Zona industriale, dagli allagamenti alla desertificazione


 
 
 

CATANIA –  I deputati regionali Nello Musumeci, Santi Formica e Alfio Barbagallo hanno presentato un’interrogazione al presidente della Regione e all’assessore alle Attività  produttive sulla carenza idrica nella Zona industriale di Catania.

“Alcune aziende che hanno i propri stabilimenti nella Zona industriale di Catania, al centro di infinite denunce per lo stato di totale abbandono in cui versa, da mesi si ritrovano senza fornitura di acqua e perciò costrette a ricorrere al rifornimento idrico tramite autobotti. L’interruzione del servizio sarebbe causato, secondo quanto dichiarato dai responsabili provinciali dell’Irsap, da un  guasto alle pompe di sollevamento. Allo stato attuale non è possibile provvedere alla banale riparazione e/o sostituzione delle stesse pompe perché l‘Irsap di Catania non ha fondi a disposizione nelle proprie casse, nonostante i ripetuti solleciti inviati all’Assessorato regionale competente – è evidenziato nell’interrogazione -. Appare evidente come questa drammatica anomalia stia arrecando danni enormi alle aziende interessate, costrette a comprare, a prezzi esorbitanti, l’acqua, indispensabile per i loro cicli produttivi”.

Musumeci, Formica e Barbagallo chiedono al presidente della regione e all’assessore alle Attività produttive “Se non ritengano urgentissimo provvedere a trasferire all’Irsap di Catania i fondi necessari alla riparazione o sostituzione delle pompe guaste, al fine di riprendere la normale erogazione dell’acqua alle aziende che hanno i propri stabilimenti nella Zona industriale etnea”.

Sull’emergenza idrica era intervenuta precedentemente anche l’Ugl. Sono trascorsi più di 7 mesi da quando dalla Ugl di Catania veniva lanciato l’allarme in merito alla carenza di risorse idriche in molte parti della zona industriale etnea. Problematica che, nei giorni scorsi è stata riportata alla ribalta da un’azienda, stanca di dover continuare a provvedere autonomamente all’approvvigionamento idrico. Una questione che ha trovato un vero e proprio muro di gomma da parte delle istituzioni interessate, che prima hanno ignorato una richiesta di incontro avanzata dalla stessa Ugl e poi non hanno neanche dato una risposta al grido di dolore dell’impresa che, comunque, tra innumerevoli difficoltà sta comunque continuando a garantire lavoro nel sito produttivo catanese. “Il silenzio tombale sia da parte dell’Irsap che del Comune di Catania su un fatto così rilevante è a dir poco vergognoso – affermano il segretario generale territoriale Giovanni Musumeci ed i segretari catanesi delle federazioni Metalmeccanici e Chimici, Angelo Mazzeo e Carmelo Giuffrida. Come organizzazione sindacale ai silenzi siamo ormai abituati, ma non rispondere ad un imprenditore che invoca un aiuto fondamentale, per consentirgli di continuare a produrre e quindi far lavorare decine di persone, è un atto di puro menefreghismo. Poi, però, ci si piange addosso quando un’azienda decide di chiudere i battenti o trasferirsi perché non riesce più a sostenere i costi e gli sforzi per il mantenimento delle forniture. Siamo stanchi e come noi sono stufi di essere presi in giro tanti imprenditori e centinaia di lavoratori che non vedono più una prospettiva in una zona industriale dove l’acqua non arriva in molte aree, ma anche la corrente elettrica viene erogata a costi esorbitanti rispetto ad altre zone d’Italia. Inoltre non possiamo dimenticare come già lo scorso anno, in piena estate, gli incendi hanno messo a dura prova diversi punti del sito, dove anche i pompieri hanno avuto difficoltà a reperire acqua ed alcune ditte hanno dovuto ricorrere alla chiusura ed alla messa in cassa integrazione dei loro dipendenti. Basta con le belle parole, i roboanti proclami, gli annunci e le promesse, non ne possiamo più di sentire continue prese in giro, mentre c’è chi ogni giorno fa i salti mortali per mantenere una dignità lavorativa! Il presidente della Regione ed il sindaco si assumano la responsabilità e diano subito una risposta a queste imprese che non pretendono la luna, ma chiedono solo di poter operare in un’area industriale dove l’acqua non sia un miraggio e la corrente non diventi un salasso. Noi siamo pronti a partecipare ad un tavolo tecnico, con il coinvolgimento magari della Sidra (come è già stato fatto ai tempi per i casi di Pfizer, Sibeg ed altre aziende vicine), per trovare soluzioni utili per rifornire queste imprese. Diversamente non esiteremo a rivolgerci all’autorità giudiziaria affinchè faccia luce su uno scandalo di proporzioni così vaste

 

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