Saro Faraci
Il dibattito a REI TV di qualche giorno fa, condotto in studio dal giornalista Filippo Romeo, ha permesso di capire cosa i cinque candidati a Sindaco di Acireale – Stefano Alì, Giusi Brischetto, Michele Di Re, Rito Greco e Nino Nicotra – pensano del bilancio comunale e come immaginano di fronteggiare la delicata situazione finanziaria prospettata dal commissario straordinario Salvatore Scalia in occasione di una recente seduta consiliare della città di Acireale. Una domanda difficile, la prima con cui il giornalista televisivo ha aperto il dibattito fra i candidati.
Il punto di partenza è abbastanza noto. Come riportato ampiamente dal settimanale I Vespri qualche settimana fa, il commissario Scalia in occasione del suo intervento in Consiglio ha posto l’accento sullo stato del bilancio comunale che ha residui passivi per poco di più 18 milioni, ma residui attivi per una somma superiore a 60 milioni di euro, senza considerare i crediti deteriorati che sono praticamente ormai quasi inesigibili. A questo stato di cose, evidenziato duramente dalla Corte dei Conti nell’adunanza del 25 gennaio scorso, si è arrivato per la stratificazione nel tempo di molti elementi: evasione tributaria in materia di TARI, mancata riscossione dell’imposta di soggiorno da parte delle strutture ricettive, mancate entrate da sanzioni del codice della strada e in generale la non corrispondenza fra l’iscrizione in ruolo delle cartelle per i morosi e il loro incasso da Riscossione Sicilia. E poi c’è il capitolo delle società partecipate, a cominciare dalla Sogip, dove non è tutto “rose e fiori” e la sostenibilità di questa partecipazione nel bilancio comunale, strategica per quanto riguarda l’erogazione di acqua e gas metano, è da osservare voce per voce, attività per attività.
Se il quadro conoscitivo è chiaro, pungolate dalle domande del giornalista le risposte dei candidati Sindaci sono state differenti. Per alcuni di loro la materia è proprio spinosa e lo si è visto subito dalla qualità e brevità delle risposte. Per altri, bisognerebbe fare prima una accurata analisi di tutte le partite contabili e soltanto dopo pensare alle manovre più opportune di risanamento, guardando pure a Sogip. Per altri ancora, stante l’esperienza in Consiglio comunale, la situazione non è poi così drammatica sul piano della cassa, anche se il problema dell’evasione merita di essere attenzionato iniziando subito a potenziare la macchina amministrativa, soprattutto assegnando personale direttivo all’ufficio tributi. Per altri ancora, sarebbe necessaria una manovra straordinaria di assestamento come quella che fu fatta nel 2000. Infine non è mancato chi ha provato a volare più alto pensando di risolvere la crisi finanziaria del Comune di Acireale con nuovi modelli di sviluppo turistico in grado di portare risorse aggiuntive.
Un esame difficile quello che hanno dovuto sostenere i candidati a Sindaco. La TV ha imposto loro, in pochi minuti, di doverlo trattare. C’è chi se l’è cavata meglio, chi ha tentennato. Scolasticamente parlando, però, nessuno dei cinque è arrivato al voto di sufficienza valutando il modo in cui ha svolto i compiti per casa, forse sottovalutati e presi un po’ alla leggera. L’argomento andava approfondito maggiormente. Non tanto nella diagnosi quanto nella prognosi della malattia. Che esiste ed è una grave malattia.
A qualcuno forse non sarà sfuggito che, dopo aver rappresentato il problema alla città in occasione dell’ultimo consiglio, il commissario Scalia è passato subito alla linea dura e in questi giorni diversi contribuenti acesi si sono visti recapitare a casa avvisi di accertamento per somme dovute e mai prima pagate. Una mazzata! Si apriranno sicuramente contenziosi e gli avvocati sono già all’opera, da una parte (i contribuenti per provare a pagare di meno, a transare o per contestare le somme dovute) e dall’altra parte (il Comune di Acireale per iniziare ad incassare), ma intanto già qualche mossa è stata fatta subito.
E’ questo il punto su cui i candidati a Sindaco dovrebbero essere più chiari, specificando anche ai candidati nelle liste che li sosterranno come comportarsi con l’elettorato. La paura di sbagliare a parlare è connessa al rischio di perdere consensi. Per cui in campagna elettorale si glissa sull’argomento.
Ed invece, una volta per tutte, si dovrà dire agli Acesi che si trovano in città come se vivessero in un grande condominio. Ed in esso vi abitano varie tipologie di condomini, quelli che la casa l’hanno presa in affitto, ma anche i proprietari. Ci sono condomini che rispettano gli spazi comuni e le relative regole, impegnandosi anche a risolvere i problemi della quotidianità che si presentano, come il malfunzionamento del cancello condominiale, e provando pure a venire capo dei problemi pregressi esistenti, come qualche spesa lievitata perché la ditta incaricata di ripristinare la facciata vanta maggiori pretese finanziarie rispetto al budget. Ci sono pure condomini che per primi si attivano e che spesso vengono pure visti con sospetto per questo inspiegabile attivismo. Di solito sono una minoranza. Ma ci sono anche quei condomini, tantissimi in verità e senza distinguo fra proprietari e affittuari, che litigano per ogni cosa, non rispettano gli spazi, se la prendono col passato, se ne fregano se il cancello non funziona e poi scopri che qualcuno non paga nemmeno le quote condominiali, seppur tarate sui millesimali, salvo poi lamentarsi su tutto.
Se questa è la situazione, può dirci fin d’adesso il futuro amministratore del condominio Acireale, ancor prima di candidarsi a rappresentare tutto lo stabile e tessere le alleanze con i condomini che lo voteranno, come intenderà comportarsi con tutti, ma proprio tutti, proprietari e affittuari, morosi e non morosi, nei primi mesi del suo mandato amministrativo dove erediterà anche qualche macigno dal passato?