Acireale ricorda Umberto Barbaro, uomo di cinema e saggista

Acireale ricorda Umberto Barbaro, uomo di cinema e saggista

ACIREALE – Con la scopertura di una artistica targa, un viale di Villa Belvedere, è stato intitolato al grande Umberto Barbaro, critico cinematografico, sceneggiatore, regista traduttore e saggista italiano. La sobria cerimonia è stata celebrata dal sindaco Stefano Alì e dai figli del grande autore, Maria e Giuzzo Barbaro, presenti gli assessori Fabio Manciagli e Mario Di Prima e del critico cinematografico Mario Patanè, che ha fortemente voluto l’iniziativa, seguendo l’iter burocratico in tutti i passaggi sino all’atto finale dopo il placet della Commissione toponomastica.
“Grazie alla costanza e al grande impegno del critico cinematografico Mario Patanè – ha detto il sindaco Ali- il nostro Comune rende finalmente omaggio ad uno dei suoi figli migliori, Umberto Barbaro, nato il 3 gennaio 1902 ad Acireale e poi trasferitosi a Roma dove morì il 19 marzo 1959. Barbaro fu attivo in molti campi: narrativa, drammaturgia, cinema, critica e storia dell’arte figurativa, ma non dimenticò mai di essere acese”.
Sono seguiti gli interventi istituzionali dei due assessori e quello di Mario Patanè, profondo conoscitore ed estimatore della vita e delle opere di Barbaro, al quale nel 2019 ha dedicato la prima edizione del Premio “Umberto Barbaro – Città di Acireale.

Umberto Barbaro nel 1923 è direttore della rivista La bilancia e collabora con Dino Terra, Vinicio Paladini e Paolo Flores. Nel 1927 è tra gli animatori del Movimento Immaginista, corrente “di sinistra” del Futurismo, attenta all’evoluzione culturale in Francia, America, Russia e Germania; con Dino Terra, ne elabora la rivista di riferimento, La Ruota Dentata, che uscirà per un solo numero data la carenza di fondi finanziari per portarla avanti; all’insegna della “Ruota Dentata” usciranno, sempre nel ’27, anche quattro opere letterarie, tutte quante espressione del movimento in questione: Inferno, di Barbaro e Bonaventura Grassi; Riflessi e L’Amico dell’Angelo di Dino Terra, Odio di Miclos Koszka ( di questo dramma, redatto nella nostra lingua dall’Autore ungherese, non sembra esserne stata, sinora, ritrovata la copia a stampa: si tratta, come nel caso di Cinque anni di Rivoluzione, anch’esso segnalato nel medesimo periodo, di uno dei “libri fantasma” del novecento letterario italiano). In quello stesso giro d’anni, Barbaro è al fianco di Anton Giulio Bragaglia nella iniziativa del Teatro degli Indipendenti, a Roma. Conoscitore della lingua russa e tedesca traduce opere di Heinrich von Kleist, Michail Bulgakov e Frank Wedekind. È giornalista, saggista, novelliere e i suoi scritti appaiono in varie riviste e quotidianidel tempo.
Nel 1936 è tra i fondatori, con Luigi Chiarini, del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ne diventa docente. Sempre con Chiarini avvia la pubblicazione del mensile di studi cinematografici Bianco e Nero, direttamente legato al Centro Sperimentale, una rivista che ha fornito notevole impulso alla crescita della cultura cinematografica italiana. Finita la seconda guerra mondiale, prosegue gli studi specifici sul cinema in generale e su quello sovietico in particolare e continua la serie di traduzioni, da tempo avviata, di scritti di teorici del cinema tra cui Vsevolod Illarionovič Pudovkin, Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, Rudolf Arnheim e Béla Balázs. Nel 1947 traduce anche Sigmund Freud.[4] Nel 1945 viene nominato Commissario straordinario del Centro Sperimentale di Cinematografia, carica che ricopre sino al 1947, quando ne è allontanato per motivi politici. È sostenitore del cinema neorealista.
Nel campo della produzione cinematografica esordisce, come autore, nel 1933 con un documentario, Cantieri dell’Adriatico, a cui fa seguito il solo film a lungometraggio da lui realizzato, L’ultima nemica. Nel dopoguerra gira, con la consulenza di Roberto Longhi, due cortometraggi d’arte dedicati a Carpaccio e Caravaggio.
Come critico cinematografico, dal 1945 collabora a L’Unità, indi al settimanale Vie Nuove e a Filmcritica. Dirige il quindicinale L’Eco del cinema.
A Umberto Barbaro sono state dedicate la «Biblioteca del Cinema», il «Premio Nazionale Filmcritica» di Roma e numerose pubblicazioni. La città di Roma ha intitolato una strada a Barbaro. La sua Acireale un vialetto della villa.

Mario Pafumi

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