Pippo Fava, il sacrificio non è stato inutile


 
 
Daniele Lo Porto

CATANIA –  Due anni fa aveva sorpreso se stesso ed i cronisti che, alle 16, nell’ambito di un manifestazione quasi riservata, avevano deposto un mazzo di fiori. Il proprietario del garage aveva abbassato per qualche minuto la saracinesca.

“Non l’ho mai fatto in tanti anni…”

aveva aggiunto scrollando le spalle. Stasera in via Pippo Fava le luci di un sexy shop che ha sostituito la storica officina si sono spente per qualche minuto. Una presenza che stonava nell’austerità del momento: i vigili urbani in alta uniforme, tante persone che parlavano tutte sottovoce, le note del “silenzio” suonate con una tromba da un bambino imbarazzato e felice.  Tutto questo dopo l’arrivo silenzioso del corteo de “I Siciliani giovani” e di altre associazioni partito da piazza Roma,  insieme a Claudio Fava, Miky Gambino e Riccardo Orioles, protagonisti dell’esperienza prima al Giornale del Sud e poi a I Siciliani, le figlie di Elena Fava, altri protagonisti di una stagione ormai lontana  di forte reazione civile, come padre Salvatore Resca, tra i fondatori di Cittàinsieme. Le istituzioni presenti con l’assessore comunale Rosario D’Agata, il sindacato dei giornalisti con il consigliere nazionale Luigi Ronsisvalle e il presidente dell’Unione cronisti di Catania, Filippo Romeo.

Catania ha ricordato Giuseppe Fava

nel giorno del 34esimo anniversario dell’omicidio del giornalista e scrittore assassinato dalla mafia la sera del cinque gennaio 1984, davanti all’ingresso del teatro Stabile di Catania. L’agguato scattò dopo che aveva posteggiato la sua auto: mentre stava per aprire la portiera un sicario lo uccise con cinque colpi di pistola alla testa. Per il delitto sono stati condannati in maniera definitiva all’ergastolo il capomafia Benedetto “Nitto”  Santapaola e il boss Aldo Ercolano.

“Non è stato un sacrificio inutile”

ha dichiarato Claudio Fava, figlio di Pippo, giornalista e deputato regionale – e lo dimostra anno dopo anno, giorno dopo giorno, come    questa storia sia diventata una storia collettiva utile a tanti. E anche come sia cresciuta una generazione di giornalisti che hanno oggi l’età che avevamo noi quando eravamo i figli di Giuseppe Fava e che tengono alto l’onore, la dignità e la determinazione di questo mestiere qui e ovunque. Credo che sia la cosa più significativa che vada ricordata e raccontata”.

Dopo il presidio in via Pippo Fava (ex via dello stadio) al teatro Verga, si è svolto un incontro-dibattito con la partecipazione di Claudio Fava,  preceduto dalla proiezione di un trailer-film, e in chiusura, è stato consegnato il premio Fava 2018 alla memoria di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa dall’esplosione della sua auto alcuni mesi fa.

Pietro Grasso, presidente  del Senato ha dichiarato: “La  colpa di Fava è stata quella di raccontare sempre la verità, svelando gli intrecci tra mafia, politica e affari della sua Catania. Ripeteva: “a che serve essere vivi, se non si ha il coraggio di lottare?” Celebrarlo e ricordarne gli insegnamenti – aggiunge – significa anche schierarsi ogni giorno dalla parte di chi, come lui, ha scelto di combattere le mafie con la forza delle parole”.

«Nel ribadire, in ogni sede e con ogni fermezza, l’importanza della lotta al fenomeno di Cosa Nostra, voglio ricordare oggi la figura straordinaria di Fava e con lui quella dei troppi giornalisti uccisi per via del loro impegno contro ogni forma di criminalità organizzata: da Peppino Impastato a Giancarlo Siani, da Cosimo Cristina a Mauro De Mauro, da Mario Francese a Mauro Rostagno, da Giovanni Spampinato a Beppe Alfano. Figure che restano da esempio granitico per tutti quei cronisti, editorialisti, autori di inchieste, impegnati a denunciare e raccontare i fatti, col rischio costante di minacce e intimidazioni. A loro vada sempre il massimo sostegno delle istituzioni e la gratitudine della società tutta”.», ha  affermato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

 «Pippo Fava ha rappresentato, in anni bui della politica e dell’informazione in Sicilia, un’esperienza umana e professionale unica, una storia di indipendenza, coraggio e lucida capacità di analisi che ha lasciato il segno non soltanto nella nostra regione”, ha sottolineato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

In mattinata, la Fondazione La Città Invisibile, ha fatto esibire i musicisti  dell’Orchestra Infantile “Falcone Borsellino», nell’area Partenze dell’aeroporto di Catania.

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