Omicidio Giordana Di Stefano: 30 anni di carcere per Luca Priolo

|Katya Maugeri|

CATANIA – Quarantotto coltellate che ancora bruciano in una ferita mai rimarginata, in quell’ergastolo di dolore che una madre dovrà scontare. Trent’anni, invece, per Luca Priolo. È questa la condanna che ha stabilito oggi il giudice Rosa Alba Recupido per l’assassino della giovane Giordana Di Stefano, uccisa due anni fa dall’ex compagno. Giordana, vent’anni, madre piena di amore e speranza, lui Luca, padre di sua figlia, e assassino senza pudore, la uccide perché stanco dei suoi ripetuti no, rifiuta il coraggio di una ragazza che vuole liberarsi dallo stalking. Uccisa brutalmente, spinto da un misto di morbosità e narcisismo.

Nei mesi scorsi il pubblico ministero Alessandro Sorrentino aveva chiesto, l’ergastolo con isolamento diurno. Dopo due anni la sentenza: trent’anni, per tenere conto della riduzione di pena imposta dal rito abbreviato. “Non dovrebbero premiare gli assassini con il rito abbreviato – dichiara la madre di Giordana, Vera Squatrito – non dovrebbero mai essere premiati. Non posso gioire perché mai potrà esserci giustizia: nessuno mi riporterà indietro mia figlia. L’ergastolo, è questa la pena che merita un assassino. Ma la sentenza di condanna a trent’anni rispetta la morte di mia figlia”.  Due anni dolorosi segnati dal coraggio della madre che non ha mai smesso di lottare per ottenere giustizia, per urlare il suo no alla violenza: incontrando i giovani, spiegando loro che un amore malato, morboso, non è amore, che la denuncia è un’arma di difesa. “Abbiamo ottenuto tutto ciò che è previsto dalla legge in un processo con il rito abbreviato – dichiara il legale della famiglia di Giordana, Ignazio Danzuso – ovvero 30 anni e sono state riconosciute anche tutte le aggravanti, fra cui la premeditazione dell’omicidio e la crudeltà”.

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