Acireale ricorda un suo figlio illustre, Umberto Barbaro maestro del neorealismo cinematografico

Acireale ricorda un suo figlio illustre, Umberto Barbaro maestro del neorealismo cinematografico

di Saro Faraci

La città di Acireale è pronta ad abbracciare Umberto Barbaro, uno dei suoi figli più illustri e tra i più noti in Europa, “artista, scrittore, critico d’arte e geniale precursore di realizzazioni cinematografiche a livello nazionale e ultranazionale” – così lo ha definito un altro acese illustre, lo scrittore, poeta, saggista e direttore letterario di Prova d’Autore Mario Grasso, che nel 1987 organizzò, nell’ambito delle Settimane Culturali Acesi, un convegno dedicato proprio alla figura di Umberto Barbaro, i cui atti furono pubblicati in un volume monografico di Lunario Nuovo nel 1988.

Ma chi era Umberto Barbaro, cui a Roma è stata intitolata una strada, e che invece Acireale ha sempre ignorato, a parte l’encomiabile iniziativa di Mario Grasso nel 1987 e il generoso contributo dello studioso e critico cinematografico Mario Patanè che, insieme alla Fondazione Bellini, darà vita dal 2020 al Premio Umberto Barbaro – Città di Acireale?

Umberto Barbaro, nato ad Acireale il 3 gennaio 1902, vissuto per gran parte della sua vita a Roma e lì prematuramente deceduto il 19 marzo 1959, fu una sorta di “enfant prodige” del futurismo. Giornalista, narratore, drammaturgo, storico, critico, teorico e saggista, all’età di 21 anni fu direttore della rivista “La Bilancia” e a 27 anni esponente di spicco del “Movimento Immaginista”. Conoscitore delle lingue russa e tedesca, dal 1932 si dedicò stabilmente al cinema, iniziando la collaborazione con la Cines di Emilio Cecchi e traducendo, fra gli altri, i contributi teorici scritti del regista sovietico Vsevolod Illarionovič Pudovkin, per poi diventare un convinto sostenitore e il vero padre spirituale del neorealismo italiano, alla cui produzione cinematografica contribuì direttamente con documentari, lungometraggi e cortometraggi di cui fu autore, sceneggiatore e regista.

Fondatore, docente e per un periodo pure Commissario del Centro Sperimentale di Cinematografia, da cui poi venne allontanato per motivi politici, Umberto Barbaro fu sicuramente uno degli intellettuali più eclettici vissuto nel difficile periodo storico che, passando per due dolorose guerre mondiali, precedette la formazione della Repubblica italiana. A lui sono state dedicate la «Biblioteca del Cinema», il «Premio Nazionale Filmcritica» di Roma e numerose pubblicazioni.

Con alcune iniziative culturali promosse dalla Fondazione Bellini su proposta del critico cinematografico Mario Patanè, la sua città natale, Acireale, adesso gli renderà onore e lo riabbraccerà idealmente per qualche giorno attivando la “memoria del cuore”, cioè il ricordo delle opere e dell’attività di un illustre concittadino, noto soltanto in taluni ambienti della cultura, ma sicuramente degno di un riconoscimento e di un tributo pubblici più ampi.

Due le iniziative in programma per il prossimo weekend, entrambe curate dalla Fondazione Bellini.

La prima è stata pianificata in due momenti nella giornata di Sabato 14 settembre.

Alle ore 17.00 il Sindaco Stefano Alì, insieme all’Assessore alla Cultura Fabio Manciagli e al Presidente del Consiglio Comunale Sonia Abbotto, accoglierà al Palazzo di Città Maria e Giuzzo, i figli di Umberto Barbaro, e presenterà la prima edizione del Premio “Umberto Barbaro – Città di Acireale” che la Fondazione Bellini organizzerà a partire dal 2020, affidandone la direzione scientifica proprio a Mario Patanè.

Alle 18.00 alla Sala Cristoforo Cosentini dell’Accademia Zelantea, sarà il Presidente Giuseppe Contarino a dare il via al convegno “Umberto Barbaro, un maestro per il cinema italiano” che vedrà gli interventi di Daniela Currò, conservatrice del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, e di Nino Genovese, critico e storico del cinema. A seguire le testimonianze di Marco Asunis, presidente nazionale della FICC (Federazione Italiana Circoli del Cinema), di Mario Grasso, scrittore, di Maria e Giuzzo Barbaro, di Toti Pennisi, collezionista acese. L’incontro sarà moderato da Mario Patanè e si concluderà con la proiezione del documentario “Carpaccio” (1947) diretto da Umberto Barbaro sulla vita e le opere dell’omonimo pittore veneziano che valse al regista acese la medaglia d’argento per i film d’arte figurativa al festival di Venezia del 1948.

Domenica 15 settembre alle 19.30, all’Arena Eden, si terrà la seconda iniziativa in programma. Sarà data lettura di alcune testimonianze su Umberto Barbaro ed altre dello stesso regista acese. Seguirà la proiezione del film “L’ultima nemica”, pellicola del 1938 diretta dallo stesso Barbaro, che ne fu anche sceneggiatore ed autore, che racconta la storia del giovane medico Franco Rossi, scienziato di malattie tropicali, alle prese con le controverse sperimentazioni di un nuovo vaccino per combattere il morbo della cosiddetta “Febbre della Tasmania”.

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