Amministrative, una gara di scherma mediatica tra i cinque candidati sindaco di Acireale


Saro Faraci

ACIREALE – La scherma è lo sport con il quale Acireale è salita alla ribalta internazionale ed olimpica grazie ai colpi magistrali e vincenti dei suoi giovani concittadini, i fratelli Garozzo e Fichera spadisti infallibili e cresciuti bene in casa date le amorevoli e professionali cure dei loro competenti istruttori. Uno sport cosiddetto minore che minore non è affatto, se è vero che Acireale ha ospitato negli anni passati anche due grossi eventi internazionali di scherma che insieme a tanti atleti, accompagnatori e giornalisti hanno portato una ventata di turismo nuovo in una città che rimane ancora in crisi di identità prima che ritrovarsi in profonda crisi economica.

La scherma è lo sport con il quale da poco hanno imparato a cimentarsi sui media i candidati a Sindaco della città di Acireale impegnati in una campagna elettorale che si concluderà a metà di giugno, salvo l’estensione di qualche altra settimana se dovesse andarsi al ballottaggio. Si può giocare a scherma nel mezzo televisivo che è un luogo diverso dalle piazze reali e soprattutto ancor più differente rispetto a quelle virtuali sui social dove il gioco più praticato è invece la corsa ad avvelenare i pozzi. Il gioco “acitano” per eccellenza preferito dalla pletora di galoppini, portaborse, portavoti e traffichini sempre pronti a danneggiare l’immagine dei candidati Sindaco.

E così in televisione finalmente i candidati possono provare, senza intermediari e mediatori, ad arrivare dritti dritti al cuore degli elettori, per scaldare quello appassionato dei convinti sostenitori, per infiammare quello tiepido e titubante degli eterni incerti, per provare a fare breccia nel cuore di “chi tiene cuore” solo per Acireale e onestamente al balletto della politica è poco interessato. Ma non da adesso.

Dopo quello dei giorni scorsi su Rei TV, condotto da Filippo Romeo, ieri sera i cinque candidati a Sindaco di Acireale sono tornati in televisione sugli schermi dell’emittente regionale Telecolor nella trasmissione Faccia  a Faccia condotta dal bravo e pimpante Luca Ciliberti. Tutti senza cravatta i candidati uomini, dato che questo è ormai l’outfit preferito dalla nuova politica; molto elegante l’unica candidata donna che, alla fine dei conti, si è dimostrata la più agguerrita e la più appassionata dei cinque pretendenti alla poltrona di primo cittadino. Giusi Brischetto, la candidata della Lega di Matteo Salvini, si è guadagnata la scena ieri sera parlando di turismo, di brand, di nuove idee imprenditoriali per animare soprattutto il salotto di Acireale, quel centro storico sempre meno vissuto da turisti e visitatori tranne quando c’è il Carnevale o in occasione di eventi come la Festa dei Fiori o la Nivarata.

Più compassati invece gli uomini. Hanno tirato tutti di fioretto ma senza mai attaccare più di tanto l’avversario. Ognuno in fondo doveva difendere o difendersi da qualcosa e da qualcuno. Nino Nicotra, l’imprenditore che sarà in campo sostenuto da alcune liste civiche di centro, doveva difendere il proprio passato di amministratore e difendersi da fatti che, in verità, alla fine lo hanno riabilitato pienamente sul piano civile e giudiziario. Rito Greco, il consigliere comunale di lungo corso, sostenuto da quattro liste di cui una sarà quella del PD, ha dovuto difendersi dalla continuità con l’amministrazione comunale uscente, di cui ha apprezzato alcune scelte, ma dalla quale ha preso pure le distanze perchè considera Cambiamo Acireale un progetto politico chiuso del tutto dopo l’uscita di scena di Roberto Barbagallo. Michele Di Re, l’imprenditore che torna in campo come candidato Sindaco sostenuto da otto liste la maggior parte delle quali di centro destra ma anche una di centro sinistra, ha dovuto difendersi dalle ricorrenti voci di una forte sponsorizzazione politica alle spalle ma ha dovuto pure difendere la sua scelta di tornare a servizio di Acireale, dopo che l’elettorato nel 2014 gli aveva voltato le spalle per sposare il “new deal” di Cambiamo Acireale. Ed anche Stefano Alì, il candidato del Movimento Cinque Stelle, ha dovuto difendersi dalla sua precedente appartenenza al PD per rivendicare adesso un impegno nuovo più radicato nello stile e nella filosofia di pragmatismo dei pentastellati.

Le idee su Acireale? Beh, quelle sono quasi del tutto identiche per tutti i candidati. Turismo, termalismo, viabilità, riforma della macchina amministrativa, Carnevale e centro storico, collegamento con Catania. Tutti dicono la stessa cosa. In fondo sono le idee di buon senso potremmo definirle, le stesse che hanno in testa gli Acesi, anche quelli che non fanno politica, ma che ai politici chiedono di tradurle in programmi ed azioni. Ed è lì che si giocherà tutto il futuro Sindaco. Perchè se è vero che Acireale ha tante risorse, come hanno sostenuto tutti e cinque i candidati, è altrettanto vero che turismo e sviluppo economico non dipendono solo dalle risorse, ma dalla loro trasformazione in vere e proprie attrazioni. Ed Acireale onestamente attrattiva non lo è ancora, se non fosse proprio per quella scherma che è capace in tutto il mondo di associare il nome della città delle cento campane ad una pratica sportiva che sta raccogliendo nuovi adepti e sostenitori in tutto il pianeta

E così ieri sera in tv la gara di scherma è andata avanti senza grandi sussulti, tranne quando si è tirata qualche stoccata finale. L’unica capace di infiammare la piazza di Acireale, soprattutto quella virtuale dei social, che ormai è popolata di profili Facebook che non guardano manco la tv. La stoccata all’avversario per rimproverargli coperture, sponsorizzazioni, patronaggi, appoggi che trovano dietro i nomi di parlamentari ed ex parlamentari, amministratori ed ex amministratori, alcuni noti altri meno, alcuni più giovani nel ruolo, altri più veterani e di lungo corso.

Perchè ad Acireale non c’è campagna elettorale che non si trascini dietro i soliti nomi di Basilio Catanoso, Pippo Basile, Nino Garozzo, Nicola D’Agostino, Luca Sammartino, Raffaele Lombardo e più recentemente anche quelli di Angela Foti e della deputazione dei Cinque Stelle nonchè di Angelo Attaguile e della Lega di Salvini. Acireale in fondo è fatta così da sempre, ama alla follia essere etero-diretta dall’esterno, per poter poi scaricare la colpa su qualche altro, e declinare così la propria responsabilità amministrativa.

Due notazioni conclusive dopo la trasmissione di ieri sera. La prima è che non si è discusso del vero problema dei problemi che il Commissario Salvatore Scalia ha recentemente ricordato in Consiglio Comunale, ovvero il bilancio e il rischio del dissesto finanziario. Ci sono milioni e milioni di euro di tributi da recuperare dai cittadini e se l’evasione non verrà combattuta con un piano credibile e fattibile, si prospetterà veramente lo spettro del default. La seconda notazione è che si aperta la trasmissione con un filmato tanto ovvio quanto sbrigativo che descrive Acireale come la nobile città offesa dal malaffare. Non è così, quanto meno per rispetto di tantissimi cittadini acesi che della legalità fanno il loro comportamento virtuoso, che pagano regolarmente le tasse, che svolgono in modo puntiglioso tutti i compiti per casa (vedi la raccolta differenziata), e che assolvono puntualmente a tutti i loro doveri.

Tutti, tranne uno. Il dovere civico, di buona cittadinanza attiva, perchè se avessero esercitato meglio in passato forme più stringenti e serie di controllo sociale, anche i politici si sarebbero sentiti di più il fiato sul collo. Ed Acireale non sarebbe arrivata dove adesso è. Sulla bocca di tutti, sia gli amanti della scherma che gli “aficionados” del pettegolezzo.

 

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