpina, Minerva e Diana – tesserono una tonaca di fiori variopinti per il padre Giove. Ora capisco perché gli Dei hanno tanto amato la Sicilia”. Di cibo parla anche, in Canada, Caterina Edwards, che ha scritto, mescolando nel suo libro, al ritmo del noir, citazioni del filosofo Empedocle, frammenti di mitologia greca e fiabe della tradizione popolare siciliana.

Per l’Italia, infine, abbiamo scelto – Signora Gentiloni – uno scrittore siciliano, Leonardo Sciascia, che diceva:  “L’intera Sicilia è una dimensione fantastica. Come si fa a viverci senza immaginazione?”.

Nel darVi il benvenuto, dunque, vi invito a usare tutta la fantasia che potete. So di essere di parte, orgoglioso della mia terra, ma sono felice di augurarVi di poter godere appieno di una terra da sogno”.

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