Ventuno comuni al voto in provincia di Catania. Quali sono i loro indici di vecchiaia e di ricambio della popolazione attiva?


|Saro Faraci|

Tempo di elezioni in ventuno comuni della provincia di Catania. Tempo di celebrazione dei comizi elettorali e degli incontri politici. Tempo anche di “veleni”, che purtroppo non sono mancati e che continueranno presumibilmente fino al minuto primo di entrare in cabina per votare. Tempo forse di analisi e valutazioni statistiche, ce lo auguriamo. Perché di tutto si parla nelle campagne elettorali tranne che della fisionomia delle città, della loro struttura demografica, del quadro economico di riferimento. Tutti temi assai delicati per definire le future traiettorie di sviluppo delle città. Si preferisce invece parlare d’altro per catturare il consenso. Proviamo a farlo noi di Sicilia Network, cominciando da oggi un viaggio nei ventuno comuni dove domenica prossima si voterà, e dunque: Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Licodia Eubea, Linguaglossa, Mazzarrone, Militello Val di Catania, Mirabella Imbaccari, Misterbianco, Nicolosi, Palagonia, Paternò, Raddusa, San Cono, San Michele di Ganzaria, Santa Maria di Licodia, Sant’Agata li Battiati, Scordia e Vizzini.

Analizziamone i principali indici demografici di struttura della popolazione per capire in che stato si trovano questi centri della provincia di Catania. I dati sono ufficiali e sono quelli rilasciati dall’Istat, calcolati al 2016 e dunque molto recenti.

Iniziamo con l’indice di vecchiaia, riprodotto nell’infografica d’apertura. Rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione, in pratica è il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2016 l’indice di vecchiaia per l’Italia rileva che ci sono stati 161,4 anziani ogni 100 giovani. Questo dato, riferito alla Sicilia, è più basso: 141,3. Si presenta ancora più basso se si riferisce alla Città metropolitana di Catania, cioè 123,7. Nei ventuno comuni dove si voterà domenica invece è anche più alto della media regionale (146,5). In altri termini, sono centri mediamente “più vecchi” della media regionale. A Mirabella Imbaccari (249 anziani ogni 100 giovani), San Michele di Ganzaria (223) e Castiglione di Sicilia (214) spetta il primato di città al voto dove i vecchi prevalgono nettamente sui giovani; ad Acicatena (79 anziani ogni 100 giovani), Misterbianco (82) e Palagonia (92) invece il peso percentuale degli anziani sui giovani si presenta fra i più bassi della provincia. Dunque, in queste tre città, cresciute demograficamente in modo esponenziale negli ultimi decenni, il peso del voto dei giovani non sarà secondario.

Un altro indicatore interessante è l’indice di ricambio della popolazione attiva, riportato nell’infografica sottostante. Non disgiunto da quello di vecchiaia, tale indice rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l’indicatore è minore di 100. Ad esempio, in Italia nel 2016 l’indice di ricambio è stato 126,5 e ciò significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana. Se osserviamo il valore dell’indicatore in Sicilia è pari a 111,1, dunque più basso della media nazionale. Il valore medio della Città metropolitana e quello dei ventuno comuni dove si voterà è abbastanza identico: 107,7 (media provinciale) e 107,3 (media dei ventuno comuni). Tre comuni del calatino, cioè Palagonia (79,9) , Mazzarrone (85,7) e San Cono (86,3) sono i centri della Città metropolitana di Catania nei quali la popolazione lavorativa è relativamente più giovane della media provinciale. A Calatabiano (149,2), Sant’Agata Li Battiati (139,3) e Castiglione di Sicilia (134,6) tocca invece il fondo di questa speciale graduatoria. In questi tre centri, per ragioni diverse fra loro, la popolazione in età lavorativa è molto anziana. Anche questo dato è rilevante per capire come è strutturato l’elettorato.

Ovviamente, il quadro si potrebbe arricchire prendendo in considerazione altri indici demografici, messi a disposizione dall’Istat oppure analizzandone il trend nel corso degli anni. Tanto per fare un esempio. A Palagonia, dove la popolazione lavorativa è oggi in assoluto la più giovane di tutti i ventuno comuni dove si voterà, l’indice di ricambio era di 53,3 nel 2006, cioè dieci anni fa. Oggi è 79,9. Dunque, in una decade, c’è stato un invecchiamento naturale della popolazione lavorativa.

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