Regione: Sgarbi, Cossiga, Brecht, Di Matteo, Riina e la libertà d'espressione


 

PALERMO “Assunte le funzioni di membro del governo della Regione Siciliana, e in  seguito alle sagge parole del presidente Musumeci che mi richiama alla  sobrietà del ruolo pubblico, prendo atto che la mia libertà di opinione  e di esternazione (di cui fu cattivo maestro Francesco Cossiga) è  condizionata dallo stato di emergenza nel quale si intende lasciare la  Sicilia, limitando i diritti costituzionali garantiti dall’Italia. Sul piano giudiziario la Sicilia è commissariata. Bertolt Brecht e Leonardo  Sciascia hanno perso. Il bacio di Andreotti e Riina sigilla l’anomalia
della Trattativa, e indica che la Sicilia ha bisogno di eroi. Non vorrò  essere io a ostacolarlo. E, in questo spirito, auguro buon lavoro al  dottor Di Matteo. Per questo, nel tempo del mio impegno come Assessore  ai Beni Culturali – ha dichiarato Vittorio Sgarbi – mi occuperò soltanto del patrimonio e della sua  tutela, ovvero della Storia, evitando di pronunciarmi sulla cronaca e  sulle questioni giudiziarie. Prendo atto che – soprattutto nel mio ruolo  istituzionale – in Sicilia non sono opportuni, e forse nemmeno  consentiti, la libertà di opinione e il diritto di critica, ovvero una  agibilità politica non condizionata da poteri forti. Rinuncio ad  occuparmi del presente, sul quale altri pretendono di avere  l’incontrastato dominio fino al limite del pregiudizio; e mi rifugio  nella Storia, nella speranza che in essa si rispecchino i siciliani  migliori in attesa di un Rinascimento”.

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