Acireale, dopo il voto. Parla Sabrina Renna, la consigliera più votata che andrà all'opposizione: «Abbiamo consegnato una città migliore, saremo sempre costruttivi e non perderemo mai la vocazione di governo»


Saro Faraci

ACIREALE – E’ stata la consigliera comunale più votata alle amministrative del 10 giugno scorso e, in virtù di questo risultato, presiederà la prima seduta del civico consesso di Acireale che procederà all’elezione del presidente del consiglio comunale. A lei stessa, 30 anni non ancora compiuti, al suo secondo mandato, potrebbe toccare il ruolo di vice presidente, nell’ipotesi in cui venisse rispettata la prassi di attribuire la seconda carica del consesso ad un rappresentante politico dell’opposizione. Parliamo di Sabrina Renna, eletta nella lista Movimento per Acireale, una delle tre liste che ha supportato Rito Greco quale candidato a Sindaco di Acireale, da noi intervistato nei giorni scorsi.

– Sabrina Renna, un grande successo elettorale personale, oltre 900 voti. Se l’aspettava? Cosa lo ha determinato, oltre alla moltiplicazione dei voti per il voto cosiddetto di genere?

«E’ il risultato di una squadra, di un insieme, di un noi ed è pure il lascito di un impegno politico interpretato, nei cinque anni precedenti, al servizio esclusivo della città. Credo che la costanza e la passione ci abbiano premiato. Gli elettori sanno riconoscere quando la passione politica non è ambigua, insincera e viceversa orientata agli interessi generali»

– Il suo boom di consensi stride con il risultato elettorale del centro sinistra. Il candidato a Sindaco Rito Greco ha preso meno voti di quelli totalizzati dalle liste che lo sostenevano ed è arrivato addirittura quarto fra i cinque candidati. Greco è stato mollato dai suoi stessi sostenitori?

«Credo che i risultati elettorali si rispettino sempre anche quando non corrispondono alle aspettative. Ritengo che i cittadini, sulla scorta del trend nazionale, abbiano voluto interpretare un bisogno di cambiamento, di rottura, abbiano scelto una classe dirigente totalmente nuova rispetto al passato. Non lo voglio considerare un voto di protesta: è un’attribuzione di responsabilità ad un gruppo guida che non aveva confidenza, negli anni precedenti, con le sedi istituzionali»

-Toccherà a Lei presiedere la prima seduta del civico consesso, dopo la proclamazione che avverrà domani 18 luglio. Possiamo dire che sarà un’emozione particolare per una persona così giovane, al secondo mandato, che ha sempre respirato aria di politica in famiglia, poiché anche i suoi familiari sono stati attivamente impegnati nella politica cittadina?

«La mia famiglia mi ha insegnato il rispetto delle istituzioni e soprattutto la libertà di ragionare, pur facendo parte di una squadra, con la propria testa. Mio nonno faceva politica nel mondo sindacale: era la vicinanza alla terra, al mondo dei braccianti, la ragione primigenia e più intima dell’impegno sociale. Con questa libertà e con una passione travolgente, vivrò la prima seduta trepidante un po’ come il fanciullino di Pascoli con lo sguardo della “prima volta”! Aprire il mandato è un onore che capita raramente: spero di esserne all’altezza!»

– Lei è al secondo mandato, come qualche altro consigliere comunale. Per il resto, la maggioranza sarà fatta di gente nuova, senza alcuna esperienza, ma comunque con tanto entusiasmo e tanta voglia di imparare. L’esperienza fa la differenza in questi casi?

«L’esperienza è certamente un valore ma credo che una nuova classe dirigente, a prescindere dai ruoli e dai colori, debba anche avere la capacità di sperimentare sul campo senza percorsi precostituiti. Più importante dell’esperienza, in una città che deve ricostruire la sua identità, è l’immaginazione»

– Farà opposizione a prescindere o saprà anche essere collaborativa rispetto all’azione di governo del neo Sindaco Stefano Alì? E su quali questioni importanti per la città, di pertinenza del civico consesso, sarà disponibile a qualche apertura verso la giunta Alì?

«Non esiste opposizione a prescindere. L’opposizione deve sempre muoversi sul crinale della proposta, essere costruttiva, non deve mai perdere la “vocazione di governo”. Sapremo valutare gli atti e dare il nostro contributo, nel rispetto di un sano confronto democratico. Credo che sulle questioni sociali che riguardino i più deboli, le fasce svantaggiate, i progetti strategici per la città non ci sia colore politico!»

– Il nodo bilancio, come ha puntualizzato l’ex commissario Salvatore Scalia nel passaggio delle consegne al neo Sindaco, è veramente così critico al punto da dover valutare l’ipotesi di un pre-dissesto finanziario? E se così, perché è stato sottovalutato dal precedente Consiglio comunale?

«E’ vero il Consiglio vota il bilancio ma affidandosi pure al necessario parere positivo dei tecnici e dei revisori. Leggendo bene la relazione finale del Signor Commissario, comunque non sono emerse le condizioni sui fondamentali che conducono al dissesto. Vedremo quali saranno i passaggi successivi: se ci sono pareri discordanti, non faremo mancare i dovuti approfondimenti»

– Ultima domanda. Al di là dell’aspetto umano e di quello giudiziario, che purtroppo sono inevitabilmente intrecciati e che rappresentano un momento doloroso per la persona, dunque senza entrare nel merito delle due questioni appena menzionate, come giudica complessivamente l’esperienza politica di Roberto Barbagallo alla guida della città dalla metà del 2014 quando fu eletto agli inizi di questo 2018 quando poi si è dimesso? Barbagallo ha scontato forse una eccessiva dipendenza dalla linea politica dettata dal deputato regionale Nicola D’Agostino?

«Ripeto, credo che sia sempre un errore valutare i fatti politici, o i percorsi politici solo dal punto di vista nominalistico. Penso invece che l’esperienza precedente nella piena e consapevole autonomia politico- amministrativa abbia consegnato alla città un miglioramento generale delle condizioni complessive e passi in avanti decisivi su temi storici come differenziata, programmazione, cultura, Carnevale ecc. Un ottimo punto di partenza per chi oggi amministra la città»

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