Al Tondo Gioeni strani incontri notturni


 
 
 
Luigi Costantino
CATANIA – Qualche sera fa era ormai già parecchio tardi, prima di rientrare a casa, mi soffermai al Tondo Gioieni per cercare di capire meglio ‘’la Grande Opera’’ che ormai da mesi è in corso di costruzione. 

La Fabbrica procede forse a rilento

ma sicuramente tutti gioiremo il giorno che sarà inaugurata e con grande ansia aspettiamo proprio questo momento. Poco distante da me altre due persone, dall’abbigliamento strano, ma dal modo di fare e di discutere autorevole, in un angolo, sotto i portici del palazzo posto alla fine di via Etnea, nella quasi assoluta penombra, parlavano gesticolando. Il più vecchio, un uomo di statura media, ma ben proporzionata, indicava al suo compagno il grande muro che era possibile vedere di fronte. Si capiva che stessero parlando proprio della fontana, e più che per curiosità, da buon catanese, mi avvicinai ai due.
L’oggetto del discorso era proprio la fontana in costruzione. Il più giovane, ogni tanto poneva qualche domanda, e alla risposta era evidente il segno del suo capo come se disapprovasse qualcosa. Il dialetto non era locale, Italia centrale, forse romano, la discussione fra i due era sempre più animata.
Il pretesto per entrare nel discorso, forse il più banale era proprio quello di chiedere se avessero un accendino per poter dar fuoco alla sigaretta. Alla mia richiesta, mi guardarono entrambi come se non avessero capito, forse erano stranieri e mi ero sbagliato sulla loro provenienza, quindi passai alla mimica e annuendo, uno dei due mi passo una borsetta in pelle. “Prendi pure”, mi disse il più giovane, “ci sta l’acciarino, con questo puoi dar fuoco”. Ringraziai comunque tornandogli l’involucro, spiegando che finalmente avevo trovato nella tasca il mio accendino. Mi invitarono a restare ed io non persi l’occasione che più agognavo.
Il più vecchio mi disse che era stato pregato di recarsi sul posto, non capì bene però da chi, sentì solo il nome, Don Vincenzo, pensai al nostro sindaco, ma perché? mi domandai. Il sindaco che necessità aveva di interpellare qualcuno, con la sua grande squadra che aveva impegnato per questo lavoro? E perché proprio di notte, quasi in incognito, a lui che piace tanto la pubblicità?
Il vecchio continuò, ‘’ ho preferito venir con mio figlio più che giungere da lontano da solo, anche perché è giusto continuar a dar loro giusti insegnamenti’’. Gli chiesi comunque da dove venivano, “da lontano –  mi disse –  da molto lontano, non immagini da dove”. Mi sembrava una farneticazione più che una risposta.
Il discorso riprese e il vecchio, a volte alzando il tono di voce, indicando il cantiere di fronte, parlava di volumi dissonanti, di materiali inappropriati e di invenzioni architettoniche, ma sempre con tono sprezzante,  Portava alcuni esempi, a me noti, parlando con suo figlio,

Trinità dei Monti, La Barcaccia, i Quattro fiumi, Trevi

 quindi si parlava di fontane.
Di colpo, furente, quasi con un impeto d’ira, strattonando il figlio, si rivolse a me: ‘’E tu cosa ne pensi?’’, rimasi senza parole, continuò: ‘’La colpa è solo vostra, ormai non c’è più niente da fare, solo i cannoni potranno cancellare una così infame opera’’.
Tentai di rispondere, con l’intenzione di evitare comunque una qualche reazione ostile del mio interlocutore, ma fu tutto inutile. ‘’Andiamo Gian Lorenzo, riferiremo ciò che abbiamo visto e speriamo che Don Vincenzo possa intercedere con il suo superiore per evitare che le colpe di qualcuno ricadano su di tutti”.
Prima di andarsene, porgendomi la mano si presentò. “Pietro, Pietro Bernini“, ed in un istante sparì insieme al figlio fra le tenebre che avvolgevano il portico.
Non so se è stato un sogno o a dir il vero un episodio soprannaturale, capì a questo punto che chi lo aveva inviato, ‘’Don Vincenzo’’ non poteva altri che essere Papa Urbano VIII, Maffeo Vincenzo Barberini, ma ciò che mi rammarica più di tutto è una sua frase che mi rimbomberà sempre dentro ‘’La colpa è solo vostra, ormai non c’è più niente da fare,

solo i cannoni potranno cancellare una così infame opera’’.

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