Palermo val bene un cena a Villa Certosa. Sgarbi porta a Berlusconi un vassoio che vale il 2%


 
 
Daniele Lo Porto

L’invito era per il fine settimana appena trascorso, a Villa Certosa. L’ospite d’onore è Vittorio Sgarbi, il padrone di casa Silvio Berlusconi. I due si conoscono da tempo,  da quando il giovane, diafano e ancora non grigio critico d’arte conquistò con la sua effervescente cultura e con l’indole polemista il palcoscenico del Maurizio Costanzo show.  La deriva nudista e gli estremismi comportamentali al grido ormai icona italiana “capre! capre! capre!”era ben lontana.

Non è stata una cena di piacere, o meglio non soltanto di piacere, perché entrambi sono ottime compagnie, dalla conversazione brillante, ma di interesse perché superati i convenevoli di rito il Berlusca avrebbe chiesto a Sgarbi di ritirare la sua candidatura alle regionali. Il critico d’arte non si sarebbe mostrato sorpreso e neanche perplesso. Dopo aver sparato raffiche di nomi buoni per il rimbalzo mediatico (assessori Contrada, il generale Mori, Morgan, insomma Crocetta appare un dilettante sprovveduto, al confronto) e aver fatto lievitare la sua probabile percentuale di consenso elettorale a ben il 2%, è arrivato il momento del do ut des. Sgarbi, che non difetta di intelligenza, è consapevole che in una competizione a turno unico o vinci o perdi, non hai la possibilità di “piazzare” il tuo pacchetto di voti al secondo turno. Insomma, la merce va venduta prima che si deteriori e così un bell’incarico da assessore regionale ai beni culturali, una sorta di vicerè delle antichità in Sicilia, potrebbe essere una bella soluzione, considerate le precedenti esperienze professionali e istituzionali di Vittorio Sgarbi.  Come sindaco di Salemi non ha lasciato traccia, ma come promoter dell’isola ai tempi dell’assessorato retto da Fabio Granata e di commissario straordinario alla Villa del casale di Piazza Armerina fu più incisivo. Poi la Sicilia gli piace perchè è una terra fuori dalle regole come è lui ed ha tanti amici sinceri ed estimatori che lo coccolano come il fratello geniale.

La trattativa potrebbe avere buon fine: Sgarbi è culturalmente di centrodestra, non ha mai nascosto, anzi ha esaltato la sua antipatia, definiamola così, per il centrosinistra e qualche battuta per i grillini potrebbe essere stata fatta per mero calcolo. Con Nello Musumeci si conoscono e si stimano: l’allora presidente della Provincia di Catania invitò il critico d’arte a visitare il Museo dello sbarco in Sicilia 1943 appena inaugurato e Sgarbi ne restò entusiasta, eravamo testimoni oculari.  La sua visibilità nazionale e internazionale, oltre che la consolidata capacità professionale, sarebbe certamente un valore aggiunto per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale.

 

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