Siracusa-Catania, Lo Monaco: "Senza tifosi il calcio muore"


 

Daniele Lo Porto

CATANIA – Per la gara Siracusa-Catania, in programma sabato 14 ottobre 2017 allo stadio “Nicola De Simone”, il Prefetto della Provincia di Siracusa ha ordinato oggi il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti nella provincia di Catania, con contestuale sospensione del programma di fidelizzazione del Calcio Catania.

Giorni di vigilia sereni, confortati da una ormai comprovata autorevolezza (cinque vittorie di fila), dalla vicinanza della tifoseria e dalla ritrovata sintonia con il Comune di Catania. Per il momento si è chiuso il capitolo della convenzione per lo stadio, ma in realtà è una sorta di tregua armata, perché Pietro lo Monaco lo ha ribadito a chiare lettere: il “Massimino” lo vuole gestire il Calcio Catania e non averne la disponibilità solo in occasione delle partite. Un vecchio progetto di Lo Monaco, rilanciato in questa fase sia in seguito al ritorno del dirigente di ferro all’ombra dell’Etna, sia per l’accantonamento della possibilità di realizzare il nuovo impianto sportivo a Passo Martino, che era stato l’argomento di una delle ultimissime conferenze stampa di Nino Pulvirenti prima della squalifica.
In realtà, però, un paio di motivi di preoccupazione l’amministratore delegato ce li ha. Intanto, è dispiaciuto per la mancanza di tifosi etnei al “De Simone”. “Il calcio senza tifosi è morto e quando ci sono partite particolarmente attese come queste, ma non chiamiamolo derby perché per noi è tale solo quello col Palermo, i tifosi devono esserci allo stadio e di entrambe le squadre. Purtroppo, quando si tratta di dargli all’untore i nostri vengono subito etichettati in modo negativo. Ce ne sono poche in Italia tifoserie come quella rossazzurra: calorosi e straordinariamente ironici. Chi ha dimenticato i cori “Farina uno di noi”? Sottolineavano una direzione arbitrale incredibile”.
E poi la direzione arbitrale lo ha un po’ messo in agitazione. “Non credo che gli arbitri siano influenzati o influenzabili, ma mi limito a guardare i numeri. D’Apice ha diretto 6 volte il Lecce che ha vinto cinque volte. In questa stagione ha arbitrato tre volte con altrettante vittorie della squadra di casa. Che il designatore arbitrale sia di Lecce e che il Lecce sia una diretta avversaria per la promozione è solo una coincidenza…”. E a Lo Monaco è sfuggito che l’unico precedente del suo allenatore con D’Apice non è proprio felice: 6 dicembre 2016, Messina-Lecce 0-3, con netto rigore negato ai giallorossi per fallo di Fioridilino su Milankovic. Lucarelli, uno che parla poco, ma quando parla è chiarissimo, sbottò sui social non riuscendo a trattenere la rabbia.
E poi, per concludere, c’è anche l’incognita sosta da considerare. Il Catania prima di restare fermo la settimana scorsa veniva da una cavalcata vittoriosa di ben cinque vittorie consecutive (evento storico), tre in casa e due in trasferta. Morale a mille, quindi, capace di fronteggiare fatica e fango, qualità dell’avversario e disattenzioni dell’arbitro, com’è accaduto contro il Monopoli, battuto di misura al Massimino. “Le soste sono come le uova di Pasqua: non sai cosa nascondono. Ci sono pro e contro: da una parte poteva essere un bene continuare con la stessa carica e tensione nervosa, dall’altra potrebbe esserci stata utile per riprendere fiato e lucidità dopo gare nelle quali i ragazzi hanno dato sempre il massimo. Lo vedremo sabato sera, dopo la partita, se la sosta ci ha fatto bene o male”, conclude lo Monaco.

La frase di inizio stagione “tutti titolari” non era solo una virtuale promozione anche per i meno esperti, ma il punto di partenza della filosofia di gestione dello spogliatoio e della squadra sul campo. Cristiano Lucarelli ha dato concretezza a quell’annuncio e alla disponibilità della dirigenza che gli ha dato una rosa ampia e qualificata. Dei 27 atleti tesserati (compresi i fuori lista Calil e da Silva) tutti sono stati utilizzati in queste prime giornate, ad eccezione del secondo portiere Martinez, del difensore Lovric e dell’attaccante Rossetti, entrambi con problemi fisici. Poi hanno giocato tutti, anche i giovanissimi Correia e Manneh, per un quarto d’ora o poco più. La panchina lunghissima consente al tecnico etneo di poter cambiare schemi e interpreti senza abbassare il livello tecnico e la qualità tattica della squadra: avere in panchina Blondett, Di Grazia, Mazzarani e Ripa o Curiale è certamente un lusso. Quindi, qualche sorpresa contro il Siracusa potrebbe esserci, anche in relazione alla migliore risposta degli atleti durante la settimana di preparazione. Tutti disponibili, quindi, per la partita di sabato, ad eccezione di Mattia Rossetti, che ha svolto un programma differenziato. Per gli altri ieri lavoro mattutino: sessione in palestra, breve riscaldamento tecnico-tattico, seguito da esercitazioni nelle due fasi principali di gioco. Nel pomeriggio rifinitura, convocazioni e ritiro.

 

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