Riceviamo e pubblichiamo.
CATANIA – Che Catania sia una delle città italiane con meno verde pro-capite, anche grazie alla continua speculazione e cementificazione del territorio per la pessima gestione ambientale di una certa classe politica è più che risaputo, condannando la città agli ultimi posti in Italia per la dotazione di verde pro-capite ( e purtroppo non sarebbe il solo aspetto ad abbassare la qualità della vita in città). Ma che poi per superare tale deficit ambientale si decida di eliminare radicalmente alberi che a prima vista sembrerebbero sani ed in ottima condizione statica non è certamente un buon segnale per una città povera di verde ma abbondante in numero di auto pro capite e dunque nel conseguente inquinamento atmosferico che rende precaria la salute dei cittadini come dimostrano le tante statistiche sulle malattie e i decessi legati allo smog che in certe ore della giornata arriva a toccare livelli superiori a quelli consentiti dalla normativa vigente italiana ed europea. Non a caso Catania resta anche quest’anno negli ultimi posti (101 su 104) tra i capoluoghi italiani nel rapporto del Sole 24 Ore “Ecositema Urbano 2020” che prende in esame l’inquinamento, la raccolta differenziata, la rete idrica, il trasporto pubblico, la mobilità e le fonti rinnovabili
Dopo i tagli, a nostro avviso del tutto ingiustificato, di diverse specie di alberi che si presentavano in ottimo stato di salute come ad esempio i Pini di via Dusmet, gli abeti di pazza Beato Angelico e i Platani del Giardino Bellini (per non parlare della devastazione dolosa e per incuria del Boschetto della Plaia) da giorni sta toccando a stupendi e vigorosi esemplari di Platano di Corso Italia, dopo quelli di viale XX Settembre; ciò ha avuto la reazione risentita sui social di cittadini fortemente perplessi per gli abbattimenti in quanto tali magnifici alberi non dimostravano alcun aspetto che potesse far pensare ad una loro precaria stabilità in quanto visibilmente si rappresentavano in buono stato di salute e di staticità: sarebbe questo il modo di ringraziare tali alberi per averci donato da decenni la loro bellezza e ombra e per aver ripulito parte dei gas di scarico dei mezzi di trasporto inquinanti?!? Per tali aspetti vorremmo capire, così come chiedemmo inascoltati per gli alberi dia via Dusmet e piazza Beato Angelico, quali sarebbero i reali motivi scientifici che hanno condotto a tali abbattimenti e se questi siano giustificati da indagini fito-diagnostiche effettuati da esperti botanici.
Nello stesso tempo ci chiediamo se la Consulta Comunale per il Verde Urbano sia stata formalmente costituita, a seguito di bando pubblico, così nel rispetto del Regolamento Comunale per il Verde della città approvato dal Consiglio Comunale e se così fosse se la stessa Consulta abbia espresso un proprio parere sui tagli di Platani in corso Italia e Viale XX Settembre, considerati patrimonio indisponibile della città come il resto della dotazione botanica pubblica. Forse si continua irresponsabilmente a dimenticare che gli alberi ma le piante in genere non solo rendono le città più bella ma nello stesso tempo migliorano di molto la qualità della vita di tutti i cittadini per la loro sola presenza emanando ossigeno e ripulendo in parte l’aria che respiriamo dallo smog di scarico dei mezzi a combustione responsabile di numerose malattie e dell’innalzamento delle temperature sia nelle città che nel resto del pianeta, con tutti i danni che ciò provoca all’ambiente e dunque alla stessa sopravvivenza del Pianeta. Eppure la legge 113 del 1992 che aveva come scopo di rinverdire le città e che imponeva ai Comuni di piantare un albero per ogni bambino nato o adottato è stata totalmente e volutamente dimenticata: se fosse stata applicata oggi la città sarebbe un luogo a misura d’uomo, di bambini e anziani, e non l’ultima tra le città italiane!
Alfio Lisi, portavoce di Free Green Sicilia