Mafia, processo Araba Fenice: il Comune di Belpasso parte civile


 
 
 

BELPASSO  – Il Comune di Belpasso è stato l’unico soggetto ammesso come parte civile nell’ambito del processo “Araba Fenice”, la cui udienza preliminare si è svolta ieri. Nessuna associazione antimafia o antiracket è stata ammessa a partecipare al giudizio, che si svolge nei confronti di Aldo Navarria e altri quattro imputati per reati di criminalità organizzata che hanno riguardato anche il territorio di Belpasso.

«Questa è la seconda volta in due anni – ha spiegato il sindaco, Carlo Caputo – che il Comune si costituisce e viene ammesso in un processo contro la mafia. Voglio sottolineare che azioni di questo genere in passato non erano mai state attuate da nessuna amministrazione, mentre noi abbiamo fatto una scelta precisa a tutela della dignità di questa città e del suo territorio, colpito negli anni dalla presenza malavitosa. Sono particolarmente soddisfatto che la nostra richiesta di costituirci parte civile sia stata accolta, perché questo vuol dire che viene riconosciuto un interesse dell’ente pubblico e simbolicamente di tutti i cittadini ad essere rappresentati e difesi nel processo. La legalità non è fatta di tante parole, ma si costruisce giorno dopo giorno, anche con azioni come queste».

La Giunta municipale aveva deliberato il 29 giugno 2017 di dare incarico a un legale per chiedere la costituzione come parte civile dell’Ente nel procedimento in questione, con l’obiettivo – si legge nel documento – di “difendere e tutelare così il buon nome, l’immagine e la volontà di riscatto morale del Comune, condannando ogni atto e comportamento di stampo malavitoso che arreca danno e pregiudizi alla collettività ed al territorio di Belpasso”.

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