La stanza rossa, l'orrore del femminicidio


 
 

GIARRE – Lo stalking e il femminicidio, con tutta la forza che l’immagine cinematografica può offrire è il contenuto di “La stanza rossa”, un cortometraggio realizzato dalla giovane e promettente società di produzione Jaws Production nata nel 2016 da un gruppo di ragazzi specializzati in diversi campi della produzione cine-televisiva. La regia è di Luca Arcidiacono, che in dieci minuti riesce ad affrontare queste scottanti tematiche, molto complesse e articolate. La cura dei dettagli è meticolosa e questo emerge dalla scelta di ogni inquadratura studiata per far trasparire le inquietudini del protagonista. Il cast, formato da professionisti ed emergenti, come il giovanissimo Christian Roberto, offre una validissima performance, che mette in risalto tutte le intenzioni del cortometraggio. Sembra così naturale poter etichettare uno squilibrio mentale o un vero e proprio disturbo in una persona, semplicemente da alcuni stereotipi. In realtà spesso le persone più (apparentemente) normali nascondono i disturbi peggiori. Chi potrebbe mai sospettare di uno stimato assistente universitario? Questo cortometraggio può sembrare un’analitica descrizione di un lato della psiche umana, ma alla fine ci lascia con diversi interrogativi sul concetto comune di normalità e con un punto di vista assolutamente differente nell’osservare certe problematiche. Il film, distribuito dalla Premiere Film, è stato il 2 settembre scorso durante la Mostra del Cinema Venezia. L’opera è stata presentata a Giarre, il 9 novembre scorso, nella sala Messina, da Maria Privitera, socia della Società giarrese di storia patria e cultura, che ha promosso l’iniziativa, in collaborazione con l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco, Angelo D’anna. Era presente, tra gli altri, il rettore del sodalizio organizzatore, professor Nicola Mineo.
La relatrice ha affrontato le delicate tematiche trattate dal cortometraggio sotto il profilo dapprima psicologico e poi patologico del suo protagonista principale dove s’intercettano sia aspetti palesi, che mascherati di una personalità tipica del serial killer. Spiega.
“Luca Arcidiacono regista di grande talento inorgoglisce la città di Giarre non solo perchè è un giarrese ma soprattutto perché i suoi successi sono interamente meritati. Nella sua qualità di regista il suo bagaglio personale e professionale è ricco di contenuti e di ampie prospettive, ma dietro un regista c’è sempre una persona e come tale il suo bagaglio umano, che, nel caso di Luca, è ricco di valori, perché Luca è una persona vera, autentica e di grande capacità che vuole prendere e mettere in scena gli aspetti veri della vita. Nel suo desidero di comunicare, nei messaggi che trasmette e che vuole trasmettere allo spettatore, utilizza con maestria tutta la forza a cui si presta la cinematografia e nello stesso tempo combina alla forza delle sue idee altri elementi quali passione, talento e tanto coraggio perché all’interno di questo cortometraggio, Luca ci mostra anche una parte di società malata da cui dobbiamo e possiamo difenderci solo stando attenti ai possibili segnali che si possono cogliere dietro i ruoli sociali che non vanno sopravvalutati e senza sottovalutare i rischi o le conseguenze d’incontri o appuntamenti casuali ”.
“La stanza rossa”, best thriller ai Los Angeles Film Awards 2017, è candidato al concorso per il David di Donatello 2018.

Mario Pafumi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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