La rinite allergica di Miccichè

La rinite allergica di Miccichè


|Daniele Lo Porto|

Se non ho capito male e rileggendo alcune vecchie interviste di Gianfranco Miccichè mi sembra di ricordare che cinque anni fa l’ex enfant prodige di Forza Italia non sostenne Nello Musumeci nelle elezioni per la presidenza della Regione Siciliana perché era in compagnia di Alfano-Firrarello-Castiglione con i quali non è mai stato in buoni rapporti.

Adesso, leggo un comunicato ufficiale del resuscitato coordinatore forzista in Sicilia che insieme al centrista Saverio Romano, si disimpegna dalla pratica delle primarie perché si punta ad una fronte ampio, cioè una grande ammucchiata per sconfiggere l’inarrestabile armata Brancaleone camuffato da circo di Crocetta. Pare che si cerchi un esponente “democristiano” – definiamolo così per comodità – che possa attrarre la componente cattolica del Pd e, comunque, i più moderati. Le prime indiscrezioni parlano addirittura di un esponente che potrebbe essere di area alfaniana. Se non ho capito male, adesso Miccichè non sosterrebbe la legittima e autorevole candidatura di Musumeci, o di Gaetano Armao, pronto a sottoporsi al test delle primarie, per dare spazio a quell’errore semantico e politico che è l’Ncd, anche se ora si chiama Alternativa popolare, un nome meno compromettente e caratterizzante che permetterebbe agli statisti buoni per tutte le stagioni di poter scegliere su quale fronte schierarsi, centrodestra o centrosinistra, indifferentemente.

Ufficialmente il senatore-contadino di Bronte ha fatto i nomi di Roberto Lagalla, già sceso in campo autonomamente da un paio di settimane, del suo pupillo, il professore ed europarlamentare Giovanni La Via e, extrema ratio, Enzo Bianco, il sindaco metropolitano di Catania, per il quale si starebbe preparando una exit strategy: la sfiducia a Crocetta in modo da accorciare i tempi di dimissioni del sindaco di Catania.

Insomma, ipotizzando che difficilmente Musumeci farà buon viso a cattivo gioco – almeno che non si trovi un’adeguata contropartita politica -, il centrodestra si presenterà spaccato alle urne per l’elezione dell’Ars e della più alta carica regionale, con il risultato di favorire, se non addirittura spianare, la corsa dei grillini, che pur in calo di popolarità e con qualche problema di credibilità, a Palermo come a Roma, tra firme false e intempestive sciate, sembrano in grado di approfittare dello sbriciolamento dei già instabili poli tradizionali.

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  1. In un colpo solo Micciché riuscirebbe a far perdere il centrodestra, rifare amicizia con Alfano,Firrarello e Bianco, in perenne nomadismo politico, tradire Lombardo, che gli fece tradire Cuffaro e Cuffaro che tradì per Lombardo, ma soprattutto darebbe dignità a Crocetta, che gli deve la presidenza della Regione, consegnando la medesima ai grillini. Un grande!

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