Abili e autonomi

GIARRE  – “Abilità&Autonomia” è il titolo del progetto presentato dalla “Bottega dell’Arte” di Giarre, Associazione di Volontariato senza scopo di lucro che ha come beneficiari diretti diciotto ragazzi disabili di un’età compresa tra i 16 e 40 anni. Tranne un paio di casi, il resto ha concluso il ciclo scolastico. Vivono con gioia e voglia di fare le attività studiate per loro dai volontari e con entusiasmo si cimentano in tutte le attività proposte con dedizione e costanza. Testimonial del progetto è Gigi D’Agostino, Dj di fama internazionale che ha voluto dare il suo contributo sostenendo il progetto promuovendolo sui suoi canali social.

La presidente dell’associazione di volontariato, Mary Nucifora, docente, da tanti impegnata nel fronte e dell’integrazione e dell’inclusione dei disabili.

Chi volesse darvi una mano d’aiuto cosa può fare?

«Intanto si può votare il nostro progetto Abilità&Autonomia fino ad un massimo di 10 voti e a chi lo farà saremo davvero grati, basta cliccare sul link, https://community-fund-italia.aviva.com/voting/progetto/schedaprogetto/16-225 e andando su accedi, registrarsi con Facebook, cercare il nostro progetto e votarlo. E’ gradito invitare i propri amici a fare altrettanto. Inoltre, chi ha del tempo libero può dedicarlo alle attività settimanali che si svolgono in associazione come attività di riciclo creativo, musica, alfabetizzazione informatica, pittura, creazione di bomboniere solidali e altro».

Quali sono gli obiettivi del vostro progetto?

«Obiettivo principale del nostro progetto è la promozione delle autonomie nell’autodeterminazione di un progetto di vita che tenga conto delle abilità, competenze e conoscenze di ognuno per garantire una maggiore efficacia efficienza e qualità dei progetti proposti favorendo l’inclusione sociale e lavorativa. Ecco l’idea che si materializza come un “Macro contenitore polifunzionale” nel quale far confluire progetti, attività e valorizzazione delle competenze. Naturalmente considerando la complessità e la specificità di ogni ragazzo non si proporrà l’uniformità delle esperienze, ma la possibilità di predisporre per loro anche singole attività, diversificate per predisposizione o per abilità personali, utilizzando strumenti omogenei come supporto durante le attività, rinforzi, fino alla sola supervisione; metodologie queste, capaci di sostenere in modo funzionale i percorsi nella fase iniziale, in itinere e nella valutazione della loro efficacia. Si è pensato quindi di strutturare tre diversi progetti cha abbracciano ambiti differenti: Musica, arte e alfabetizzazione informatica».

Può spiegarci brevemente in dettaglio le tre parti?

«Il primo progetto prevede lezioni di pianoforte garantite da un docente di musica specializzato. Il progetto pittura guidata dal maestro Filippo Andronico, affermato artista messinese, coadiuvato dai volontari dell’associazione e da quanti tra amici e conoscenti decidono nelle giornate dedicate alla pittura di supportare la nostra attività è un vero e proprio progetto artistico e di comunicazione che coinvolge un artista professionista e giovani con disabilità. Il progetto è nato con l’intento di coniugare la pittura al piacere di stare assieme, per far emergere la sensibilità dei partecipanti attraverso i colori ed il pennello, ed ha così permesso a persone con abilità differenti di esprimere le proprie sensazioni, emozioni e fantasie nella massima libertà espressiva. Il laboratorio coinvolge 18 ragazzi con disabilità. Le lezioni si concluderanno con la realizzazione di un catalogo e l’allestimento di una mostra, in cui verranno esposte le opere migliori realizzate dai ragazzi. L’ultimo, il Progetto alfabetizzazione informatica prevede il raggiungimento di abilità con il PC. Il computer, grazie alla sua caratteristica comunicativa può diventare un ausilio indispensabile al raggiungimento dell’autonomia personale e sociale del disabile oltre ad un valido strumento di inclusione nel mondo lavorativo. Esso per le sue peculiarità facilità l’apprendimento e la comunicazione, permette l’acquisizione di nuove abilità nell’area tecnico-pratico, favorisce una maggiore sicurezza di se. Le lezioni che avverranno per piccoli gruppi saranno impartite da docenti con esperienza nel campo dell’informatica e in possesso della certificazione ECDL.».

L’Associazione inizia la sua attività nel 2010 per volontà di un gruppo di amici che decidono di dedicarsi al mondo della disabilità. Nel 2013 attraverso scrittura privata regolarmente registrata diventa una vera e propria associazione di volontariato e a dicembre 2014 diventa finalmente ONLUS. E’ formata esclusivamente da volontari che mettono a disposizione la loro professionalità e competenza per proporre e promuovere azioni a favore di ragazzi disabili, con proposte specifiche e differenziate a seconda delle diverse esigenze personali, consentendo così un intervento più mirato. Non a caso la denominazione di Bottega vista come luogo di incontro/apprendimento utile nell’acquisizione di abilità che possono essere “spese” in futuro.

«Il presupposto da cui vogliamo partire non è tanto quello di considerare i ragazzi tutti uguali, ma di considerali come essere unici, ponendosi nell’ottica di valorizzare le differenze, pensando ad esse come ad una risorsa e non ad una limitazione. L’associazione, per tale motivo, organizza periodicamente attività che stimolino l’autonomia e l’autosufficienza dei ragazzi con giornate e week end dell’autonomia, escursioni, attività sportive, incontri con altre associazioni e visite presso luoghi di pubblica utilità (comando vigili del fuoco, posta, centri commerciali). Per la realizzazione dei progetti sono necessarie tante risorse per tale motivo l’associazione partecipa ad una competizione proposta dall’Aviva Community Fund sperando nella possibilità di riuscire ad ottenere i fondi necessari all’attuazione dei progetti».

Cosa vi rende fieri di questo progetto e delle persone coinvolte?

«Svolgiamo attività di volontariato presso questa associazione da diversi anni ed in qualità di presidente mi sento orgogliosa e fiera dei risultati raggiunti negli anni. I nostri ragazzi vivono esperienze di autonomia, sono sempre stimolati a fare autonomamente in previsione di un futuro senza i loro genitori. Puntiamo sul renderli capaci e autosufficienti senza bisogno di chiedere aiuto, dalle piccole cose ai compiti più complessi. Abbiamo lavorato tanto con loro e per loro, facendo si che potessero vivere esperienze nuove e soprattutto lontani dai genitori».

Mario Pafumi

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