"Adrano rinasce se rinasce il nostro senso di comunità"

"Adrano rinasce se rinasce il nostro senso di comunità"

di Davide Nicolò D’Amico

Quaranta giorni fa il consiglio comunale di Adrano scriveva la parola fine sull’amministrazione D’Agate. Diciotto voti favorevoli, 3/4  di assise,  che chiusero l’esperienza, poco felice,  di Angelo D’Agate dopo due anni e mezzo di governo cittadino e segnarono l’arrivo del Commissario straordinario Angelo Sajeva. Tutto questo in attesa delle nuove amministrative in programma in autunno su cui, però, pende, o penderebbe, la spada di Damocle del ricorso che potrebbe stravolgere le carte in tavola. Di questo, e non solo, ne abbiamo parlato col coordinatore locale di Italia Viva Salvo Monciino. 

Come sta politicamente Adrano dopo la mozione di sfiducia?

“Arranca! Da molte parti non si hanno notizie. Intere forze politiche sparite dal dibattito pubblico. Certo è che le voci, sempre più insistenti, di un ricorso di D’Agate, sindaco democraticamente sfiduciato, non aiutano il processo politico. La città ha bisogno di ripartire dopo questo clamoroso fallimento, di guardare avanti con fiducia e non con l’incertezza che può dare una scelta del genere. Troppo spesso gli egoismi personali hanno portato, nella recente storia della nostra città, a scegliere tra vantaggio (di parte o personale) e democrazia, prediligendo il primo alla seconda. Io scelgo sempre la democrazia. E in questo caso mi pare sia lampante la legittimità democratica della scelta del consiglio. 

Ad oggi non ho incontrato un cittadino che mi rimproveri di aver mandato a casa D’Agate”. 

Dopo quella mozione, che ha messo fine all’amministrazione D’Agate, cosa potrà e dovrà nascere in vista della tornata amministrativa autunnale?

“Dovrà nascere un progetto politico serio, lungimirante. Una proposta per la città ampiamente condivisa, basta con proposte egoistiche e personalistiche. Amministrare una città di 40.000 abitanti non può essere un affare da condividere con 4 amici con cui tentare “il colpaccio”. C’è bisogno di una nuova classe dirigente che si confronti con lealtà con i cittadini.  Bisogna far dimenticare velocemente l’esperienza D’Agate e rimettere al centro la politica.  Solo facendo sintesi si possono affrontare con serietà le annose problematiche che affliggono Adrano ormai da troppo tempo. Bisogna dire la verità agli adraniti: la situazione non è delle migliori, ma siamo ancora in tempo per ritornare protagonisti dello scacchiere Etneo! Ad oggi però vedo solo una corsa a proporsi, ancora ufficiosamente s’intende, da parte di soggetti rimasti a guardare finché D’Agate non è stato mandato a casa da altri, gente che non si è mai schierata, professionisti dell’ opinione sull’ operato altrui che oggi rivedono in se stessi il “salvatore della patria”, gente dalle sconosciute competenze politico/amministrative che spuntano fuori ad ogni tornata elettorale, per proporsi, salvo fregarsene di tutto ciò che succede se non vengono scelti come attori protagonisti di un film che esiste nelle loro teste. Abbiamo già dato con D’Agate! Basta. Adrano ha bisogno di essere guidata con serietà e competenza”.

Si parla spesso di classe dirigente. Attualmente c’è una classe dirigente ad Adrano?

“Italia Viva ha sempre posto questo tema come centrale del dibattito pubblico. Il rinnovamento di una classe dirigente non è una trovata propagandistica. È un tema politico! Un’esigenza di Adrano, aggiungo. A molti non piacerà, ma il mio obbiettivo non è piacere a chi da anni si fa eleggere per non cavare un ragno dal buco. Il mio obbiettivo è riuscire a stimolare nella città un dibattito critico, bisogna che chi ha competenze venga coinvolto nella gestione della città, non il contrario. La politica della propaganda da social, la proposta fast-food, ci impoverito così tanto che parlare di idee oggi sembra un’avventura da sognatori sprovveduti, ci siamo abituati ad una politica fatta di pacche sulle spalle, sorrisi fluorescenti, personaggi che fanno a gara per essere popolari come divi della tv, ma che non hanno soluzioni per questa città, forse non ne conoscono nemmeno i problemi.  Ecco, adesso rispondo alla sua domanda: la classe dirigente politica di Adrano va rifondata!” 

I tavoli politici sono aperti. La partita è sempre in mano ai 15 consiglieri che hanno firmato la mozione?

“Come ho già detto, a parte qualche eccezione, la politica mi sembra ancora dormiente, e questo non è un bene.  La storia dei 15 consiglieri a me sembra più una trovata pubblicitaria del periodo precedente alla mozione. Anche perché la mozione è stata votata da 18 consiglieri. Nei modi che tutti abbiamo visto. Io ritengo che la partita sia in mano ai cittadini. È con loro che dobbiamo confrontarci tutti i cosiddetti “addetti ai lavori”, definizione che non amo.  C’è bisogno che tutte le classi sociali e produttive vengano coinvolte in una proposta che sia politica e dalla forte connotazione patriottica, ben altro che soli 15 ex consiglieri.  Bisogna guardare avanti”. 

Cosa bisogna aspettarsi da qui ai prossimi 10/20 giorni?

“Io credo che nei prossimi giorni terrà banco la vicenda del ricorso. E credo che, purtroppo, questo toglierà tempo ed energie che dovrebbero essere impiegate a progettare il futuro.  Ovviamente noi di Italia Viva avverseremo in ogni sede tale atto, che non rispetta ne la legittima espressione del consiglio, cosa che l’ex sindaco aveva pubblicamente più volte detto che avrebbe rispettato, né tantomeno l’interesse di Adrano che oggi dovrebbe poter guardare con fiducia al futuro, non ad un passato disastroso nel quale D’Agate vuole riportarci.” 

Cosa si prevede per quel che concerne le candidature a sindaco?

“Non lo so, adesso non è di centrale importanza la candidatura di Caio o Sempronio. Io credo che in democrazia i nomi debbano venir fuori da proposte politiche di sintesi. Fino ad oggi ho sentore che ancora una volta invece si voglia partire dai nomi e poi attorno a questi costruire coalizioni. Evidentemente a molti la lezione del recente fallimento politico/amministrativo non è bastata.  Noi non faremo parte di tali ragionamenti politicamente sconclusionati. Cercheremo la sintesi partendo dai temi non dai nomi”. 

Quali sono i problemi che necessitano di essere affrontati e risolti dal nuovo sindaco?

“Randagismo, strade dissestate, mobilità e povertà educativa sono tra i problemi da porre in cima all’agenda. Basta rimandare, bisogna agire.  La dispersione scolastica è una grande piaga di questo territorio, ma in città nessuno ne parla. L’ educazione delle nuove generazioni è un tema che non riguarda la classe politica a quanto pare. Italia Viva intende accendere i riflettori su questo dramma. I ragazzi nati in famiglie socialmente più deboli debbono poter avere le medesime opportunità degli altri, vanno aiutati a comprendere che la strada non è un’opzione. Troppo spesso ad Adrano ho ascoltato solenni e pittoresche denunce contro la Mafia dopo un’operazione delle forze dell’ordine. Certo, ringraziare le forze di polizia per il lavoro svolto è sacrosanto, ma molto più importante sarebbe che chi fa politica lavori attivamente per sradicare la cultura mafiosa dalla nostra quotidianità, altrimenti facciamo a meno di ipocrite invettive a favor di telecamera. 

Inoltre bisogna che chi amministra prenda coscienza di cosa sono le Politiche attive. Ad Adrano il lavoro è un tema scottante. Troppi giovani fanno le valigie per cercare lavoro altrove e questo contribuisce a impoverire il nostro territorio. Incentivare l’edilizia riqualificativa, e non speculativa, significa compiere una scelta che guardi al futuro. Bisogna inoltre intercettare investimenti di capitali privati usando la leva del Recovery Plan da indirizzare alla trasformazione energetica, ambientale e urbanistica della città. Inoltre credo che l’agricoltura giocherà un ruolo fondamentale nell’economia post Covid, il nuovo sindaco dovrà dialogare con gli imprenditori del settore, bisogna che amministrazione e privati collaborino per far sì che l’agricoltura torni ad essere motore trainante di Adrano.  Bisogna mettere su una strategia di lungo medio-lungo periodo che ci permetta di tornare ad essere città di imprenditori agricoli e non più bacino dì manodopera a basso costo”. 

Considerata l’ultima esperienza amministrativa, teme un distacco dei cittadini dalla politica?

“Gli adraniti sono molto distanti dalla politica. L’ultima amministrazione ha le sue responsabilità di certo, ma questo distacco ha radici profonde. Bisogna che si torni a parlare con i nostri concittadini in maniera più franca e diretta, ma soprattutto non solo in campagna elettorale”. 

Come può tornare al centro della vita politica la città?

“Con un progetto politico. Il civismo alla D’Agate ha dimostrato tutti i propri limiti. Chi vuole ricalcare quelle orme sbaglia. Se si punta a vincere le elezioni per fare il sindaco ma poi non si ha idea di cosa e come fare si è disonesti, fare il Sindaco di Adrano non può esser visto come un trampolino di lancio per ben più remunerate cariche politiche. Fare il Sindaco è un onore, è un onere gravoso. Non si può improvvisare per pura e sconsiderata ambizione personale. L’interesse della città a tornare agli antichi fasti è di primaria importanza”. 

Come può rinascere Adrano?

“Adrano rinasce se rinasce il nostro senso di comunità. Non possiamo più permetterci errori. Io sono tornato a vivere e lavorare qui perché credo nelle enormi potenzialità della nostra terra. Io ci credo!”

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