Acireale, il ricordo della prima guerra mondiale tra desiderio di pace e spirito nazionalistico

ACIREALE – Con una iniziativa degna del suo blasone di Città della Cultura, Acireale ha ospitato ieri sera il primo incontro del progetto L’altra faccia della medaglia. La Sicilia e la Grande Guerra, un ciclo di conferenze e di iniziative di tipo multidisciplinare organizzato dalla Fondazione Bellini che si concluderà domenica mattina, il 31 marzo alle 10.30, all’interno del percorso naturalistico delle Chiazzette con la inaugurazione del Muro della pace allestito da un gruppo di lavoro di docenti ed animatori culturali con il fattivo contributo di tredici studentesse del Liceo Archimede.

Guerra e Pace. Una linea sottile ha sempre diviso i due termini, l’uno opposto dell’altro. Ed è stato così anche durante il primo conflitto bellico mondiale quando ci fu una mobilitazione di massa nella partecipazione alla guerra, con un contributo significativo di giovani anche da parte del Meridione, in nome di un forte spirito nazionalistico, in parte autentico e spontaneo in altra parte surrettiziamente alimentato dalla propaganda militare. E così sul fronte, mentre combattevano contro il nemico, i nostri giovani soldati scrivevano alle famiglie, orgogliosi di difendere la bandiera nazionale, ma ugualmente desiderosi di fare ritorno presto a casa con dentro un forte desiderio di giustizia sociale e uno straordinario anelito di pace.

Ma quella del 15-18 fu la prima guerra su scala planetaria, diversa da tutte le altre guerre che si erano combattute in precedenza, e il prezzo pagato in termini di vite umane fu altissimo. I morti di Acireale, ad esempio, furono 46 (nel 1915) e poi 121 (nel 1916), ancora 128 (nel 1917) per finire con il 1918 quando si contarono ben 143 caduti, senza considerare i dispersi, i feriti e i reduci dalla guerra spesso seriamente provati psicologicamente o addirittura mutilati (fonte: Università degli Studi di Catania, cattedra di Storia Contemporanea). Fu una guerra sanguinosa che l’Italia vinse, portò a compimento con successo dopo la disfatta di Caporetto, ma che lasciò il Paese in mezzo a tanti problemi di crisi economica e soprattutto di coesione sociale che favorirono, qualche anno dopo, l’ascesa del fascismo.

Sebastiano Scaccianoce, Rosario Bella, i fratelli Salvatore e Leonardo Vigo Seminara, Agostino Pennisi di Floristella, Ignazio Giuffrida, Sebastiano Spina, Giuseppe Ciancico, Giuseppe Giordano, Santo Bonanno, Agatino Pennisi, Salvatore Privitera, Stefano Ferlito, Gaetano Cavallaro, Giovanni Calì furono alcuni fra le tante centinaia di giovani Acesi partiti per la guerra a perdere la vita sul fronte con onore o a riportare serie ferite corporee e che dal fronte, mentre si combatteva una guerra senza la necessaria preparazione militare per affrontarla, da un lato difendevano la Patria e dall’altro lato sognavano il ritorno da vincitori a casa.

Ieri pomeriggio, nella cornice dell’antisala consiliare del palazzo di Città, alla presenza del Sindaco Stefano Alì e della presidente del Consiglio Comunale Sonia Abbotto, con un centinaio di ospiti in sala curiosi di conoscere meglio la storia della Grande Guerra, della Sicilia e di Acireale, sono stati i professori Giuseppe Barone, Alessia Facineroso e Angelo Granata della Cattedra di Storia Contemporanea dell’Università di Catania a raccontare episodi, fatti, accadimenti del primo conflitto bellico, il cui centenario dalla conclusione è caduto lo scorso anno, ma senza che ne sia stata fatta memoria in modo adeguato in tutta Italia. Eppure si trattò di una guerra – come ha ricordato in apertura il prof. Barone curatore del volume Storia mondiale della Sicilia appena uscito per i tipi dell’editore Laterza – che segnò drammaticamente la storia del Paese e che contribuì ad acuire le distanze fra Nord e Sud che prima erano veramente marginali, soprattutto nel differenziale di reddito pro-capite prodotto fra settentrionali e meridionali

La serata di ieri, cominciata con i saluti del Sindaco Alì e del Presidente della Fondazione Bellini Rosario Faraci, è stata impreziosita dalla lettura di Salvo Fichera dei brani di “Terra Matta”, il diario della prima guerra mondiale vista con gli occhi del siciliano Vincenzo Rabito  e dalla presentazione dei relatori, tra i massimi esperti in Italia di storia del primo conflitto bellico mondiale, a cura di Elisabetta Marino consigliera della Fondazione.

Il secondo appuntamento è in programma questa sera, alle 18.00, sempre nell’antisala consiliare del palazzo di Città con la conferenza di Saro Bella, profondo e documentato conoscitore della storia di Acireale ed autore di numerose pubblicazione, che racconterà altre inedite pagine della prima guerra mondiale e del suo impatto sulla società acese, naturalmente divisa fra chi rimaneva a casa e provvedeva al mantenimento delle famiglie e l’organizzazione della vita sociale e politica e chi, invece, partiva per il fronte per difendere con onore la Patria, rimettendoci spesso la vita.

(fonte: Cattedra di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi di Catania)

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