Aeroporto di Catania: un affare privato

 

 

 

CATANIA – No alla privatizzazione degli aeroporti siciliani, piuttosto un modello di gestione unitaria con le sei infrastrutture che facciano rete tra loro. Una proposta emersa oggi pomeriggio nel corso del convegno “Aeroporti e aerei per la Sicilia”, promosso dal Movimento Cinque Stelle. All’incontro, che si è svolto nel Palazzo della Cultura, hanno preso parte il direttore generale dell’Enac, Alessio Quaranta, il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Danilo Toninelli, il sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, Vincenzo Santangelo, il prefetto Claudio Sammartino e il sindaco Salvo Pogliese. Presente il deputato nazionale Luciano Cantone e una nutrita rappresentanza di parlamentari regionali del Movimento, tra i quali il capogruppo Francesco Cappello che ha introdotto il convegno (moderato dal giornalista Mario Barresi) e le deputate Stefania Campo e Valentina Palmeri, che hanno illustrato la proposta di legge del M5S per un nuovo modello di gestione aeroportuale.  “Il processo di privatizzazione – ha spiegato Campo – non è del tutto corretto e c’è una norma nascosta nei quattro collegati alla Finanziaria regionale con la quale si chiede ai proprietari pubblici di società aeroportuali la vendita entro 90 giorni delle azioni, pena la decurtazione dei trasferimenti regionali. Perché indurre gli enti pubblici a vendere le quote? Noi proponiamo invece – ha proseguito Campo – mettere in rete sinergica tra loro i sei aeroporti siciliani, in una crescita integrata e con possibili specializzazioni. Sarà la nostra unica porta d’ingresso per superare l’isolamento  e restare autonomi dalle pressioni delle grandi compagnie internazionali, in una visione diversa, trasparente e lineare. Aprire le porte della Sicilia significa innescare politiche di sviluppo che tendano principalmente ad aumentare i flussi fino a farli raddoppiare, con costi decisamente più bassi”.

“Una rete aeroportuale pubblica e una gestione unica regionale – ha sottolineato la deputata Valentina Palmeri – può meglio garantire, rispetto all’attuale sistema aeroportuale, dove aeroporti tra loro vicini spesso si fanno una concorrenza selvaggia a discapito dei piccoli aeroporti, obiettivi di sostenibilità ambientale, contrasto agli sprechi e una moderna ed efficiente modalità di trasporto, perfettamente integrata con il territorio e le sue vocazioni, ed in grado di favorire un armonico e sostenibile processo di crescita economica, sociale e turistica, in una logica di sistema”. Il ministro Toninelli, oggi in visita in Sicilia per dare avvio a diversi cantieri di opere pubbliche, ha sottolineato fortemente la necessità di “tornare a fare investimenti buoni in opere utili”. A proposito del trasporto aereo, ha detto, “la Sicilia ha un margine di crescita straordinaria e bisogna cogliere ogni possibilità di crescita e di sviluppo. Adesso è finito il tempo dei ritardi ed è finito il tempo in cui i concessionari decidevano le condizioni da autoapplicarsi”. Quanto alla ventilata possibilità di una cessione di quote azionarie degli enti soci degli aeroporti, Toninelli ha dichiarato: “Nutro forti perplessità e temo possa essere un grosso errore vendere le azioni da parte dei soci che sono soggetti tutti pubblici. Il ministero vigilerà in ogni singolo dettaglio su questo passaggio perché non siano commessi errori, perché non si può monetizzare oggi disinteressandosi del domani. Per questo saranno inserite delle penali per chi non farà investimenti sulle infrastrutture”.

Proprio oggi Pietro Agen, presidente della Camera di commercio del Sud Est, massimo azionista di SAC, la società che gestisce i servizi aeroportuali do Fontanarossa, ha confermato che domani sarà deliberato l’avvio delle procedure per la privatizzazione, tramite il collocamento sul mercato di  circa il 60-70% delle quote di soggetti pubblici, in modo di ottenere in futuro un giusto equilibrio tra l’efficienza garantita dl privato e il controllo dell’ente pubblico. Lo stesso Agen ha criticato il tentativo di interferenza della politica e giudicato negativamente il disegno di legge della deputata regionale Stefania Campo.

«Condividiamo i timori di Pietro Agen per le possibili intromissioni della politica nel progetto di privatizzazione dell’aeroporto, finora però le organizzazioni sindacali di Catania non hanno avuto modo di confrontarsi nel merito  con la società di gestione dello scalo di Fontanarossa. E sarebbe forse il momento di passare dalla parole ai fatti». Così i segretari generali provinciali Giacomo Rota (Cgil), Maurizio Attanasio (Cisl), Enza Meli (Uil) e Giovanni Musumeci (Ugl), con le rispettive segreterie di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Ugl Trasporti, commentano l’intervista rilasciata a La Sicilia dal presidente della Camera di Commercio del Sud Est e pubblicata stamattina sul quotidiano di viale Odorico da Pordenone.  «Proprio in occasione della decisione dell’assemblea dei soci – aggiungono – ribadiamo che è opportuno avviare subito il confronto con le parti sociali per costruire un eventuale percorso di privatizzazione che sia quanto più condiviso e rispondente alle esigenze tanto dei lavoratori impegnati della infrastruttura aeroportuale quanto delle prospettive di crescita del territorio a essa legate». Pur non avendo preclusioni a priori sulla eventuale possibilità d’ingresso di investitori privati nell’organismo di gestione dello scalo di Fontanarossa – sottolineano Rota, Attanasio, Meli e Musumeci – ribadiamo che è indispensabile  analizzare nel dettaglio almeno tre importanti questioni legate al processo di privatizzazione: la prima riguarda la tutela dei lavoratori e i livelli occupazionali; la seconda, il possibile incremento degli slot da offrire ad altre compagnie, la terza, se così facendo è possibile individuare compagnie low cost in grado, magari, di permettere l’abbattimento dei costi per gli utenti dei voli da e per Catania. Su questi tre temi – concludono i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl,  Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Ugl Trasporti – siamo pronti a confrontarci e invitiamo il presidente Agen a convocarci ufficialmente per un confronto franco e aperto, nel rispetto dei propri ruoli e che abbia come obiettivo, attraverso investimenti adeguati, prospettive di arricchimento infrastrutturale, incremento di posti di lavoro e reale sviluppo».

Da Palazzo dei Normanni giunge un altro comunicato: “Vorremmo ricordare al presidente della Camera di Commercio Sud-Est Pietro Agen che lo stop alla privatizzazione degli aeroporti siciliani è una posizione di tutto il Movimento 5 stelle. Non si permetta Agen di offendere una nostra parlamentare definendola ‘una deputata regionale che immagina un volo Palermo – Catania’. Siamo consci che quello della privatizzazione degli aeroporti siciliani è un affare miliardario e che probabilmente la nostra idea di riforma pesta i piedi a qualcuno, ma i toni di Agen non sono giustificabili”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle all’Ars che replicano così alle dichiarazioni rese suo da Pietro Agen.

“Un disegno di legge di riforma del sistema aeroportuale siciliano che prevede l’attivazione di un ente gestore unico dei 6 scali aeroportuali siciliani, che elimini sprechi, frammentazione di linee, aumenti il potere contrattuale della Sicilia con le compagnie aeree e stoppi il tentativo di svendita a privati degli scali aeroportuali siciliani, costruiti con fondi pubblici e che potrebbero essere regalati ai privati anche per volontà del governo regionale Musumeci. In Sicilia dobbiamo puntare a 100 milioni di viaggiatori l’anno”.  Ha dichiararlo è la deputata regionale siciliana del Movimento 5 Stelle Stefania Campo intervenendo alla conferenza nazionale sul trasporto Aereo nei giorni scorsi a Roma, dove ha presentato il  disegno di legge che prevede un ente gestore unico per gli scali aeroportuali del territorio isolano.  “Ai quasi 40 milioni di passeggeri delle Isole Baleari – spiega Campo – accostiamo i dati del traffico aereo in Sicilia del 2018, salta subito all’occhio che non si arriva neanche ai 18 milioni di passeggeri eppure sono due isole con le stesse condizioni climatiche. La Sicilia inoltre per dimensioni supera le Baleari di 5 volte e ha monumenti ed emergenze architettoniche e paesaggistiche uniche al mondo. Sono numeri impietosi che mostrano chiaramente come sino ad oggi il modello utilizzato ha fallito. Oltre al gap infrastrutturale e alle carenze ricettive le motivazioni risiedono nei costi elevati per volare da e verso la Sicilia. La costituzione di reti o sistemi aeroportuali – ha evidenziato  la deputata – rappresenta la chiave di volta per superare situazioni di inefficienza, ridurre i costi e consentire una crescita integrata degli aeroporti, con possibili specializzazioni degli stessi. La nostra riforma, prevede di rendere tutti e sei gli aeroporti siciliani in rete sinergica fra loro. Ciò avrebbe come primo risultato l’acquisizione di un enorme potere contrattuale da parte dell’Ente gestore della Rete stessa che, dipendendo dalla Regione Siciliana, avrebbe obiettivi sociali e di incremento del flusso non legati alla speculazione e alla massimizzazione dei profitti, magari a discapito, come accade oggi, soprattutto dei siciliani stessi. Altro risultato evidente sarebbe quello di essere riusciti ad acquisire gli strumenti idonei per difendere e aumentare gli investimenti anche sugli aeroporti con minore traffico passeggeri, come quelli di Trapani e Comiso, di Lampedusa e Pantelleria; utilizzando le maggiori entrate degli scali più forti si sosterrebbero i costi anche degli altri quattro. Supereremmo, in tal modo, ogni possibile rischio di declassamento, o addirittura di chiusura, di qualunque dei nostri aeroporti; bensì, entrando nella Rete, sarebbero tutti insieme, validamente, al servizio delle esigenze produttive, turistiche e sociali della nostra Isola. Gli aeroporti sono infrastrutture essenziali”.

“L’armonizzazione e l’integrazione in Rete degli scali – ha sottolineato ancora la deputata M5S  – determina la sostenibilità nel medio-lungo periodo anche degli scali minori, nell’ottica della salvaguardia del patrimonio pubblico statale e regionale, in considerazione delle previsioni di incremento del traffico nel medio-lungo periodo definite e del miglioramento dell’accessibilità territoriale. I positivi effetti sui singoli aeroporti, sulla Rete nel suo complesso, e quindi su passeggeri e compagnie aeree, sono evidenziati dall’effetto virtuoso della dinamica tariffaria. Ovviamente ci contrapponiamo in maniera netta al tentativo di privatizzazione dei nostri aeroporti che il governo regionale avrebbe voluto furbescamente far passare in silenzio con la complicità della maggioranza dell’aula all’Ars con un emendamento al ‘collegato’”. La legge, prevede 7 articoli che partendo dalla nuova governance pubblica, delineano la struttura operativa dell’ente gestore unico. A questo punto, inizia la lotta contro il tempo.  “Auspico che questo disegno di legge – ha concluso  Campo – venga al più presto calendarizzato in Aula all’Ars”.

 

 

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