Regionali, Musumeci: "Non consegnate la Regione a una setta di arroganti"


 
 
 

CATANIA – I sondaggi sono un’opinione; una platea numerosa, entusiasta e partecipe è un fatto oggettivo, ma certo non basta. Per Nello Musumeci, d’altronde, comiziare è un’attività naturale, quasi un’esigenza fisiologica, per chi lo ascolta uno spettacolo di capacità oratorie e una lezione di politica. Così è stato anche alla Vecchia Dogana, luogo simbolo del recente percorso politico del candidato di centrodestra alla Presidenza della Regione, che proprio al porto tenne la convention di #diventeràbellisisma nel 2016, in patica l’inizio della campagna elettorale che si sta concludendo.

“Il centrodestra avrà una squadra degna di questo nome, con assessori tecnici e politici di spessore. Sarà un governo di alternativa. Cambieremo tante cose. Scriveremo una pagina nuova e soprattutto vorremmo essere il governo di tutti, non di quelli che si riconoscono soltanto sulle nostre posizioni. Abbiamo tanto lavoro da fare – ha sottolineato Musumeci – e noi vogliamo segnare la discontinuità con il passato sul piano dei metodi, sul piano degli obiettivi. Per questo la gente guarda a noi con tanta speranza”.

Gioca di fioretto Musumeci, ma non si sottrae al colpo di spada: “Sono convinto che i siciliani sapranno scegliere, perché non vorranno dare la Regione a una setta di arroganti, che usa una linguaggio volgare, rozzo e rancoroso, che non appartiene al dibattito politico”, il riferimento chiaro è ai grillini ai quali riserva la stoccata finale, partendo da lontano: “I partiti ci educavano al rispetto dell’avversario e delle istituzioni e nonostante gli attacchi quotidiani della stampa, non avremmo mai pensato di avere un atteggiamento di censura o di insofferenza nei confronti dei giornalisti (Grillo e la sua ormai tristemente nota frase  “vorrei mangiarvi per il gusto di vomitarvi”). E voi vorreste  consegnare la Regione a un presidente che si farà comandare, come la Raggi a Roma, da una persona di questo livello?” E, infine, rivolto direttamente al candidato avversario: “Cancelleri, giovanotto, ma di cosa dovremmo dirci noi due? Di cosa dovremmo parlare? Mia sorella vive di una modesta pensione, tu la sorella l’hai fatta deputato con 50 voti.  Io ho rispetto per la magistratura e per le sentenze, tu hai sputato su una sentenza del Tribunale di Palermo che ti dichiarava candidato abusivo e te ne sei fregato. Questa è la differenza tra me e te”.

“Io voglio fare un appello agli elettori del centrosinistra, ai tanti elettori del centrosinistra che hanno conosciuto e stanno pagando la sciagura della finta rivoluzione di Crocetta, che ha messo in crisi persino l’identità della sinistra, che certo non condividiamo, ma della quale abbiamo sempre avuto rispetto. Perché questa è la nostra educazione.  La base del centrosinistra stavolta può fare la differenza scegliendo di rafforzare la nostra posizione. L’unica soluzione è praticare il voto disgiunto, votando legittimamente uno dei loro candidati e il loro partito, ma scegliendo Musumeci presidente. E’ l’unico modo per arginare la deriva grillina, una demagogia disarmante – conclude  il candidato del centrodestra -. Qui più che altrove gli elettori di sinistra sanno che sono stato il presidente di tutti, che non ho mai guardato il colore politico dei miei interlocutori. Con me, lo sanno bene, avranno un presidente geloso del rispetto delle istituzioni”.

E dopo questo  inaspettato appello resta alta l’attenzione sul popolo di chi vuol disertare le urne, almeno il 50%, sfiduciato dalla politica attuale, dall’arroganza di alcuni vip, dalla deriva morale che sta trascinando i partiti lontani dalla società reale. Resta questo, forse più di Cancellieri, il grande avversario da battere: il non voto.

 
 
 

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