Regione, in Sicilia 600.000 poveri


 
 
 

PALERMO – “In Sicilia, secondo le stime Diste, piu’ di 200 mila famiglie residenti vivono in assoluta povertà. Una dato che fa impressione visto che ‘coinvolge un totale di quasi 600 mila persone che contribuiscono alla crescita delle disuguaglianze sociali’”. Lo sottolinea il senatore Francesco Scoma, vice commissario di Forza Italia in Sicilia che aggiunge: “Questo stato di cose deve essere fermato, e lo si potrà fare solamente rilanciando l’economia, facendo ripartire i consumi e da questi creando nuovi posti di lavoro vero e non precario. Lo si potrà fare soltando abbassando le tasse inique di questo Paese. Questa è la ricetta –conclude Scoma – per ridare fiato alle imprese e alle famiglie e una occupazione vera a chi la cerca, soprattutto ai giovani e ai padri di famiglia che lo hanno perso per le politiche miopi e le storture della legge Fornero. Oggi un milione di persone è senza occupazione, mentre (ci svela il report Diste), ‘i pochi posti di lavoro creati nel triennio sono per lo più precari e a basso salario, se non in nero’”.

“Le stime del Diste illustrate nel report Sicilia ci dicono che ci sono 600 mila poveri in Sicilia? Fa il paio con la recentissima notizia che dice che siamo la regione più povera d’Europa. Non ci meravigliamo, anzi, andrà sempre peggio. L’accordo Stato-Regione Siciliana sull’Iva firmato a dicembre dall’assessore Falcone ci farà perdere ulteriori 800 milioni rispetto all’anno scorso, spingendoci sempre di più verso il baratro. Da Crocetta a Musumeci non è cambiato assolutamente nulla”. Il Movimento 5 stelle all’Ars alza la voce contro le scelte scellerate dell’esecutivo Musumeci che ‘sono assolutamente da rivedere’, se non si vuole assestare il colpo decisivo alla Sicilia. La modifica del decreto attuativo sulla nostra autonomia finanziaria approvata a dicembre dal consiglio dei ministri determinerà un taglio netto dell’Iva attribuita alla Sicilia di oltre il 65 per cento e ci farà perdere 800 milioni l’anno, una cifra insostenibile per le casse asfittiche della Regione”.

“A nostro avviso, e con noi lo dicono illustri giuristi – afferma il deputato 5stelle Sergio Tancredi, componente della commissione Bilancio – l’accordo è incostituzionale, in quanto va contro lo Statuto siciliano, che è parte integrante della Costituzione. È paradossale, pertanto, che un accordo del genere prevalga sulla Costituzione. Il governo Musumeci deve assolutamente chiedere la nullità di tutti gli atti che vanno contro la Costituzione  e ridiscutere tutto quello che riguarda la materia fiscale nei rapporti tra governo centrale e Regione”.

“Mi stupisce – continua il deputato – che tutto ciò avvenga con un assessore al Bilancio come Armao, da sempre fustigatore di Baccei e che adesso replica pedissequamente la stessa strategia del suo predecessore, a danno della Sicilia. Sarebbe il caso che Musumeci non sottovalutasse la questione delle risorse perdute nei rapporti tra Stato e la Regione. Chieda ad Armao il conto economico dei crediti di spettanza costituzionale vantati dalla Sicilia nei confronti dello Stato: rimarrà allibito. Sono somme che potrebbero salvare la Sicilia”.

 

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *