Teatro Stabile: che fretta c'era, maledette elezioni


 
 
Daniele Lo Porto

Ha tutto il sapore di uno sgarbo istituzionale

l’imminente nomina di Laura Sicignano, prossimo direttore artistico del Teatro Stabile di Catania. La decisione del Consiglio di amministrazione dell’istituzione culturale catanese è attesa tra poche ore, dopo essere stata preannunciata con una polemica dichiarazione dell’assessore regionale alla Cultura, Vittorio Sgarbi. Lo sgarbo istituzionale, o se volete l’ingiustificata fretta del Cda, scaturisce dalla composizione dell’attuale governace. Presidente è il notaio Carlo Saggio (Compagnia delle Opere), designato dalla Città Metropolitana etnea, cioè da Enzo Bianco (Pd); Lina Scalisi, ordinario di Storia moderna del Disum dell’Università di Catania, per il Comune di Catania, ritenuta vicina al guppo politico di Firrarello e Castiglione (Ncd-Ap, quindi centrosinistra); Loredana Lauretta, dirigente del Museo archeologico di Gela, per la Presidenza della Regione Siciliana (nominata dall’ex governatore Rosario Crocetta); il funzionario Fabio Roccuzzo per l’Assessorato regionale al Turismo, quindi da Anthony Barbagallo, riferimento locale del ministro Franceschini. Confermato  l’imprenditore Raffaele Marcoccio per l’Ente Teatro di Sicilia, primo nucleo da cui si sviluppò sessant’anni fa il Teatro Stabile di Catania. Insomma, la composizione del Cda è ben diversa rispetto all’attuale quadro politico che si è affermato alla Regione dopo l’elezione del 5 novembre. galateo istituzionale avrebbe, quindi, dovuto consigliare una pausa di riflessione piuttosto che una improvvisa accelerazione, considerato che la nomina del nuovo direttore artistico arriva quando il Piano triennale del Teatro è stato già inviato al Ministero e il nuovo direttore avrà poco, se non addirittura nessun, margine d’azione.

Piuttosto il Cda che potrebbe essere rinnovato da qui a breve dovrà meglio valutare il così detto “piano di rientro” che ha consentito al momento di evitare il default dopo

un “buco” di 13 milioni di euro

miracolosamente ridotto a poco più della metà, con la rottamazione delle cartelle, ma che produrrà un pesante indebitamento per i prossimi anni con una “rata” annuale di circa 400.000 euro da restituire all’IRFIS che ha concesso un finanziamento di 4 milioni di euro che dovranno essere restituiti con la maggiorazione degli interessi. da considerare anche che lo Stabile ha perso la sua seconda storica sala, il “Musco” di via Umberto, reclamato dai proprietari per morosità e adesso gestito dall’ex direttore dello stesso Stabile durante una fase particolarmente travagliata, Giuseppe Dipasquale.

Al momento, a parte la dichiarazione “stile Sgarbi”,

la città  e la sua “intelligentia” tace

da Pietrangelo Buttafuoco a Ottavio Cappellani, da Leo Gullotta a Guglielmo Ferro che in altri frangenti non si erano sottratti dall’esprimere il loro autorevole pensiero.

Riportiamo l’intervento di Ottavio cappellani pubblicato su lasicilia.it :
C’è un sito internet che si stupisce del fatto che io non sia ancora intervenuto sulla faccenda dello Stabile. Per cui eccomi. Laura Sicignano è la nuova direttrice dello Stabile. E Vittorio Sgarbi si lamenta. Ti spiego Vittorio.

La nomina non è una nomina politica, ma civica. La semilobby dei pover –  Di Pasquale (e le sue – uffa – regie di Camilleri), Valeria Contadino (moglie di Di Pasquale, il regista di Camilleri, ma vicina alla destra, che non disdegna però di fare la direttrice artistica di festival dei libri scarsi con Orazio Licandro, ex comunista, che compra anche le tue mostre, Vittorio) e il cui fratello mi minacciò, (ma non lo querelai, mica sono un Di Pasquale io), Buttafuoco (pubblica da tua sorella), Moni Ovadia (l’ebreo prestato alla destra, pubblicato da tua sorella), che per anni hanno avuto visibilità da Giuspeppe Sottile – a Catania ha un pochino rotto le scatole, non al potere, ma proprio agli artisti. Fai una ricerchina su Google per capire il perché. Ti voglio bene, come voglio bene a Pietrangelo. Quindi Vi chiedo, per cortesia, non mettetevi a fare i lobbisti dei poveri a Catania. Che è un cortile e sappiamo tutto di tutti.

Al sito Internet che lamentava il mio non commento mando a dire: contenti? Se volete saperne di più sul teatro siciliano accattetevi il mio ultimo romanzo, Sicilian Comedi (edizioni Sem)

(DLP) Non eravamo nè stupiti, nè ci lamentavamo, per la precisione. Abbiamo semplicemente auspicato un intervento di Cappellani. Contenti? Con moderazione.

0 Comments

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *