L'ultimo abbraccio di tutta Catania al campione schivo Franco Di Maura


 

CATANIA – “Franco Di Maura è stato un grande rugbista, uno di quegli atleti che hanno saputo portare in alto il nome di Catania con orgoglio e senza chiedere nulla”. Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco ricordando la figura del “Vichingo”, come era soprannominato Di Maura, un gigante con capelli e barba rossi, scomparso ieri all’età di 70 anni. “Franco Di Maura – ha detto Bianco – è stato, con il fratello Elio, anche lui bandiera dell’Amatori Catania, il capostipite di una famiglia di rugbisti che hanno onorato la nostra città e l’Italia. Un uomo buono, appassionato, sempre sorridente l’Azzurro numero 256, che è stato maestro di sport per tanti rugbisti di talento, da Orazio Arancio ad Andrea Lo Cicero e viene ricordato dalla città con grande affetto. Da poco in pensione dopo esser stato per anni addetto agli impianti sportivi del Comune e in particolare del PalaGalermo, ha saputo essere anche in questa attività un punto di riferimento per atleti di diverse discipline, come il basket. La Catania sportiva e non solo lo ha abbracciato ieri mattina per l’ultima volta in una cattedrale stracolma di uomini, dolore e passione. Atleta di grande valore, uomo schivo e generoso, Franco Di Maura era apprezzato da tutti coloro che lo conoscevano.

“Era una bandiera dello sport catanese e nazionale. Ciccio Di Maura detto il “vichingo” era una delle espressioni più belle e autentiche del mondo del rugby che con l’Amatori Catania aveva tenuto alto il nome di Catania e della Sicilia nel panorama sportivo nazionale. Un gigante buono con un cuore grande. Quello stesso cuore che ieri sera lo ha tradito in maniera fulminante. Ancora incredulo, con grande dolore lo onoro come Amico ma soprattutto come interprete di uno sport intriso di valori e di valenza sociale”, così Angelo Sicali ricorda l’amico scomparso improvvisamente.

All’attivo aveva anche alcune presenze con la maglia dell’Italia (è stato l’Azzurro n.256). Franco ha giocato per gran parte della sua carriera con gli Amatori Catania, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Soprannominato “il Vichingo”, ha portato gli Amatori Catania in Serie A, per poi militare in tale selezione per quasi quindici anni. Per gran parte della sua vita è stato più vicino al basket che al rugby. Impiegato presso il Comune di Catania, era il custode del PalaGalermo, ed era diventato una figura di spicco, molto vicino ai tifosi e ai cestisti, oltre a garantire l’ordine nel palazzetto dello sport. Ieri un infarto se lo è portato via, dopo aver compiuto da poco 70 anni, il 16 luglio.

Uomo di altri tempi, un giocatore unico che ha indossato come seconda pelle i colori della sua Amatori Catania, fratello di Elio, e zio di Norman Di Maura ex FemiCz Rovigo, prima di passare alle Fiamme Oro e poi agente operativo.

“La generosità di Franco sara’ sempre nei nostri cuori e il suo continuare sempre ad emozionare tutti con i suoi ricordi di successi e battaglie sul campo dovrà essere da esempio per i giovani rugbisti” il messaggio della società siciliana in ricordo di Franco Di Maura, cordoglio a cui si è unito anche il presidente federale Alfredo Gavazzi, il Consiglio e tutta la Federazione che hanno appreso con profonda tristezza la notizia. Franco Di Maura, è mancato martedì 18 luglio a Catania all’età di 70 anni.

Storica figura del rugby etneo, che aveva rappresentato per lunghi anni in seconda linea con la maglia dell’Amatori, Di Maura aveva indossato la maglia della Nazionale nel 1971 a Napoli, in un test-match di Coppa Europa contro il Marocco che aveva visto i nordafricani superare gli Azzurri per 8-6. Aveva ricevuto il cap numero 256 nel febbraio 2013, in occasione della cerimonia di consegna che aveva visto oltre 400 Azzurri di tutte le epoche riuniti per un giorno al Salone d’Onore del Coni.

Alla famiglia Di Maura  le condoglianze  della redazione di sicilianetwork.info
 
 
 

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