L'Islam radicale e la difesa del bufalo


 
L’ultimo giallo del nostro Carlo Barbieri recensito da Antonio Calabrò:

Letture per l’estate:  “La difesa del bufalo”, Dario Flaccovio Editore. Il sottotitolo è esplicativo. “Un foreign fighter a Palermo. Una corsa contro il tempo per scongiurare l’attentato”. Un buon romanzo, utile anche per capire cosa passi per la testa dei terroristi dell’Islam radicale. E come si possano costruire strade umane di contrasto e, forse, integrazione. Vigilia della festa di Santa Rosalia, il “festino” della Patrona della città, spettacoli, fuochi d’artificio e gran folla per strade e piazze. Occasione ottima, per un’operazione terroristica. Che vede in scena Karim, immigrato tunisino, ben radicato a Palermo prima d’essere sedotto dalla predicazione islamista e mandato ad addestrarsi in Iraq. I servizi segreti sono in allarme, sulle voci d’un attentato. E il commissario di polizia Franco Mancuso (che i lettori avevano già imparato ad amare negli altri romanzi di Barbieri), indagando su uno strano omicidio, si ritrova sulle tracce di Karim. Si muovono in tanti, in una città torrida e popolare: un gruppo di caritatevoli suorine, un boss mafioso che dal carcere dell’Ucciardone tutto sa, un barista d’origine araba, un venditore di ferramenta… La fine non si svela. Resta il dilemma: perché uccidere e morire per un’idea, quando si tradisce l’umanità di persone note e amate?

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