La piazza che non c'è dedicata al fisico scomparso


 
 
Daniele Lo Porto

CATANIA – C’è una piazza che in città non esiste. Piazza Vittorio Emanuele. Forse solo un catanese su 100, pur passandoci spessissimo, sa dove si trovi. Anzi sono almeno due: anche piazza Cavour (cioè piazza Borgo)in pochi sanno dove sia, pur essendo in un punto centrale della viabilità, attraversata da migliaia di auto in entrata e in uscita da Catania, luogo di ritrovo per centinaia di cittadini. Bene, forse volendo sollecitare l’ironia tipica dei pro nipoti di Nino Martoglio e degli spettatori di Tuccio Musumeci, al sindaco Enzo Bianco non poteva sembrare soluzione migliore che dedicare ad un fisico scomparso (un buco nero nella storia della città e della scienza italiana) una piazza che nell’immaginario collettivo non esiste: piazza Vittorio Emanuele, da sempre chiamata “piazza Umberto”, perché si trova a metà di via Umberto, appunto.

Stamattina il sindaco di Catania  ha scoperto, nel corso di una breve cerimonia, una targa con cui l’ex piazza Vittorio Emanuele III viene dedicata al fisico catanese Ettore Majorana nei giorni in cui numerosi fisici di tutto il mondo stanno partecipando a un convegno internazionale in corso nell’Università di Catania.  La nuova intitolazione della piazza era stata decisa  il 28 aprile del 2015 dalla Commissione toponomastica del Comune di Catania nel corso di una seduta alla presenza, oltre al sindaco, dei professori Antonio Di Grado e Lina Scalisi e dei consiglieri comunali Sebastiano Anastasi, Giovanni Marletta e Nino Vullo.
Ettore Majorana nacque nel 1906, penultimo di cinque fratelli, in via Etnea 251 e la sua morte presunta venne dichiarata dopo la scomparsa il 27 marzo del 1938 sul piroscafo partito da Napoli e diretto a Palermo. Il sindaco, introdotto dalla prof.ssa Clementina Agodi dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare, alla presenza del prof. Francesco Iachello, ordinario di fisica teorica a Yale, della famiglia Majorana e dell’assessore alla Cultura Orazio Licandro,  ha rievocato la figura di questo bambino prodigio, capace di elaborare a mente complicati calcoli matematici e geniale in fisica, che operò come teorico nel gruppo guidato da Enrico Fermi dei “Ragazzi di via Panisperna”. Sulla sua misteriosa scomparsa, quando aveva appena 31 anni ed era considerato un’autorità nei campi della fisica nucleare e della meccanica quantistica relativistica, vennero fatte molteplici ipotesi, comprese quella del suicidio, del ritiro in un convento e della fuga in un Paese del Sudamerica. Infine Bianco ha scoperto la lapide che intesta la piazza a Ettore Majorana. Particolarmente intense le pagine lette da Angelo D’Agosta, attore del Teatro Stabile di Catania, tratte da “La scomparsa di Majorana” di Leonardo Sciascia.

Superfluo aggiungere che la piazza che non c’è per i catanesi, almeno per i prossimi cento anni (piazza Esposizione docet, cioè piazza Verga) continuerà ad essere piazza Umberto.

 

 

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