Amministrative, c'è un tema molto "caldo" ma sottaciuto nella campagna elettorale di Acireale


Saro Faraci

ACIREALE – Sta per entrare nel vivo la campagna elettorale di Acireale in vista del voto di domenica 10 giugno e cominciano i dibattiti pubblici con il confronto tra i candidati alla poltrona di primo cittadino. Sono cinque fino ad ora i concorrenti e tali dovrebbero rimanere fino al termine ultimo per presentare le liste. In ordine alfabetico i candidati a Sindaco sono: Stefano Alì sostenuto dal Movimento Cinque Stelle; Giusi Brischetto la candidata della Lega di Salvini; Michele Di Re trainato da otto liste alcune delle quali di centro destra; Rito Greco appoggiato da quattro liste alcune delle quali di centro sinistra; Nino Nicotra portato da alcune liste civiche di centro.

I temi più ricorrenti sono quelli della viabilità, della chiusura al traffico del centro storico, dell’inversione dei sensi di direzione in alcune strade del centro, della raccolta differenziata, etc… gli stessi sui quali negli ultimi tempi si è dovuta frequentemente confrontare con i cittadini l’amministrazione uscente di Roberto Barbagallo. Sono temi sicuramente importanti, per i quali i cittadini chiedono risposte, su alcune delle quali sta già intervenendo il Commissario straordinario Salvatore Scalia; ma – come ha ricordato lo stesso Commissario nel suo intervento in Consiglio Comunale – non si tratta dei temi strategici per il futuro di Acireale. Temi sui quali si ha come l’impressione che i candidati e i loro seguaci sorvoleranno perché fare ragionamenti all’elettorato non paga, quanto meno a breve col rischio di perdere consenso. L’elettorato invece si infiamma più facilmente quando cominciano le contrapposizioni fra i diversi schieramenti e quando si gioca ad avvelenare i pozzi, tirando in ballo questioni personali.

Un tema “caldo” lo ha posto il Commissario Scalia, quello relativo al bilancio. Sembra però un tema sottaciuto. Un tema che non si può meramente derubricare ad una pratica contabile, quasi fosse un problema di competenza del Ragioniere Generale della Città oppure del consulente economico di turno nominato dal Sindaco. I bilanci già striminziti di una amministrazione cittadina si alimentano di alcune voci importanti. Ad Acireale, in assenza di introiti rilevanti dagli oneri di urbanizzazione perché il piano regolatore generale è praticamente fermo, una voce importante è rappresentata dalle entrate da tributi.

Quando – ha precisato il Commissario Scalia – il bilancio, relativamente ai rendiconti al 2015 e al 2016, presenta alcune criticità duramente riprese dalla Corte dei Conti siciliana nella adunanza del 25 gennaio scorso, non c’è affatto da scherzare. Ci sono quasi ottanta milioni da recuperare perché non versati dai contribuenti e, in bilancio, risultano appostati crediti forse mai più esigibili oltre ad esserci tanti problemi nel rapporto tra il Comune e le sue partecipate, in primis la Sogip, l’azienda erogatrice dei servizi di acqua e gas metano. Sulle partecipate, anche in virtù dei controlli più stringenti imposti dalla riforma Madia, molte amministrazioni comunali potrebbero cadere nei prossimi mesi. Acireale non è a rischio di default, ma è vicinissima ad una condizione di pre-dissesto: è stato questo il grido di allarme lanciato dal Commissario.

La stessa Corte dei Conti si è pronunciata in modo netto: «agli enti locali che presentino, nell’ultimo rendiconto deliberato, un disavanzo di amministrazione ovvero debiti fuori bilancio, ancorché da riconoscere, nelle more della variazione di bilancio che dispone la copertura del disavanzo e del riconoscimento e finanziamento del debito fuori bilancio, è fatto divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge. Sono fatte salve le spese da sostenere a fronte di impegni già assunti nei precedenti esercizi».

Da qui una serie di interrogativi. Come si affronterà tale questione in campagna elettorale? Cosa diranno i candidati alla poltrona di primo cittadino e  come si comporteranno i candidati nelle liste per il rinnovo del Consiglio Comunale? Dovranno prendere posizione a favore o contro le scelte operate dall’amministrazione precedente, ma bacchettate dalla Corte dei Conti? E’ serio il rischio di default finanziario? Ed ancora: in un momento di crisi come quello attuale dove una famiglia su quattro è vicina alla soglia della povertà, in che modo pensa il Comune di recuperare tali somme?

Chiunque sarà Sindaco avrà brutte gatte da pelare nei primi cento giorni del suo mandato. Pensa di parlarne fin d’ora in campagna elettorale oppure, per prudenza ed opportunismo suggeriti anche dai tempi dalla politica, affronterà il problema non appena arriverà a sedere al Palazzo di Città?

 

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