Anche il Lido dei Ciclopi è abusivo

 

 

 

CATANIA – Un plauso alla Guardia costiera che cerca di riappropriarsi della gestione di beni naturali appartenenti al demanio marittimo, come l’area in cui è installato il chiosco di Aci Castello, posizionato di fronte alla sede del Comune anche se nessuna autorità preposta al controllo del territorio si era mai ‘accorta’ della sua abusiva esistenza che peraltro durava da decenni. “Ma- afferma Alfio Lisi, portavoce di Free Green Sicilia – nell’esprimere il nostro plauso ci dispiace però constatare che ancora nessuna autorità, locale o statale, amministrativa o giudiziaria, almeno per il semplice fatto che non vi è stato alcun sequestro giudiziario, si sia ancora occupata, dopo anni di denunce pubbliche e formali, dell’esistenza più che visibile (ovviamente a chi ha occhi per vedere) di un grave abuso molto più consistente ovvero della colata di cemento di oltre cento metri che da anni copre devastandola e trasfigurandola la costa lavica di alto pregio naturalistico ad uso del lido dei Ciclopi. Così come nessuna autorità si sarebbe accorta, cosa che non potrebbe, viste le nostre denunce, dei vari abusi perpetrati all’interno del giardino botanico Ciclopi protetto sempre ad uso e consumo del lido.

Eppure tale lido è dal 2000 proprietà dello Stato, in quanto bene confiscato alla mafia, il quale però di fatto è da considerare anch’esso ’fuori legge’ in quanto non ha avviato alcuna iniziativa per riportare la costa ed il Giardino nello stato di legalità. Per anni prima della confisca del Lido nessuno, e qualcuno ci smentisca, si sarebbe accorto di nulla permettendo tra l’altro la privatizzazione e la cementificazione di oltre 125 metri della costa lavica demaniale, limitrofa al lido dei Ciclopi per essere utilizzata ad uso e consumo dallo stesso, un vero e proprio eco-mostro, orizzontale illegale ed insanabile, alto come un grattacielo di 50 piani (ma anche sotto l’aspetto igienico-sanitario si sconoscono le eventuali autorizzazioni).

A ciò dobbiamo sommare l’altro illegale sfregio, quello del costante depauperamento, anche questo ‘invisibile’ a chi avrebbe dovuto controllare, del prezioso giardino botanico dei Ciclopi, il quale, anche grazie alle nostre continue denunce, è stato riconosciuto, ma con grave e responsabile ritardo e per quello rimasto miracolosamente ancora in vita,   dall’Assessorato regionale bene di interesse culturale con D.D.G. n°1677 del 20 giugno 2013, ai sensi dell’articolo 12 del D.lgs. 42/2004 ovvero del Codice dei Beni Culturali e paesaggistici.

Per tali aspetti Free Green Sicilia nel denunciare anche legalmente tali abusi ha chiesto, ancora oggi inascoltata, che la costa venga decementificata, con la massima urgenza e a danno dei responsabili cementificatori, per ritornare nel suo aspetto naturale e nella competente gestione del Demanio marittimo che, così come richiesto da anni, permettendo l’attraversamento ed il collegamento ecocompatibile pedonale e ciclabile tra Acicastello e Acitrezza   ed inoltre ha chiesto che il Giardino botanico dei Ciclopi venga consegnato in affidamento e gestione, come si dovrebbe secondo logica vista la sua peculiarità scientifica e pedagogica, alla Facoltà di Botanica dell’Università di Catania e non a chi ha fatto finta di nulla permettendo lo scempio della costa e del Giardino botanico.

Alfio Lisi, portavoce di Free Green Sicilia – SOS Beni Culturali e Naturali

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