A Parigi apre il ristorante "Corleone by Lucia Riina"

A Parigi apre “Corleone” il ristorante di Lucia Riina, figlia del boss di Cosa Nostra Totò. Ed è proprio sui social, nella pagina in cui espone i suoi quadri, che il 30 novembre ha postato alcune immagini di Parigi con su scritto “Autunno a Parigi… e vita nuova”. A Corleone, infatti, resta solo l’anziana madre, Ninetta Bagarella. Giovanni e Salvuccio, infatti, sono in carcere e l’altra figlia, Concetta, vive da tempo in Puglia.

Il cambiamento che coinvolge la famiglia di Lucia Riina, il marito Vincenzo Bellomo, e la figlia che ha poco più di due anni, riguarda il loro trasferimento e l’apertura del ristorantino nella capitale francese. Il locale che promette “autentica cucina siciliana-italiana da scoprire in un ambiente elegante e accogliente” è in Rue Daru una stradina non lontana dall’Arc de Triomphe, dal parco di Monceau e dal celebre Lido, il cabaret che fa spettacoli noti in tutto il mondo con ballerine bellissime e fantasiosi acrobati.

“Nel mondo ci sono tanti ristoranti e locali col nome Corleone creati da gente onesta che è emigrata per lavorare, dichiara il sindaco di Corleone,  Nicolò Nicolosi. Accostare però il nome della nostra città a quello di mafiosi è devastante. Dobbiamo ritornare a far parlare di Corleone come città di pace e di tradizioni culturali. Cercherò di attivare il ministero degli Esteri e farò tutto quanto la legge mi consente: il nome Riina accanto allo stemma di Corleone non deve proprio starci”.

Il ristorante è intestato alla società per azioni Luvitopace con un capitale sociale di mille euro e il cui presidente è Pierre Duthilleul. Al numero di telefono del locale risponde un giovane gentile che parla perfettamente italiano. Alla domanda se fosse possibile parlare con Bellomo o Riina l’interlocutore si consulta con un’altra persona e poi dice di non potere dire nulla, di non poter fornire informazioni. Spiega però che i proprietari sono due francesi e che forse la gestione è affidata alla coppia corleonese. Lui è solo il direttore di sala. Su chat Lucia Riina chiede il “rispetto della privacy’ e dice che “non rilascia interviste”. Il marito, Vincenzo Bellomo, un giovane di Corleone che faceva il rappresentante di prodotti vinicoli e alimentari è stato al centro delle attenzioni investigative antimafia perché sospettato di essere quel Vincenzo Belluomo di cui si parlava in un pizzino ritrovato nel covo di Montagna dei Cavalli, a Corleone, dov’è stato arrestato l’altro padrino corleonese Bernardo Provenzano.

Nel 2017, Lucia Riina, si era vista rifiutare il bonus bebè dopo la nascita della figlia due volte dal Comune di Corleone e una volta dall’Inps. Proprio in quell’ occasione su Fb scrisse: “Chiederemo al presidente della Repubblica la revoca della cittadinanza italiana sia per noi che per nostra figlia così sarà chiaro al mondo intero come l’Italia politica e mediatica tratta i suoi figli, perché sono brutti, sporchi e cattivi”.

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