Il 23 maggio, un giorno di riscatto e non solo di lutto


 
 
 
 
 
 

PALERMO – “Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Purtroppo però la mafia non è ancora stata sconfitta e, a distanza di 25 anni dalla morte di Falcone, ha dato un evidente segno di vitalità con l’uccisione del capomafia del mandamento di Porta Nuova. Questo accade mentre personalità e istituzioni si preparano alla commemorazione di domani, intanto due killer in pieno giorno sparano e uccidono un uomo”.  Lo ha detto il senatore Francesco Campanella del gruppo misto commentando l’uccisione di un boss  a Palermo.

“Il sacrificio di Falcone – aggiunge il senatore – e quello degli altri martiri di mafia sembra essere insignificante non solo dalla mafia ma anche dal modo complessivo in cui le stesse istituzioni gestiscono la lotta a cosa nostra, penso ad esempio alle incredibili irregolarità nella gestione dei beni confiscati: è tragico pensare al sacrificio di Falcone e Borsellino, quello di La Torre e di Di Salvo, guardando alla mala gestione de patrimoni confiscati dei boss, guardando al caso Saguto, guardando a quegli immobili confiscati ai mafiosi in cui i loro parenti continuano a vivere, senza che nessuno li estrometta. È grottesco vedere tante personalità accumulare visibilità proclamandosi campioni dell’antimafia e poi avere rapporti coi mafiosi. Arrivando così alla commemorazione di domani appare chiaro che la lotta alla mafia va ripensata seriamente nello spirito di chi la porta avanti e nei metodi di lotta. Perché il 23 maggio sia un giorno di riscatto e non solo un giorno di lutto”.

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