Porti vietati alle navi con migranti


 
 
 
 

PALERMO – “La proposta del governo italiano di impedire l’attracco al porto di imbarcazioni che salvano le vite umane è un atto di inciviltà e di barbarie, incompatibile con cultura giuridica e la storia del nostro Paese.” Lo afferma Giusto Catania, consigliere comunale di Palermo, eletto con la lista di Sinistra Comune.

“La chiusura dei porti italiani ai migranti sarebbe un vulnus alla nostra Costituzione e contribuirebbe ad alimentare una cultura xenofoba e razzista che rischia di diventare, sempre di più egemone, nella vita del nostro Paese. A Palermo impediremo, in tutti i modi, che si attui un simile misfatto: siamo pronti a praticare qualsiasi atto di disobbedienza civile, attivando tutte le istituzioni e le realtà sociali che in questi anni hanno fatto diventare la nostra città “capitale della cultura dell’accoglienza”.
Lo abbiamo scritto nella “Carta di Palermo” e non abbiamo intenzione di rinunciare all’identità di una città che in questi anni ha accolto migliaia di migranti, vivi e morti.”

“Per questa ragione – conclude Catania –  chiedo al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, di manifestare al Presidente Gentiloni la netta contrarietà della città di Palermo alla proposta avanzata dal governo italiano che rischia, ulteriormente, di favorire il genocidio dei migranti nel MediterraneoLa cultura dell’accoglienza è già scritta nel nome della nostra città, Palermo è la città “tutto porto”, proprio a segnare la visione di una comunità che non intende praticare alcuna forma di respingimento.”

“La Sicilia e l’Italia tutta sono sempre stati luoghi deputati all’accoglienza. Sono preoccupato dall’ipotesi prospettata dal presidente Gentiloni di chiudere i porti alle navi delle Ong che non battono bandiara italiana. Sono di Palermo e non abbiamo mai chiuso le porte in faccia a nessuno, anzi abbiamo cercato di accogliere tutti. – dice il senatore di Mdp Francesco Campanella commentando le parole del Presidente Gentiloni sulla possibile chiusura delle porte ai flussi migratori – È vero, i numeri sciorinati dal Viminale e che ho letto oggi su un articolo de Il Fatto Quotidiano fanno paura: nelle ultime 72 ore sarebbero sbarcati sulle coste del Sud più di dodicimila migranti, salvati da 22 imbarcazioni di organizzazioni non governative, la maggior parte delle quali – riferiscono dal ministero dell’Interno – battenti bandiera straniera. Dall’inizio dell’anno c’è un aumento del 14 per cento rispetto al 2016″.
“Il nostro Paese è messo a dura prova – aggiunge Campanella – e ritengo che le parole di Gentiloni siano una provocazione verso l’Europa. È arrivato il momento che l’Unione Europea smetta di girare la faccia dall’altra parte e si assuma la propria parte di responsabilità su quanto sta accadendo nel Mediterraneo. Questo esodo potrebbe essere gestibile se solo tutti se ne assumessero un po’ il carico. Gli Stati membri devono rendere concreti gli impegni presi nel Consiglio Ue sul Mediterraneo centrale. Dei quarantamila migranti che avrebbero dovuto essere ricollocati dagli altri Paesi europei dopo lo sbarco in Italia, nell’ultimo anno ne sono stati accolti solo settemila, quindi tale accordo già in essere, ė disatteso e, con la rotta balcanica sigillata, i flussi migratori verso l’europa sono riversati nel solo corridoio libico e quindi indirizzati verso il nostro paese. La sensazione di essere lasciati soli dai nostri partner europei è fortissima”.
 Il tema degli interventi umanitari nel Mediterraneo è particolarmente rilevante a livello internazionale, nazionale e locale e, come purtroppo ci ricordano puntualmente le cronache, specialmente in Sicilia si è passati da una fase emergenziale a una strutturale: su questo fronte, gli operatori coinvolti direttamente nelle operazioni di salvataggio attraverso i loro interventi elaborano di giorno in giorno best practices e sperimentano il coordinamento con gli altri attori che operano nell’area.

Di questi argomenti si parlerà venerdì 30 giugno alle 9,30, nell’aula magna del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania (via Vittorio Emanuele 49), nel corso della tavola rotonda si tiene la tavola rotonda ” Human Security and Humanitarian Interventions in the Mediterranean ” nel corso della quale numerosi esperti europei offriranno un contributo interessante al dibattito in corso sugli interventi umanitari nel Mediterraneo. L’incontro conclude il secondo “Crash Course” sul tema “Managing Crises at EU Med Borders”, organizzato nel quadro delle attività della Cattedra Jean Monnet EUMedEA finanziata dalla Commissione Europea attraverso il programma Erasmus+, al quale hanno preso parte 24 dottorandi e studenti di master provenienti da 12 Paesi europei (Italia, Bielorussia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Turchia) ed extra-europei (Algeria, Cina, Egitto, Iran, Marocco).

Dopo i saluti del rettore dell’Università di Catania Francesco Basile, del direttore del dipartimento Giuseppe Barone e della prof.ssa Stefania Panebianco, titolare della Cattedra Jean Monnet EUMedEA, il prof. Christian Kaunert, direttore accademico dell’Institute of European Studies di Bruxelles, presiederà la tavola rotonda.

Parteciperanno Marika Armento (Senior Protection Assistant, Unhcr), Mark Camilleri (Senior Policy Officer, Easo), Isabella Cooper (Spokesperson, Frontex), Emilie Dubuisson (SAR Humanitarian Affair Officer, Médecins Sans Frontières) e Sergio Liardo (capo del centro italiano di Coordinamento per il Soccorso in Mare, Capitano di Vascello della Guardia Costiera Italiana) per confrontarsi sugli aspetti più critici degli interventi umanitari che vengono condotti per trarre in salvo i migranti in difficoltà nel Mediterraneo.

 

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