Parole liberate: il canto verso la libertà

|Martina Pumo|

MILANO – Le parole non si fermano, neanche dietro le sbarre. Poesia e musica diventano il mezzo per dare voce ai detenuti. Il loro obbiettivo, il grande pubblico, le parole la loro unica arma. Parole Liberate: oltre il muro del carcere è il premio riservato ai poeti della canzone, detenuti che dalle carceri italiane danno voce alla loro arte. Un premio unico, che riesce a promuovere la cultura e la libertà di pensiero, nel luogo dove la parola libertà assume un significato enorme, promosso dall’omonima associazione, in collaborazione con l’assessorato alla Partecipazione del Comune di Milano e con il Dap –  Dipartimento Amministrazione Penitenziaria-Ministero della Giustizia. Oggi sono stati premiati i vincitori delle due ultime edizioni,  Giuseppe Catalano e Pietro Citterio, dal sindaco Beppe Sala. Le loro poesie, create dietro le sbarre, diverranno musica, due canzoni in collaborazione con artisti italiani. Durante la prima edizione era stato il cantante Ron ad aver musicato ‘Clown Fail’ di Cristian Benko in arte Lupetto. Molti i testi in gara, tanti i creativi che attraverso le parole esprimono il loro io, la loro situazione. La creatività come mezzo d’espressione del dialogo continuo tra il dentro e il fuori e la poesia come voce unica, accompagnata dal linguaggio che non conosce confini, la musica.

 

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