CATANIA – “Ho deciso di candidarmi al Consiglio comunale di Catania nella lista È CATANIA , con Emiliano Abramo sindaco perchè a Catania, e nel resto del Paese, è ormai evidente una questione morale irrisolta. Non mi riferisco solo alla criminalità organizzata, ma ad una serie di rapporti tra mafia, politica, affari e massoneria che trova il suo humus nella corruzione, ormai diffusa e ritenuta, per certi versi, ineluttabile da molti concittadini”, spiega il professore di Fisica teorica dell’Università di Catania, Paolo Castorina, già sindaco di Aci Castello.
“Le cronache catanesi parlano chiaro, dalla gestione dei rifiuti all’Ufficio del lavoro, scandali e arresti si susseguono quasi quotidianamente. Ma veniamo ad aspetti programmatici. Tralascio alcune questioni specifiche come la pulizia della città e la manutenzione stradale, la viabilità e il traffico ossessivo , ed altro, non perché siano argomenti secondari (basti pensare che a Catania la raccolta differenziata è al 9.8% !) ma perché si tratta di aspetti pre-politici, che in città normali non dovrebbero far parte di una campagna elettorale ma che relegano Catania agli ultimi posti nella graduatoria italiana per vivibilità. Desidero invece focalizzare l’attenzione sulla perdita di fiducia di Catania in se stessa, dovuta alla profonda crisi economica e occupazionale che vede i nostri giovani lasciare la città e recarsi al Nord o all’estero per trovare lavoro. I temi centrali sono quindi lavoro e impoverimento. Cerchiamo di comprenderne l’origine.
L’Italia ha attraversato e attraversa ancora una forte crisi economica. Nel Sud la crisi è stata ancora più drammatica e non si vedono segni di ripresa. In Sicilia abbiamo assistito a una vera e propria desertificazione industriale. Nel 2017 in Sicilia si sono persi 57.000 posti di lavoro. La speranza che le industrie che hanno lasciato la Sicilia, tornino quando la crisi sarà passata non risponde alla realtà, poiché è molto più conveniente investire in altri Paesi dove il costo del lavoro è più basso. E’ del tutto evidente che serve una scelta politica di fondo, che riguarda non solo l’Italia ma anche la nostra città, perché in momenti di difficoltà è necessario mettere in campo tutti gli strumenti di cui ogni comunità dispone.
Il sindaco Bianco, oltre ad aumentare sensibilmente i notevoli debiti lasciati dalle amministrazioni di centro-destra dal 2003, ha fatto una scelta politica errata, utilizzando una ricetta vecchia: rispondere alla crisi economica con il cemento. Per questa ragione sono stati autorizzati circa 1.000.000 di metri cubi di nuova edificazione alla Plaja (Il PUA, Corso Martiri della Libertà ne conta altri 250.000 e il Centro Direzionale di Cibali ancora 150.000 metri cubi circa. Inoltre un progetto del porto prevede circa un altro milione di metri cubi , con la realizzazione di un grande centro commerciale. Senza nessuna pianificazione urbanistica, senza alcuna scelta partecipata, si è pensato che questo tipo di intervento potesse aiutare la ripresa.
Ma è una strategia sbagliata.
Oltre al danno ambientale irreversibile, è infatti errato pensare che una nuova edificazione possa far riprendere un’economia locale depressa, perché non ci sono molti soldi da spendere. Per essere precisi sino in fondo, c’è però chi ha guadagnato e anche molto: i proprietari dei terreni dove devono sorgere le nuove edificazioni sono diventati ricchi per la rivalutazione delle loro aree. Catania si trova in una situazione molto grave perché le amministrazioni degli ultimi vent’anni non si sono affatto preoccupate dello sviluppo della città ma solo di alcuni interessi di gruppi di pressione, di consulenze e di gestire , molto male, l’ordinaria amministrazione, allontanando dal Palazzo gran parte della cittadinanza, ormai rifugiatasi nella protesta, nell’astensione o, quanto meno, nell’assenza di partecipazione.
Vediamo quindi quale potrebbe essere una visione strategica alternativa, basata sulla riconversione ambientale e tecnologica dell’economia catanese.
Alcuni esempi:
– L’edilizia deve abbandonare la logica del consumo del suolo e riconvertirsi al recupero conservativo. La riqualificazione degli edifici pubblici e privati, in termini di rischio sismico e idrogeologico, garantisce un lavoro non limitato nel tempo ( come le nuove edificazioni) ma continuo , impegnando un gran numero di lavoratori del settore. Una pianificazione urbanistica partecipata deve essere la base del nuovo Piano Regolatore Generale;
– Una mobilità sostenibile , attraverso l’integrazione intermodale e la costituzione di un’agenzia per la mobilità che, tra l’altro, elabori il piano urbano del traffico;
– Incoraggiare l’economia a km Zero con lo sviluppo di protocolli di intesa e gruppi d’acquisto che facilitino la diffusione presso i privati di prodotti locali. Stop ai centri commerciali.
– Riconversione energetica attraverso la diffusione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e la promozione dell’efficienza nelle abitazioni, nelle imprese e nei servizi. Al fine di garantire la tutela della salute e dell´ambiente urbano occorre che il Comune aderisca al nuovo Patto dei sindaci impegnandosi a ridurre le emissioni al 2030 del 40% e rediga il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima;
– Detrazioni fiscali per incentivare la qualificazione dell’offerta turistica e culturale e per stabilizzare i flussi turistici in maniera permanente. Revoca dei contratti a chi cementifica la costa e revoca del suolo pubblico ai locali della movida catanese che disturbano e che hanno lavoratori in nero.
– Catania Intelligente : seguire un insieme di strategie di pianificazione urbanistica tese ad ottimizzare e innovare i servizi pubblici, mettendo in relazione le infrastrutture materiali e immateriali con il capitale sociale della città.
Il programma completo richiederebbe ancora molte pagine, ma credo che quanto già detto sia sufficiente a delineare un modello chiaro dello sviluppo futuro della Città per il quale vale la pena impegnarsi. Ecco perché chiedo il vostro aiuto alle prossime elezioni amministrative di Catania”, conclude paolo Castorina che è sempre stato impegnato in politica e nel sociale: Cittainsieme (1989-1993); Sindaco di Acicastello dal 1993 al 2002; fondatore dell’associazione anti-estorsioni catanese, fondatore dell’associazione rifiuti-zero di Catania; coordinatore regionale di SEL.