Rifiuti, chiusa la discarica di Motta Sant'Anastasia: emergenza in cinquanta comuni di Palermo e Trapani

CATANIA – È scattata una nuova emergenza rifiuti in cinquanta comuni delle province di Palermo e Trapani: da oggi, infatti, è inibito il loro conferimento nella discarica di Motta Santa Anastasia a causa di un contenzioso finanziario.
I 50 comuni interessati – tra cui Termini Imerese, Cefalù e Alcamo – sono quelli gestiti dalla società EcoAmbiente e dal 18 dicembre non possono più utilizzare Bellolampo che va verso la saturazione.

Per fronteggiare la crisi era stata individuata una soluzione provvisoria: i rifiuti venivano prima trattati a Bellolampo e poi trasferiti a Catania con un aggravio di costi che aveva provocato l’allarme dei sindaci. Mentre si cerca ancora, in un confronto con la Regione, una via d’uscita, scoppia un nuovo caso: la società Oikos, che gestisce la discarica catanese, ha chiesto una garanzia bancaria o assicurativa di quasi due milioni di euro che EcoAmbiente non è in grado di dare. Da qui la chiusura della discarica di Motta Santa Anastasia. “Da domani – dice il sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta – non saremo più in condizioni di raccogliere i rifiuti”. Secondo il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, “la situazione è diventata insostenibile”.

Intanto oggi il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, è a Roma per chiedere al premier Gentiloni poteri speciali per risolvere il problema in tempi celeri. Il secondo passo è procedere alla modifica della legge in materia di rifiuti “superando le fallimentari Srr e facendo transitare le competenze in capo alle tre Città metropolitane e ai sei Liberi consorzi di comuni. “Non sarà semplice – ha sottolineato Musumeci – ma sono convinto che troveremo in Parlamento tutta la sensibilità necessaria per voltare finalmente pagina”.

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