Finchè la vita non ci separi


 
 

GIARRE –  Una storia dolce ed amara, su temi quali il rapido cambiamento dei costumi sociali alla luce di una nuova apertura mentale che cozza con la vecchia morale, uno scontro tra generazioni, l’impossibilità e l’incapacità di comprendere l’altro”, l’assurda prigione delle convenzioni sociali. È ancora una volta la scelta vincente dell’Associazione culturale “Insieme teatro” che ha messo in scena, in una nuova veste linguistica più siciliana, la significativa commedia del drammaturgo romano Gianni Clementi, “Finché la vita non ci separi” per la regia di Francesca Le Mura Carbonaro. Sempre più affiatata e convincente la coppia teatrale Melo Ingegnosi – Francesca Le Mura Carbonaro, padroni assoluti della scena, con sparring partner Luigi Conti, Giusy Cordaro, Giuseppe Maccarrone, nelle scene di Aldo Calcina (tecnico suono e luci Alberto Bonanno, service Danilo Auditore). La trama. In casa Mezzanotte fervono i preparativi per le nozze dell’enigmatico ed intrigante Giuseppe (Luigi Conti), figlio di Alba e Cosimo(Francesca Le Mura Carbonaro e Melo Ingegnosi), maresciallo in pensione dell’Arma. Appena rientrato da una missione in Afghanistan, Giuseppe, paracadutista dei Carabinieri, è atteso all’altare dalla futura sposa, in attesa di un figlio concepito da quest’ultima durante l’ultima licenza. La ragazza è figlia del signor Spampinato proprietario del ristorante “La Scamorza”. Alba, con la sua tagliente comicità, pur nell’imminenza della cerimonia, non riesce a rassegnarsi all’idea di imparentarsi con quella che lei definisce una famiglia di “sguatteri” e non perde occasione per ricordarlo ad un esausto Cosimo che con esilarante arrendevolezza continua ad amarla dopo 35 anni di bonari ed inoffensivi litigi. L’arrivo di Miriam hair stylist e make up artist( Giusy Cordaro), come ama definirsi, porta in casa Mezzanotte una ventata di effervescente e scoppiettante simpatia. Giunge molto presto nella casa dello sposo per preparare tutti alla cerimonia L’ora fatidica si avvicina, la Chiesa è addobbata, il ristorante la Scamorza attende 120 invitati e casa Mezzanotte si trasforma in un’intricata situazione di equivoci e comicità. Tutto è pronto, tutto è quasi perfetto… quando – come fossimo in un giallo – qualcuno bussa alla porta… è Mattia che ,arrabbiato e deciso a riprendersi il suo amore, rompe gli equilibri e infine svela di essere Il compagno, l’amore vero del futuro sposo. E’ proprio lui a spezzare l’equilibrio di finzioni, di apparenze, di ipocrisia sociale di stile vittoriano,costruito in famiglia, innescando, soprattutto nel secondo atto interazioni di contenuto ambiguo e fortemente comiche.Lo spettacolo, dal retrogusto amaro, non regala al pubblico l’agognato lieto fine della storia d’ amore, infatti per la famiglia Mezzanotte e per i giovani sposi in attesa di un figlio,rimane aperto un varco sul baratro, che viene in qualche modo e solo momentaneamente coperto con ipocrisia e menzogna pur di salvare la “faccia” e le aspettative sociali ,evitando lo “scandalo” al quale nessuno è preparato. Lo spettacolo ottiene il meritato successo pieno, con applausi a scena aperta per tutti attori e non.
Mario Pafumi

 

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