Zona industriale, il problema è l'acqua. Ma non solo


 
 
 
 
 

CATANIA – Quella dell’acqua per la zona industriale è una vera e propria contraddizione, perché da una parte in alcune aree le aziende hanno difficoltà ad avere un normale approvvigionamento idrico, mentre dall’altra ogni volta che piove gli allagamenti mettono a repentaglio l’incolumità di chi lavora nel sito produttivo catanese e delle strutture stesse delle imprese che subiscono ingenti danni. Un duro contrasto, quello che fanno notare il segretaro generale territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci, insieme ai segretari di Ugl metalmeccanici e chimici, Angelo Mazzeo e Carmelo Giuffrida, che ancora una volta alzano la voce per denunciare tutti i paradossi in cui sta sprofondando una zona ormai dimenticata da tutti, nonostante i proclami e le belle parole. “L’unica cosa che si riesce a fare su quest’area sono i tavoli, le conferenze, gli incontri, gli annunci, i lavoretti per far vedere che qualcosa si fa anche se poi in pratica non si è fatto nulla, le parate ed i sogni nel cassetto. Questa è, in sintesi, la zona industriale per come la vedono a Palermo e dalle parti di piazza Duomo a Catania, dove anche il paradosso dell’acqua è argomento che genera scarso, se non nullo, interesse. Intanto dalle imprese si continua ancora ad invocare l’acqua, manco fossimo nel deserto, ed anche le nostre richieste e sollecitazioni agli organi competenti sono cadute nel dimenticatoio, alla stessa stregua delle numerose denunce in relazione alla cattiva manutenzione delle strade ed alla mancata prevenzione in vista della lunga stagione delle piogge. Non possiamo infatti più tollerare il fatto che ci sono lavoratori che, ogni qual volta piove, devono fare i conti con ingenti danni alle auto a causa dei metri di acqua che si accumulano nelle strade o delle enormi buche che si vengono a creare, o devono rischiare la propria pelle per cambiare un copertone forato oppure a causa della scarsa visibilità, visto che gran parte del sito stesso è privo di illuminazione e di adeguata segnaletica stradale. Deve prima scapparci il morto per avere interventi radicali o dobbiamo aspettarci l’ennesimo comunicato che annuncia, magari verso dicembre, una pulizia delle caditoie o i soliti interventi farsa così da far credere che le istituzioni ci sono? Ci chiediamo: ma cosa ha fatto di male la zona industriale per essere così abbandonata da tutti coloro che, invece, dovrebbero davvero valorizzarla e farla funzionare? Non sappiamo più a che santo rivolgerci e, per questo, invochiamo la mobilitazione di tutti dagli imprenditori ai sindacati, dalle associazioni di categoria ai lavoratori, fino a tutta la cittadinanza quella parte sana della nostra città che ha a cuore la sofferenza di un contesto che, andando avanti così, rischia di passare in breve tempo dall’attuale agonia alla morte con la fuga delle aziende che, fino ad oggi, stanno tenendo duro e vogliono continuare ad investire se tutti gli enti istituzionali interessati lo consentiranno.”

Incidenti stradali ed i continui furti nella zona industriale non devono più stupire nessuno. Da qualsiasi prospettiva la si voglia vedere questa parte di Catania da anni è ormai considerata un’area dimenticata, da Irsap e dalle istituzioni preposte, dove vige la regola del più forte. Situazioni di estrema emergenza, mai veramente affrontate in questi ultimi anni in modo radicale e definitivo, in un sito vasto quanto una città di medie dimensioni. Qui gli imprenditori dovrebbero essere attirati e non completamente scoraggiati da problemi e disservizi di ogni tipo. In qualità di presidente della commissione al Patrimonio  Salvatore Tomarchio, insieme agli altri componenti di quest’organo ispettivo, ha lanciato la proposta di costruire una collaborazione continuata e duratura con gli imprenditori della zona. In cambio di agevolazioni fiscali oppure della riduzione delle tasse, infatti, i titolari delle aziende si potrebbero assumere gli oneri per la pulizia dei canali per il deflusso delle acque piovane, della manutenzione straordinaria del manto stradale e dei marciapiedi, del potenziamento della pubblica illuminazione, della bonifica dalle discariche abusive e dalla pulizia ordinaria. Verrebbe così a costituirsi una cooperazione che può portare indubbi vantaggi per tutti attraverso un accordo da studiare in ogni minimo dettaglio con gli addetti ai lavori. Una possibilità che può diventare operativa solo con una reale volontà politica di portarla a compimento. Finora si è proceduto con soluzioni approssimative e temporanee con la conseguenza di non raggiungere mai quelle conclusioni concrete che chiedono tutti coloro che nella zona industriale ci lavorano o vivono. Ne è convinto anche il componente della commissione al Patrimonio Carmelo Sofia  che sottolinea la necessità di garantire in tutta la zona industriale un flusso veicolare scorrevole e la vigilanza per tutte le imprese che qui hanno una sede.  Muoversi tra strade piene di buche, fogne a cielo aperto, capannoni abbandonati, vie quasi completamente al buio, giungle di erbacce e discariche abusive è oltremodo penalizzante e fa fuggire eventuali investitori. Auto, camion e furgoni ogni mattina attraversano una zona industriale da attrezzare di servizi e infrastrutture. Perché l’asfalto lascia il posto a vere e proprie voragini, perchè centinaia di metri di marciapiedi sono impraticabili, perchè gran parte della segnaletica stradale orizzontale e verticale è quasi completamente da rifare. Per molto tempo i problemi presenti nella zona industriale, anche se non di sua diretta competenza, sono stati eseguiti da Palazzo degli Elefanti. Opere che oggi vanno concordate e continuate con tutti i soggetti, siano esse pubblici o privati, che vogliono una zona industriale degna di questo nome.

 
 

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