Amari, monasteri e antiche tradizioni: un omaggio a Francesco Averna

Amari, monasteri e antiche tradizioni: un omaggio a Francesco Averna

Elisa Musumeci
biologa e nutrizionista

Salutiamo con affetto il signor Francesco Claudio Averna, padre di uno tra i più antichi amari siciliani, che ci ha lasciato custodendo gelosamente la sua ricetta, di cui si conoscono solo pochi ingredienti certi. 

Con questo articolo, a mo’ di dedica, mettiamo alla luce storia e tradizione degli amari, “elisir di lunga vita”, come li consideravano i diversi monaci e frati che ne rappresentano i veri ideatori. 

L’Amaro Averna ha una storia che si tramanda sin dall’Ottocento, in terra Nissena, dove veniva prodotto dai frati nell’Abbazia benedettina di Santo Spirito. Nel 1868, la propria ricetta segreta, fu donata a Don Salvatore Averna in segno di gratitudine per dei servigi ricevuti. Da allora lo storico amaro siciliano, a base di erbe, radici e oli essenziali, è stato tramandato di generazione in generazione, raggiungendo fama internazionale.

Questo, come ogni amaro, è entrato a far parte di quella tradizione rituale che lo vede protagonista alla fine di un pasto soprattutto di quelli abbondanti, calorici e festosi, come comanda la tradizione sicula. 

Da sempre l’amaro, nell’immaginario collettivo, è, infatti, considerato come un viatico indispensabile per garantire una sana digestione, un vero e proprio digestivo, per le sue preziose virtù stomachiche e coleretiche, ma le sue origini, ben più antiche del XIX secolo, erano di vera e propria panacea per la salute ad ampio spettro. Queste origini ci rimandano a epoche lontane molto antecedenti il Medioevo e che affondano le loro radici nel mondo orientale della civiltà islamica. Nella cultura islamica non esisteva ancora l’amaro, ma erano prodotti gli “elisir” = “essenza”, di etimologia araba, per l’appunto “al-iksir “, che costituiva una pozione medicamentosa a base di piante officinali infuse in alcol e/o acqua in percentuali variabili. Quando gli arabi giunsero nel bacino mediterraneo, la ricetta dell’elisir arrivò in monasteri ed abbazie, dove vi erano stanze adibite a spezierie, popolate di monaci intenti a pestare erbe officinali nel mortaio, a macerarle e a distillarne le essenze negli alambicchi. 

Dalla sapiente miscelazione e infusione di erbe aromatiche salutari in alcol, secondo formule tenute rigorosamente nascoste e tramandate di generazione in generazione, nacque l’amaro, a quei tempi considerato un vero e proprio prodotto farmaceutico, indispensabile, oltre che per la guarigione di particolari malattie, anche come cura di tutti i mali: un elisir di lunga, insomma.

Ogni regione elaborò amari medicinali, diversi per ingredienti, preparati soprattutto nei maggiori monasteri. Talvolta qualche ricetta sfuggì dalle segretezze dei conventi e, diffondendosi al di fuori, giunse agli erboristi e droghieri del tempo che fondarono alcune aziende artigiane grazie alle quali i segreti di preparazione furono tramandati sino a oggi. 

Tra le virtù terapeutiche generalmente attribuibili al più degli amari antichi annoveriamo:

  1. Proprietà digestive, carminative e antispastiche, utili a eliminare flatulenza, fitte e gonfiore addominale.
  2. Mal di gola. Un cucchiaio, per 3 volte al giorno, in poca acqua. Si possono fare anche dei gargarismi.
  3. Purificare il sangue e migliorare la circolazione sanguigna. Un cucchiaio, per 3 volte al giorno, in poca acqua 
  4. Emicrania, amenorrea, dismenorrea e disturbi del ciclo mestruale. Molti amari contengono, infatti, tra le diverse erbe, achillea, angelica, salvia ed altri rimedi che agiscono sull’apparato riproduttore femminile e sull’equilibrio delle vie ormonali coinvolte.

Torniamo adesso all’Amaro Averna. Rispettandone la ricetta segreta, riporto le proprietà conferite dagli oli essenziali delle piante note in esso contenute.

    • O.E. da scorza di arancio amaro: Eupeptico e carminativo. Stimola la secrezione dei succhi gastrici, aiutando in caso di digestione pesante. Combatte gonfiori addominali e meteorismo. Ha un’azione antisettica, battericida e antimicotica. Ha proprietà energizzanti e rinvigorenti. 
  • O.E. da scorza di limone: E’ un’essenza ad azione depurativa del fegato, drenante delle vie biliari e linfatiche e purificante cutanea, aiutando anche in casi di psoriasi, eczemi, acne e pelle grassa. 
  • Melagrana: Dalle molteplici proprietà, nota in particolare per le virtù antiossidanti, contro i radicali liberi, come antinfiammatorio e per stimolare le difese immunitarie.
  1. Liquirizia: In primis conosciuta, a livello fitoterapico, per l’azione digestiva, lievemente lassativa e di tonificante del circolo venoso. Innalza, in modo blando, la pressione sanguigna

Abbiamo visto le proprietà benefiche dei distillati secondo antica tradizione, è tuttavia doveroso fare delle precisazioni. Mentre la produzione di amari e liquori nei secoli scorsi prevedeva alcol di origine naturale, per macerazioni e fermentazioni. 

Oggi, la funzione terapeutica degli amari naturali è stata sepolta dalla dilagante marea di alcolici preparati in modo industriale, formulati spesso con zuccheri e sostanze artificiali, dalle dubbie proprietà curative ed effetti dannosi per la salute. 

Inoltre, anche se la tradizione riconosce ai liquori naturali proprietà, non dimentichiamo che contengono comunque alcol, se pur in percentuale variabile, bisogna quindi consumarli con notevole moderazione, soprattutto se in presenza di predisposizione a problemi epatici e/o fegato grasso.

Ricordo, infatti, che 1 solo grammo di alcol fornisce ben 7 calorie!

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