Amministrative, Abramo (E' Catania): "Voto ai grillini è voglia di cambiamento, non di protesta"


 
 

CATANIA – “Se i 5 Stelle hanno raggiunto il 48% delle preferenze, bisogna solo rispettare la volontà degli elettori. I dati che sono emersi dalle ultime elezioni sono impietosi, c’è poco da dire. Il PD, che è il partito del sindaco di Catania Enzo Bianco, si è ridotto all’11% tanto da non riuscire ad eleggere nel collegio etneo neanche il premier Gentiloni che se non fosse stato eletto a Roma a quest’ora sarebbe sparito dal Parlamento italiano. E poi il centrodestra… qualche “generale” pochi giorni fa avrebbe scommesso certamente su una gioiosa vittoria dopo le regionali, anche alle politiche e invece, proprio il centrodestra è stato clamorosamente sconfitto da M5S in tutti i collegi uninominali di Catania e della Sicilia. Forza Italia – sottolinea Abramo – si trova, con il suo 21%, a meno della metà del Movimento Cinque Stelle non eleggendo neanche un deputato alla camera e nessun senatore della Repubblica. Ricordiamo tutti nel 2001 il 61 a 0 di Gianfranco Micciché e adesso ricorderemo tutti il 28 a 0 del Movimento Cinque Stelle con il Rosatellum. La seconda forza del centrodestra anche a Catania è la Lega Nord e questo significa che la destra catanese è secondaria e la coalizione è attrazione Salvini”.

Rotti dunque i vecchi schemi della politica, si guarda al cambiamento e “questo dà grande forza al nostro progetto civico – continua Emiliano Abramo – i catanesi vedono in noi un reale progetto di “svolta” e proprio in questi giorni abbiamo elaborato le prime tre proposte per il programma di È Catania: 1) “Legalità per tutti” ovvero diffusa, dalla questione sorta durante le ultime regionale e cioè presentabili e impresentabili a quella attuale di responsabili e irresponsabili. 2) “Un patto sociale tra le generazioni” con lo sviluppo di concrete politiche che evitino che i giovani abbandonino la nostra città e con politiche di sostegno alla terza età. 3) “Lavoro, sviluppo e commercio” che per noi rappresenta un unico punto che spazia da politiche innovative per il centro storico al recupero della zona Sud della città, la cosiddetta zona industriale che produce il 15% del P.I.L. della Sicilia e oggi verte in uno stato di abbandono rischiando di generare la fuga dei nostri imprenditori da Catania”.

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