Vigile in coma, ore contate per i complici del ventenne violento


 
Daniele Lo Porto

CATANIA – “Mi ha fermato, abbiamo litigato e l’ho colpito con una manata, ma non ho visto che era caduto a terra. Sono pentito”. Vent’anni, era lui alla guida del motorino fermato da vigile urbano Luigi Licari nella notte di domenica, che conferma di aver colpito, ma non in modo così violento da avergli potuto provocare il trauma cranico. Interrogato dagli investigatori della Squadra mobile durante il provvedimento di fermo, con l’accusa di tentato omicidio, alla presenza dei legali, il ragazzo ha fornito la sua dinamica dei fatti, che però non convince completamente i poliziotti. Il medico legale, infatti, da una prima perizia sugli esami radiografici al cranio dell’ispettore della Polizia municipale ha escluso che il trauma possa essere la conseguenza di una caduta, ma provocato da un oggetto che lo ha colpito violentemente. Fin dalle prime e confuse ricostruzioni dell’accaduto sembra che il vigile sia stato colpito con un casco da motociclista.
La lite tra il motociclista e l’ispettore sarebbe avvenuta in due fasi, prima solo verbalmente quando il vigile urbano ha impedito l’ingresso al ragazzo in via del Rotolo che era chiusa al transito, poi sarebbe degenerata in uno scontro fisico quando il ventenne è tornato indietro e dalle parole si è passati ai fatti. “C’era confusione, tanta gente attorno, non l’ho visto cadere per terra. Sono pentito di quello che ho fatto” ha detto il sospettato ai funzionari della Polizia di Stato che su delega del procuratore Carmelo Zuccaro, dell’aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Santo Distefano stanno coordinamento le indagini. All’individuazione del ragazzo si sarebbe arrivati confrontando diverse testimonianze, fin dal giorno dopo l’accaduto. Il fermo dovrà essere confermato dal giudice per le indagini preliminari dopo l’interrogatorio di garanzia.
Restano, intanto, stazionarie, quindi gravi le condizioni di Luigi Lipari che è ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Cannizzaro.
Gli investigatori sono impegnati per individuare gli altri componenti del “branco” perché pare che ad aggredire selvaggiamente il vigile sia stato un “branco”, composto da quattro persone alla cui identificazione si potrebbe arrivare nelle prossime ore, come frutto dell’attività investigativa e non per collaborazione del ragazzo fermato.
Il quartiere di Picanello, all’interno del quale ricade via del Rotolo, è letteralmente in stato d’assedio da parte della Polizia municipale, Polizia di Stato, Guardia di finanza e Carabinieri che nel solo giorno di martedì hanno elevato 164 verbali per divieto di sosta; effettuati 23 rimozioni di auto; 20 sequestri amministrativi di veicoli; 22 fermi amministrativi di veicoli; 20 verbali per mancato uso del casco; 19 verbali per scopertura assicurativa; 19 verbali per omessa revisione; 14 verbali per mancanza di documenti al seguito; 5 verbali per guida senza patente; 4 verbali per uso del telefono alla guida; 2 verbali per mancato arresto all’alt del agente operante. La militarizzazione del quartiere è proseguita fino a ieri per rompere il muro di omertà che ha cercato di nascondere il “branco” composto, sembra, da almeno quattro persone, tra le quali due donne che avrebbero spalleggiato il ventenne e un altro ragazzo.
Intanto, la così detta “società civile” si è organizzata, anche se un po’ a rilento: oggi pomeriggio, dalle 17 alle 19 sit in in piazza Nettuno a pochi metri dalla zona dell’agguato, su iniziativa di alcuni cittadini, manifestazione, nata da spontaneamente e rilanciata tramite i social. Domani, invece, alle 18,30, in via del Rotolo la mobilitazione per così dire ufficiale su iniziativa della presidenza del Consiglio comunale dopo che la proposta era stata lanciata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.

Infine, il sindaco di Catania Enzo Bianco ha telefonato per complimentarsi al capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli, al procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro e al questore Giuseppe Gualtieri. “Lo Stato c’è – ha detto Bianco commentando la notizia dell’arresto – e ha dato la sua risposta pronta ed efficace. La risposta che la Catania civile meritava. Adesso aspettiamo che anche i complici del giovane che ha confessato vengano individuati.
Il mio pensiero – ha concluso il sindaco – va all’ispettore Licari. Tutti auspichiamo che venga al più presto sciolta la prognosi e che possa tornare all’affetto dei suoi familiari”.

 

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